Gmcs18. Ascolto, dialogo sincero e responsabilità nel linguaggio: vie per la verità
L'editoriale in occasione della 52ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali "Fake news e giornalismo di pace".
“Educare alla verità significa educare a discernere, a valutare e ponderare i desideri e le inclinazioni che si muovono dentro di noi, per non trovarci privi di bene ‘abboccando’ ad ogni tentazione”. È un messaggio carico di significati quello che il Papa ci ha consegnato in occasione della 52ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
Francesco tocca il nervo scoperto delle “fake news” – la serie di informazioni infondate, distorte, ingannatrici e manipolatorie che viaggiano online ma anche attraverso i media tradizionali - e centra subito il punto: “nessuno di noi può esonerarsi dalla responsabilità di contrastare” ciò che è falso.
Dietro a un tale modus operandi ci sono spesso motivazioni economiche e opportunistiche, sete di potere, avere e godere, rendendoci tutti vittime del grande imbroglio chiamato male, “che si muove di falsità in falsità per rubarci la libertà del cuore”.
Come uscirne? L’antidoto più radicale in grado di estirpare questo virus “è lasciarsi purificare dalla verità” - scrive Francesco -, che non è affatto un concetto ma riguarda la persona nella sua interezza.
Questa verità può sgorgare solo da relazioni libere e nell’ascolto, non può essere imposta come qualcosa di esterno e impersonale. Si tratta di una ricerca continua, che oscilla tra ciò che favorisce la comunione e promuove il bene e ciò che invece genera divisione, contrapposizione e isolamento.
La risposta, dunque, non è data dalle strategie ma dalle persone, persone libere dalla bramosia, capaci di mettersi in gioco ascoltando l’interlocutore e generando un dialogo sincero, persone che sono così attratte dal bene che hanno cura anche nell’utilizzo del linguaggio.
Evidentemente, ciò richiede grande apertura e molta pazienza.
Giovanni Tridente
Giornalista e docente di comunicazione
Pontificia Università della Santa Croce
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