Diocesi
Mons. Nolè: liberarci dalla pigrizia per costruire la pace
L'Arcivescovo ha presieduto la marcia e veglia di preghiera per la pace nella cattedrale di Cosenza.
Pioggia e tanto freddo per la Marcia della Pace 2016. Itinerario diverso, per l’edizione annuale, con i partecipanti che hanno iniziato la marcia dalla parrocchia di San Nicola per arrivare fino on Cattedrale. L’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro ha, come al solito, invitato i diversi gruppi confessionali e le associazioni oltre a tutte le istituzioni per il tradizionale appuntamento, quest’anno giunto alla sua diciassettesima edizione. Tra questi, ci sono il prefetto Tomao e il presidente della Provincia e sindaco del capoluogo Occhiuto, oltre a doversi sindaci della provincia bruzia. Un’occasione per riflettere insieme sul valore della pace, ancora secondo le indicazioni del Papa nel suo messaggio annuale. “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”, il tema scelto per il 2016. Così, dopo una breve esortazione iniziale di monsignor Francesco Nolè, Arcivescovo di Cosenza – Bisignano, che ha presieduto la veglia, la Marcia è partita. A fare da apripista, anche una vecchia fiaccola olimpica. Fra i segni, la Luce della Pace di Betlemme. Tante le associazioni di volontariato presenti. Quindi la veglia, con la lettura di un brano della Genesi, quello che racconta di Caino e Abele, e gli spunti del messaggio del pontefice. Un’edizione speciale, grazie anche ad alcune testimonianze che sono state rese nel corso della veglia, tra volontariato in carcere e imprese di solidarietà e inclusione sociale. “quelle che abbiamo ascoltato sono esperienze di cosa significa non rassegnarci all’indifferenza” – ha detto l’Arcivescovo. “La pigrizia spesso ci fa adagiare sull’indifferenza, dobbiamo liberarci dalla pigrizia”. Una parte della riflessione di monsignor Nolè è stata rivolta proprio al mondo del carcere e alle diverse “prigionie” dell’ uomo, rispetto alle quali non possiamo essere indifferenti. Proprio recentemente il Vescovo bruzio ha visitato le case circondariali di Paola e Cosenza. “L’umanità lì è costretta e ristretta in ambiti contro l’umanità, eppire quei detenuti la loro umanità l’hanno trovata dentro, nella capacità di riscoprire interiormente la loro libertà”. Così, essenziale è il ruolo del volontariato, perché “lo specifico della speranza è la gratuità, è un aspetto della misericordia. La misericordia ci avvolge tutto e prende tutte le componenti della vita. La capacità di essere vicino a chi non ha più speranza la si dà attraverso la gratuità. Ti voglio del bene perché sei tu. Il bene è uno stile di vita e dovrebbe contraddistinguere ogni nostra azione”. Parlando della capacità di vivere alla presenza del Signore, mons. Nolè si è chiesto: “come uso la mia libertà di coscienza, di poter scegliere il bene e il male? Cosa scelgo nei miei pensieri e desideri? Perché è da li che parte il proprio comportamento”. Una chiosa che riguarda proprio quell’episodio di Caino e Abele. “Davanti a Dio siamo uguali in dignità- ha detto ancora l’Arcivescovo in riferimento alla seconda testimonianza – ma diseguali perché egli ama di più chi ha bisogno e magari sono proprio quelli che noi mettiamo da parte”. “Quanti prigionieri dell’egoismo, quanti dipendenti dall’alcool, dalla droga, dal sesso dal potere dall’indifferenza” – ha riflettuto mons. Nolè. “Quanti prigionieri dei nostri pregiudizi. È lì che dobbiamo agire, liberare noi stessi per aiutare i fratelli a liberarsi”. Senza essere indifferenti. Per costruire la pace.