Messa crismale: cronaca di un pomeriggio di Chiesa

Tantissime persone hanno gremito la Cattedrale bruzia per la celebrazione della Missa Chrismatis, solitamente al giovedì, ma che mons. Nolè ha voluto anticipare al giorno precedente. Durante la Messa, dieci seminaristi sono stati ammessi ai ministeri.

Una Messa che ha richiamato tantissimi fedeli, quella del Crisma di quest’anno. Sarà stata la novità della celebrazione anticipata al mercoledì pomeriggio rispetto al giovedì mattina, che ha permesso a molti più fedeli di essere presenti in una delle celebrazioni più solenni dell’anno liturgico, alla vigilia del Triduo del Signore morto, sepolto e risorto.

La Missa Chrismatis è la celebrazione nella quale la Chiesa fa memoria del sacerdozio ministeriale, istituito da Cristo nel cenacolo e, allo stesso tempo, del sacerdozio battesimale, che spetta a ogni cristiano. Quasi a voler richiamare questi significati, monsignor Nolè ne ha ampiamente parlato nel corso dell’accorata omelia, additando quale strada comune quella della santità nel proprio stato di vita. Per realizzare quella che è stata una vera catechesi sulla particolare liturgia, ha fatto riferimento al Magistero della Chiesa, in particolare al Concilio Vaticano II, che con forza ha richiamato alla universale chiamata alla santità.

La cronaca. Fuori piove, anche forte, così la processione per corso Telesio fino alla Cattedrale quest’anno salta. Dopo aver indossato i paramenti nel Salone degli Stemmi, la processione introitale si fa direttamente in chiesa. Qui, ad accogliere i tantissimi sacerdoti presenti, i fedeli di tutta la diocesi. Cuore della processione, 10 seminaristi candidati all’Ordine del Presbiterato, che nella celebrazione saranno ammessi ai ministeri. Primo passo di un cammino verso il sacerdozio. Sull’amitto, indossano un semplice camice bianco. A un certo punto della Messa, dopo l’omelia, il Vescovo li chiamerà e darà loro l’ammissione. Il Signore porti a compimento l’opera iniziata. Otto di essi, provengono dal Seminario Neocatecumenale “Redemptoris Mater”, due dal Seminario teologico cosentino “Redemptoris Custos”. Dietro di loro, amici e parenti, pronti a immortalare ogni momento. A proposito, piccola curiosità anche alcuni dei seminaristi “intrusi” nel coro diocesano, durante un momento della celebrazione. Dal fondo della chiesa, si vede il presbiterio pieno. Ce ne sono veramente tanti, di sacerdoti, mentre i diaconi senza compiti liturgici specifici si accomodano alle prime fila. Casule e dalmatiche bianche, per la Messa del Crisma. Pastorale ligneo, invece, per l’Arcivescovo. Mentre passa tra la folla saluta e benedice religiosi e laici. Accanto a lui, alla mensa ci saranno monsignor Salvatore Nunnari, l’Arcivescovo emerito, e monsignor Faustin Ladjo ‘Ngabu, Arcivescovo emerito di Goma (Congo).

Gli oli. L’olio dei catecumeni, quello del crisma quello degli infermi. Il Vescovo li tocca, profuma, benedice. Alita sull’ampolla del crisma, come fece Gesù sugli apostoli assicurando loro lo Spirito Santo. Intorno ai gesti, le braccia oranti per le preghiere a corona e significato. L’olio degli infermi, per portare la consolazione, quello stesso atteggiamento che mons. Nolè addita ai confratelli nel presbiterato, chiedendo loro di rivelare la misericordia di Dio, non solo in questo anno santo. L’olio dei catecumeni, per quegli adulti a cui il Signore ripete ancora una volta le parole del profeta Isaia: “lo Spirito del Signore è su di me, mi ha consacrato con l’unzione”. L’olio del crisma, quello della presenza di Dio in chi diventa o conferma il suo discepolato, o diventa specialmente consacrato. Al termine della Messa, a ogni parrocchia vengono dati i tre olii. Serviranno per i sacramenti, ed esprimono la bellezza dell’unità nella Chiesa, tra il Pastore e i presbiteri.

Scendono le luci della notte nella Cattedrale di Cosenza. E’ il tempo della Pasqua.