Primo Piano
2025: a 1700 dal concilio di Nicea

Fu l’assise nella quale venne affermata solennemente la divinità del Figlio di Dio, consustanziale al Padre. A Nicea venne fissato il metodo di calcolo della Pasqua, che nel 2025 sarà uguale per cattolici e ortodossi
Il concilio di Nicea si è svolto tra il maggio e il giugno 325 ed è stato un evento ecclesiale di grande rilevanza per la storia della Chiesa. Si tratta del primo concilio “ecumenico”, al quale hanno partecipato circa 300 Padri.Nel 2025 ricorrono i 1700 anni dal primo Concilio niceno, un appuntamento atteso da tutto il mondo cristiano.
Ma cosa si decise nel concilio del 325 da renderlo così decisivo per la fede dei credenti e per il pensare teologico?
Come ogni grande assise dei primi secoli dell’era cristiana, anche il Concilio di Nicea venne convocato per rispondere ad alcune posizioni che, nell’arco del pensiero cristiano, apparivano lontane dall’ortodossia. Il terzo secolo era stato caratterizzato dalla “teologia del logos”, che cercò di definire i rapporti tra il Padre e il Figlio. Un ritmo binario che, con l’illustre figura di Teolfilo di Antiochia, assunse un rilievo ternario, poiché Teofilo riflettè sulla natura e sulla realtà dello Spirito Santo in maniera più compiuta. La questione riguarda sia l’ambito cristologico, ossia legato al discorso su Cristo, che l’ambito trinitario, nel tentativo di comprendere i rapporti tra i tre della santissima Trinità. Tra le rappresentazioni avanzate dagli studiosi del tempo, vi fu anche quella di Dio Padre al vertice di un’ideale gerarchia e del Figlio in una posizione schematicamente inferiore.Questa subordinazione, che per i teologi del logos tuttavia non espulse il Figlio dall’ambito divino, venne estremizzata da un teologo di spicco come Ario, presbitero di Alessandria, il quale ritenne il Figlio come per natura degradato rispetto al Padre. Ne derivò, nel pensiero ariano, la concezione per cui il Figlio è Padre, in una posizione di inferiorità, e, quindi che tra Padre e Figlio ci sia una diversità nella divinità. Per Ario, poiché il Figlio è ‘generato’, vi fu un tempo nel quale non c’era. Tale posizione, che ebbe molti seguaci, non poteva essere accettata dalla Chiesa la quale, affidandosi alla rivelazione e alla fede, già espressa nel I secolo, credeva che il Figlio, Verbo del Padre, è veramente Dio come il Padre.
Per questo l’imperatore Costantino convocò un sinodo nella città di Nicea, con il compito di rispondere alle posizioni di Ario, considerate divergenti dall’ortodossia. Difensore del credo della chiesa fu Atanasio, vescovo di Alessandria.
Il concilio di Nicea dichiarò solennemente che il Padre e il Figlio sono della stessa sostanza e che non ci fu mai un tempo nel quale il Figlio non era. Per affermare ciò, si utilizzò il termine greco ‘homoousios’, ovvero – letteralmente – ‘della stessa sostanza’.Così la storia della Chiesa è debitrice al Concilio di Nicea perchè in esso fu formulato il Credo che ancora oggi si professa durante la celebrazione.Il Figlio di Dio, Verbo incarnato, è ‘generato non creato della stessa sostanza del Padre’.
Nicea fu importante anche per motivi liturgici. Durante l’assise, difatti, venne stabilita la data della Pasqua, da celebrarsi la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera. Vicende storiche diversificate, poi, hanno portato a una divergenza nella data tra l’oriente e l’occidente cristiano. Nel 2025, per una felice coincidenza, la Pasqua presso i cristiani e gli ortodossi verrà celebrata nello stesso giorno.