Diocesi
Il sogno di mons. Nolè: per il Giubileo via le barriere architettoniche dalle chiese
Il Pastore cosentino ci ha chiesto di realizzare una campagna di sensibilizzazione perché tutti, nessuno escluso, possano veramente fare Giubileo.
Nel cuore dell’Arcivescovo Nolè c’è la speranza che tutti possano avere la possibilità di fare veramente giubileo, principalmente quelle persone che, a causa di infermità e impedimenti fisici, hanno particolarmente bisogno di “gustare” la misericordia del Signore. Per questo monsignor Francesco Nolè ha confidato a Parola di Vita di avere preoccupazione per tutti quei siti giubilari dove sono presenti delle barriere architettoniche. Ci ha chiesto di parlarne. Lo facciamo a un mese abbondante dall’inizio dell’Anno Santo straordinario voluto da papa Francesco. Lo facciamo per sensibilizzare i parroci e i responsabili delle chiese e dei santuari giubilari affinché possano provvedere a rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono a diverse persone di poter accedere al tempio. Sono ancora tanti i siti, nelle diverse foranie, che non consentono a tutti di entrare in chiesa. Occorrono interventi subitanei per la realizzazione di opere, anche temporanee per ora, che possano favorire la pietà dei fedeli e la possibilità di celebrare il giubileo.
Ai sensi del decreto ministeriale n. 236/1989, emanato in attuazione della legge 36/1989, “per barriere architettoniche si intendono: a) gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea; b) gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di parti, attrezzature o componenti; c) la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi”. Per lo stesso decreto “negli spazi esterni e sino agli accessi degli edifici deve essere previsto almeno un percorso preferibilmente in piano con caratteristiche tali da consentire la mobilità delle persone con ridotte o impedite capacità motorie, e che assicuri loro la utilizzabilità diretta delle attrezzature dei parcheggi e dei servizi posti all’esterno, ove previsti”. Il d.m. specifica poi che “i luoghi per il culto devono avere almeno una zona della sala per le funzioni religiose in piano, raggiungibile mediante un percorso continuo e raccordato tramite rampe”.
Quello voluto da papa Francesco è un giubileo diffuso, che ha il suo cuore non solo a Roma, come da tradizione, ma nelle diverse Chiese locali, perché realmente tutti possano fare esperienza della misericordia di Dio, “architrave della vita della Chiesa” – come l’ha definita nella bozza d’indizione Misericordiae Vultus. La diffusività dell’evento giubilare, tra l’altro, è stata richiamata anche da monsignor Nolè nel decreto che riportiamo in questo numero, e nel quale augura, con le parole del Papa, “il coinvolgimento diretto di ogni Chiesa particolare” da intendersi come “segno visibile della comunione di tutta la Chiesa”. Il nostro Vescovo ha dunque a cuore che realmente tutte le persone che desiderano celebrare interiormente l’Anno Santo, passando attraverso le Porte Sante dei siti giubilari designati, possano farlo, specialmente i poveri del Vangelo, e tutte quelle persone per le quali già il pontefice sta proponendo iniziative speciali di giubileo e di indulgenza. La questione delle barriere architettoniche ancora insistenti presso alcune chiese giubilari e non solo, per quanto strutture risalenti nel tempo, è stata tra l’altro affrontata in seno alla Commissione per il giubileo istituita dallo stesso mons. Nolè e che sta approntando il programma dei diversi momenti di preghiera della nostra diocesi. Una tale sensibilizzazione e un’azione in tal senso potranno certamente favorire quelle molteplici occasioni di incontro con il Signore che, attraverso i divini misteri, le celebrazioni liturgiche sacramentali e gli stessi Sacramenti, certamente saranno frutto di abbondanti e feconde grazie.