Chiesa&Emergenza/3 – Caritas diocesana a sostegno degli ultimi con la spesa solidale

Il direttore della Caritas don Bruno Di Domenico ci racconta l'impegno e il lavoro messo in campo per raggiungere quanti sono in difficoltà. Operativo da cinque giorni il meccanismo messo in piedi dalla Caritas ha già ricevuto più di 800 richieste di sostegno alimentare con 400 spese già consegnate.

“La nostra è una terra sempre in emergenza: alimentare, economica… dovuta principalmente alla mancanza di lavoro. Ma oggi, a causa di questa pandemia che sta toccando tutto il mondo, le condizioni di difficoltà e di marginalità si sono quadruplicate”. È con consapevolezza e voglia di provare ad intensificare gli sforzi che don Bruno Di Domenico, direttore della Caritas Diocesana, prova a raccontarci l’impegno della nostra Chiesa a sostegno degli ultimi.

Di sicuro il sostegno della Caritas diocesana e delle tante Caritas parrocchiali alle famiglie e alle persone svantaggiate non inizia oggi?

È un lavoro che viene da lontano ed ha solide radici nei nostri territori. Ma ora siamo chiamati a fare ancora di più. Fino ad oggi erano tante le persone che si arrangiavano vivendo alla giornata, anche purtroppo con lavoretti in nero, o recuperando aiuti grazie alle diverse realtà o associazione che operano nei nostri territori. Tutto questo ora non è più permesso per via delle restrizioni che tutti conosciamo.

Proprio per questo il ruolo della Caritas diventa fondamentale.

Chi è in difficoltà economica ed è costretto a stare a casa si sente ancora più solo. Allora abbiamo pensato di intensificare questa rete solidale tra le diverse parrocchie, Caritas parrocchiali, associazioni di volontariato e gruppi ecclesiali che hanno dato la disponibilità grazie al prezioso supporto dell’Emporio Solidale della Caritas diocesana, per confezionare prodotti alimentari e distribuirli direttamente presso i domicili delle famiglie che ne fanno richiesta.

Come avviene la richiesta da parte delle famiglie?

Abbiamo messo a punto un meccanismo molto semplice e alla portata di tutti. Basta andare sul profilo se Facebook della Caritas di Cosenza-Bisignano, cliccare sul link predisposto (Caritas Diocesana Cosenza Bisignano Emergenza Covid-19) e compilare il form di richiesta.

Poi cosa succede?

A noi arrivano tutte le richieste da elaborare. Il primo passaggio è quello di chiedere alle parrocchie nei diversi territori (attraverso le Caritas parrocchiali) se riescono a dare una risposta immediata; altrimenti provvediamo direttamente noi.

Da dove arrivano gli aiuti alimentari?

Quello che mettiamo nelle buste viene acquistato presso i grossisti della nostra provincia, così come già facciamo con l’Emporio Solidale. È ovvio che adesso abbiamo aumentato di molto gli acquisti per far fronte a questa nuova emergenza. Proprio per questo voglio ringraziare quanti hanno voluto contribuire con donazioni o con il servizio volontario.

Cosa finisce nella busta della spesa?

Alimenti di prima di prima necessità: olio di oliva, pasta, olio di semi, sale, zucchero, farina sugo, latte, riso, legumi in scatola… insomma tutto quello che riusciamo a mettere insieme, anche perché le richieste sono davvero tante.

Quante sono quelle arrivate finora?

Siamo operativi da cinque giorni e siamo già a 800 richieste 400 delle quali già evase; cioè consegnate a casa delle persone.

Come avviene la consegna?

Per fortuna ci stanno aiutando anche volontari di altre associazioni oltre a quelli della Caritas. Ovviamente cerchiamo di prendere tutte le precauzioni del caso lasciando la spesa a distanza e quindi evitando ogni contatto fisico. Nonostante questo riusciamo a sentire l’affetto e la gratitudine delle persone che, grazie a questo piccolo gesto, si sentono pensate, meno sole, non abbandonate. Sentono la presenza di una Chiesa che non si è dimenticata di loro.

A questo si aggiunge anche il servizio della mensa solidale di Casa Nostra.

Questo è un altro servizio che stiamo offrendo come Chiesa diocesana. Ogni giorno le suore che operano nella struttura adiacente all’episcopio, stanno preparando dai cinquanta agli ottanta pasti caldi. Ci sono tante persone che non sanno nemmeno dove andare in questo momento. Qui trovano un pasto caldo, un ristoro.

Cosa vuole dire a quanti la leggeranno sul nostro settimanale?

Certamente una parola di speranza, perché la nostra è una Chiesa che sta vicino agli ultimi. È un tempo difficile ma, come diceva Papa Francesco, siamo sulla stessa barca e dobbiamo remare tutti verso quella luce che ci viene da Gesù, la luce della Speranza, perché solo insieme ce la possiamo fare. Tutti possiamo fare qualcosa iniziando nel dare una parola o un contributo a chi sappiamo essere in difficoltà. Insomma aiutandoci vicendevolmente, non avendo paura dell’altro, perché dietro questa emergenza sanitaria c’è anche un’emergenza umanitaria.