Una festa per dire ancora sì

Domenica prossima in Seminario alla presenza dell'Arcivescovo

L’amore è il più sublime atto della volontà. Chi ama sceglie, liberamente, di fare della propria vita un dono. Ma è possibile amare per sempre? Cosa significa oggi fare scelte definitive? Daranno una risposta a questi interrogativi un seminarista, una coppia di sposi e il nostro Padre Arcivescovo, Salvatore Nunnari, durante la “Festa del sì” che celebreremo domenica 15 febbraio, presso il Seminario Cosentino alle ore 17. La “Festa del sì” diocesana  ricorda innanzitutto che vocazione è sinonimo di chiamata all’amore (e non di vita religiosa); riguarda ogni uomo e ogni donna poiché la “fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano” è l’amore e nessun uomo può vivere senza amore. L’uomo “rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente” (Giovanni Paolo II). La festa, organizzata dal Centro Diocesano Vocazioni e dall’Ufficio di Pastorale Familiare, quest’anno invita a riflettere, in particolare, sul dono della vita consacrata, nell’anno a essa dedicato.  Al centro della giornata la fedeltà a quel “sì” che, pronunciato per sempre, chiama a tenere lo sguardo fisso su Gesù. Il seminarista risponderà alla domanda “Perché sì?”; una coppia di sposi testimonierà il suo “sì”; il Padre Arcivescovo racconterà la bellezza di un “sì” che ancora dopo 50° anno di sacerdozio viene pronunciato con gioia. La serata sarà animata dal CDV e dall’UPF con la presenza di Pasqualino Pandullo, giornalista RAI che guiderà la testimonianza-intervista del nostro Vescovo. “I diversi interventi sapranno rivelarci che la fedeltà non è cosa umana – fanno sapere i coniugi Marino. L’uomo, per sua natura fragile, mutevole, non può, da solo, farsi garante di scelte definitive. Il per sempre richiama l’eternità e quindi l’infinito: Dio”. “Solo abbandonandosi a Lui è possibile amare per tutta la vita. La fedeltà è attributo necessario dell’amore – proseguono. Chi ama è fedele. Sa custodire e difendere un legame come tesoro prezioso, con coraggio e umiltà. Sa pronunciare con forza ‘sì’, ma anche tanti ‘no’ che tutelano e sostengono quella definitiva affermazione. Necessario riscoprire il valore della fedeltà, spesso associata a divieti e impedimenti. La fedeltà è soprattutto un dono. Più che domandare rinunce, garantisce la realizzazione di legami autentici e stabili. Più che vietare, edifica; consentendo all’uomo di costruire e di proiettarsi, perciò, verso l’infinito. Il suo contrario, l’infedeltà, regala un bene che mai sazia, mai si accontenta, mai appaga. Uccide la fiducia nell’altro e la capacità d’infinito che è in ognuno”. Dall’Ufficio, ancora, il suggerimento. “La fedeltà, invece, regala all’uomo la possibilità di cogliere la novità che alberga in ogni persona”.