I giovani desiderano rapporti autentici

Federica Ancona, una delle partecipanti al Sinodo, ha portato la testimonianza al Festival

Occhi verde smeraldo, limpidi, sereni. Di una serenità che vivifica l’uomo rinvigorendolo, perché alla base di essa c’è una pace imperturbabile che solo Dio dona. Abbiamo intervistato Federica Ancona della comunità di Nuovi Orizzonti, invitata dal Servizio diocesano di pastorale giovanile, diretto da don Franco Staffa, in occasione del ‘Festival dei Giovani’ all’Auditorium Giovanni Paolo II a Rende; Federica, poco meno di un anno fa, è stata uditrice ai lavori del Sinodo dei Giovani, assieme ad altri giovani provenienti da ogni parte del mondo.

Quali le prospettive sviluppate, quale il lavoro da portare avanti post Sinodo?

Già durante il Sinodo, ho preso sempre più consapevolezza della fortuna che sento di avere vivendo già in una realtà comunitaria, come quella di Nuovi Orizzonti, in cui c’è tantissimo ascolto e attenzione verso i giovani. Per cui, dopo l’esperienza sono ritornata a evangelizzare con una maggiore carica, andando anche nelle scuole e in ogni luogo d’aggregazione per incontrarli davvero.

In un mondo che diventa sempre più virtuale, come possiamo fare capire il concetto di relazione?

Non bisogna pensare, come del resto è emerso dal Sinodo, che il mondo virtuale sia da scartare del tutto; bisogna essere consapevoli, però, che si tratta solo di un primo passo, di un mezzo, funzionale a un incontro autentico. La Chiesa, che spesso viene percepita come lontana dalle loro vite, deve stare al passo con i tempi, senza perdere però la sua funzione di Madre.

Quali sono le ‘nuove’ solitudini giovanili emerse dalla tua esperienza di ascolto?

È pazzesco vedere come la solitudine sia uno dei temi problemi che affligge i nostri giovani; è un grido d’aiuto che raccogliamo da parte loro che si sentono, giorno dopo giorno, sempre più soli. Viviamo in una società paradossale, in cui sembriamo sempre in contatto. Ma quando spegniamo la connessione, la solitudine li divora. Si tratta di una solitudine profonda, che va ben oltre le relazioni di carne e di ossa; ci si sta abituando sempre più a relazioni superficiali, che non fanno affatto bene ai giovani che hanno una grande sete di vicinanza. La società di oggi propone soluzioni facili, ‘usa e getta’: nelle scuole, noi veniamo a contatto con ragazzi che già sono caduti nelle dipendenze da alcool e da droga, ma anche da ludopatia e pornografia le quali sembrano ‘dissetare’ questa solitudine, ma in realtà lasciano in loro una sete ancora più grande. 

Mons. Francesco Nolè: il cuore della Chiesa è costituito dai giovani

Il cammino pastorale diocesano ha avuto il suo preludio all’auditorium Giovanni Paolo II di via Rossini, lo scorso sabato, con l’incontro dedicato ai giovani “Toccati nel cuore”, organizzato dall’équipe del Servizio diocesano di pastorale giovanile, coordinata da don Franco Staffa. Diversi gli spunti di riflessione messi in campi, soprattutto, grazie alla preziosa presenza di una giovane testimone, Federica Ancona, che con il suo sorriso luminoso e la sua vibrante esperienza di fede ha catturato l’attenzione dei giovani giunti al “festival”. 

Tra le novità introdotte, l’idea di dare un numero di cellulare per consentire ai presenti di porre delle domande a Federica, sia sull’esperienza al Sinodo dei Giovani, al quale ha partecipato da uditrice, sia riguardo alla sua scelta di vita in comunità; ricordiamo, infatti, che la giovane barese è entrata a far parte, da qualche anno, della grande famiglia di “Nuovi Orizzonti” di Chiara Amirante. 

Tanta l’attenzione verso la testimonianza data, non solo da parte dei giovanissimi e dei giovani, ma anche da parte dei loro parroci, dei religiosi e delle religiose, degli educatori e degli insegnanti presenti, tutti desiderosi di ascoltare come sia cambiata la vita di Federica dopo la conversione. 

L’incontro è stato chiuso da parole dirette e puntuali del padre arcivescovo, mons. Francesco Nolè, che ha rivolto incisive esortazioni, in primis, ai giovani sacerdoti e ai giovani stessi, ad uscire dall’ambiente della comunicazione virtuale per creare relazioni autentiche in Cristo. 

E se, d’altra parte, il cuore della Chiesa è costituito proprio dai giovani, i quali oggi ne sono anche la parte più sofferente, allora ogni uomo e donna di fede ha il dovere di farsi prossimo a loro, per portare consolazione e speranza rinnovate da Cristo, vera luce delle genti. (RZ)