Diocesi
Giornate di studio. Limite: Svantaggio o opportunità?
Il 19 e 20 maggio all’Istituto Teologico Cosentino vissuti due momenti di formazione e confronto
Mercoledì 19 maggio si è tenuta la giornata di studi, organizzata dall’Istituto Teologico Cosentino, dedicata al concetto di «limite». Come già mostrato dal titolo della giornata, Il «limite» : svantaggio o opportunità? La finalità degli organizzatori è stata quella di mettere in luce la valenza spesso positiva del limite, inteso come confine entro il quale il soggetto è tutelato dagli eccessi tipici dell’umano, riconoscendo la propria imperfezione e lasciando al tempo stesso spazio all’azione salvifica di Dio.La mattinata, moderata dal Prof. don Luigi Bova, Rettore del Seminario Teologico «Redemptoris Custos» e vice direttore dell’Istituto Teologico Cosentino, ha visto gli interventi di quattro docenti dello stesso Istituto: la prof.ssa Antonella Doninelli, con un contributo dal titolo Il valore del limite: l’idealismo del desiderio di fronte alla realtà e all’alterità, che ha messo in luce il rapporto tra limite e desiderio a partire dalla definizione del soggetto come desiderio dell’altro, la prof.ssa Aquilina Sergio, con un intervento dal titolo La possibilità del «limes» in etica, economia e diritto, che, prendendo spunto dall’etimologia del termine, ha concentrato la sua attenzione sugli aspetti etici e giuridici del limite, seguita in questa stessa prospettiva da alcuni passaggi importanti del contributo del prof. Francesco Luigi Gallo, La realtà «penultima» e il suo prolungamento. Scienza, filosofia e teologia sul tema della morte, che ha posto l’accento sulle pretese scientiste spesso intolleranti ai limiti e in questo senso spesso a rischio di deliri di onnipotenza. Infine, l’intervento della Direttrice dell’Istituto Teologico, la prof.ssa sr. Rosetta Napolitano che ha presentato all’uditorio un’interessante analisi dal titolo Il limite come opportunità di crescita umana e spirituale nell’esperienza di Sant’Agostino d’Ippona e san Giovanni M. Vianney: un confronto tra la spiritualità di sant’Agostino e del Santo Curato d’Ars, entrambi messi alla prova dall’impatto con i loro limiti, ma entrambi in grado di farne preziose occasioni di crescita e di incontro con Dio.Il quadro che si è delineato grazie alle quattro relazioni della giornata presenta il limite come qualcosa di necessario perché l’uomo possa appropriarsi di ciò che lo rende veramente umano, senza smarrirsi in sentieri pericolosi per la sua identità e per il rapporto con gli altri.Inoltre, la preziosa collaborazione con Parola di Vita ha fatto sì che l’intera giornata potesse essere trasmetta in diretta facebook, a beneficio di studiosi e semplici curiosi interessati alla trattazione di una tematica tanto affascinante quanto complessa.
Nell’anno dedicato a san Giuseppe, Giovedì 20 maggio si è tenuta una giornata volta all’approfondimento di questa importantissima figura, Dall’ “uomo giusto” (Mt 1, 19) al “Patris Corde”, organizzata dall’Istituto Teologico Cosentino, secondo appuntamento di una due giorni di studi, che ormai da tempo l’Istituzione accademica cosentina ha cura di organizzare nell’arco di ogni anno di studi, come momento formativo e di ricerca.La giornata ha preso avvio con i saluti e l’introduzione di Mons. Francesco Nolé, Arcivescovo di Cosenza Bisignano e moderatore dell’Istituto Teologico Cosentino. Mons. Nolé si è detto grato per l’iniziativa dedicata a san Giuseppe, modello di santità maschile, soprattutto nella sua dimensione oblativa, del dono di sé che Egli fu in grado di offrire senza riserve. Mons. Nolé ha descritto san Giuseppe «uomo del prendere senza possesso», capace di ricevere un dono immenso e metterlo a servizio degli altri. «Ecco perché san Giuseppe – ha concluso Nolé – è colui che riceve senza possedere ed è anche colui che sogna i sogni di Dio».La mattinata ha visto la moderazione del prof. Don Enzo Gabrieli, Vicario Episcopale per la catechesi, la cultura e le comunicazioni sociali e della prof.ssa sr. Rosetta Napolitano, Direttrice dell’Istituto Teologico Cosentino. Si sono susseguite quattro relazioni, volte a mettere in evidenza alcuni aspetti caratterizzanti la figura di san Giuseppe in tutta la sua rilevanza spirituale, antropologica e poi di impatto sulla liturgia. Il contributo del prof. don Michele Fortino, Prendere senza possesso. La figura paradigmatica di Giuseppe nel vangelo di Matteo, entrando nella Parola di Dio, la grande portata spirituale di san Giuseppe, sintesi dei patriarchi antichi, proprio in relazione alla dimensione del possesso, che in lui diviene un prendere fatto di obbedienza e generosità. Il prof. don Enzo Gabrieli, nell’intervento dal titolo Giuseppe l’uomo del sogno: spazio di Dio e di libertà, ha invece illustrato come san Giuseppe, uomo completo dall’insondabile e profonda vita interiore, avesse saputo integrare realtà e sogno nella risposta alla volontà di Dio. Gli interventi della seconda parte della mattinata sono stati invece accomunati dal taglio liturgico nelle analisi proposte. Il prof. don Luca Perri e il prof. don Giuseppe Trotta con due ricchi contributi, intitolati rispettivamente I tratti salienti di san Giuseppe: 1. Nel formulario della Messa del 19 marzo e 2. Nella liturgia delle ore del 19 marzo hanno analizzato con precisione e perizia le formule liturgiche attraverso le quali san Giuseppe è presentato alla preghiera e alla devozione del popolo di Dio.Significativo, a sintesi della giornata, quanto affermato dal Prof. Gabrieli: «La bellezza interiore di Giuseppe può diventare modello per i giovani, se come Chiesa sapremo proporlo come nuovo ideale di vita e scuola di evangelica santità».