Diocesi
Essere come il pane è essere per gli altri
Al termine del rito in Cattedrale l’adorazione eucaristica e una benedizione dal sagrato
“Essere come il pane significa non essere più per sé stessi, perché il pane è per nutrire. Essere pane significa lasciarsi mangiare dagli altri. È dare la vita ogni giorno, non fare calcoli umani”. Il messaggio che monsignor Francesco Nolè ha voluto dare nell’omelia pronunciata in Cattedrale per la solennità del Corpus Domini dice lo straordinario significato del pane e del vino che, nella consacrazione, diventano corpo e sangue di Cristo. “Essere pane significa, come Gesù, essere talmente umili da mettersi nelle mani degli altri e lasciarsi lavorare” – ha incalzato il vescovo di Cosenza -, che ha ricordato proprio come si fa il pane e quanti sacrifici esso comporti. “Il pane infatti per diventare tale ha bisogno di chi lo lavora. Ecco perché per donarsi agli altri occorre la pazienza”. Ricordando l’impegno missionario, auspicando che esso sia la traduzione della “nuova evangelizzazione”, mons. Nolé ha sottolineato che “la Chiesa è in uscita quando si muove verso gli affamati di Dio e si lascia mangiare come il pane”. Questo, per il Pastore bruzio, è “fare comunione” per “essere nutrimento per i fratelli, promotori di fratellanza, capaci di donarsi e di ricevere”. L’esempio è quello di papa Francesco che, con la “Fratelli Tutti”, ha dato un segnale e un monito a tutta la Chiesa. La certezza, in conclusione, è che “senza il pane non possiamo vivere, soprattutto senza il pane eucaristico non possiamo vivere”.