Mons. Savino ai giovani: “la felicità è solo in Dio”

Messa celebrata da monsignor Francesco Savino per il Giubileo dei giovani nel Santuario di San Francesco di Paola.

Il momento conclusivo del Giubileo dei giovani a Paola si è concluso con la celebrazione della Messa, presieduta dal delegato di Pastorale giovanile della Conferenza episcopale calabra, monsignor Francesco Savino. Un’occasione per i ragazzi presenti di attraversare la porta Santa del Santuario di San Francesco di Paola.

Nella sua omelia, il presule cassanese, ha parlato del “mistero” che ha messo in  crisi gli uomini, il mistero fatto carne. “L’Evangelista Giovanni nel Vangelo parla di Cristianesimo: un Dio fatto corpo, un Dio fatto carne, Gesù di Nazaret”. Per il presule, “si diventa credenti quando c’è l’esperienza dell’incontro”. Papa Francesco dice: “la fede è relazione, incontro, accadimento, l’incontro con Gesù cambia la vita e tutto ciò che sta intorno all’uomo”. Mons. Savino, davanti ai 400 giovani, ha evidenziato che “il mistero di Dio fatto carne, però, deve fare i conti con la dimensione più problematica della vita che si chiama ‘libertà’”.

Monsignor Savino si rivolge ai giovani dicendo: “noi tutti vogliamo essere liberi, ma come accettiamo la libertà nella nostra esistenza? Non c’è incontro con Dio senza libero arbitrio. Essere credenti vuol dire esercitare liberamente la propria libertà e riconoscere il figlio di Dio come Messia, come liberatore, come redentore della nostra esistenza”. Raccomanda ai ragazzi di non farsi sedurre da effimere proposte che sembrano libere, ma poi, servono ad ingannare, mons. Savino. “In questi periodi si vive il tempo del ‘supermercato’, felicità a buon mercato, tutto in saldo, anche la vita”, mentre “a Natale viene fatta una proposta di felicità: Gesù diventa compatibile con la felicità e il cuore degli uomini; Egli non propone illusioni ed è Lui la vera felicità”. Monsignor Savino conclude rivolgendosi ai giovani, dicendo di fare esperienza di Gesù e questo lo si può fare ponendo lo sguardo verso il fratello povero.