Omelia del Vescovo per la Giornata della Vita

Il testo integrale della riflessione proposta da monsignor Nolè durante la messa in diretta Tv su Raiuno. La Santa Messa da Cosenza è stata seguita da 2.324.000 spettatori (23.5%).

Omelia di monsignor Francesco Nolè, Arcivescovo di Cosenza-Bisignano

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, qui presenti o collegati in diretta TV su Rai uno: a voi tutti un cordiale saluto da questa splendida Cattedrale che quest’anno celebra i suoi ottocento anni di storia, di arte, di cultura e di fede.

          Oggi, oltre alla domenica, giorno del Signore, celebriamo anche la 44ª giornata della vita che ha come tema ‘custodire ogni vita ‘.

          La vita è il primo grande dono che Dio fa ad ognuno di noi !

                    Poiché viene da Lui, come dono d’amore che ci rende partecipi della sua divinità, è per noi il bene più prezioso, ma è anche molto fragile;  ha bisogno di cure, di essere accolta e custodita con gratitudine e fortezza di Spirito contro le insidie del male: l’egoismo, l’avidità, la violenza, la solitudine, la disperazione, come ricorda il messaggio della CEI per questa giornata.

          Custodire la vita significa certamente prendersi cura degli altri, ma ciò comporta spesso mettere a rischio se stessi, a volte anche fino al sacrificio totale!

          Pensiamo con commozione e gratitudine a quante persone, nel tempo più acuto della pandemia e ancora oggi, hanno pagato un prezzo molto alto per la loro ammirevole generosità nei confronti del prossimo: famiglie, medici, infermieri, personale sanitario, volontari, forze dell’ordine, militari, istituzioni, sacerdoti, consacrati.

          Tutti questi e altri ancora, magari nascosti alla ribalta dei media, possiamo immaginare come i nuovi “pescatori di uomini”, chiamati dalla forza del Vangelo a custodire la vita di tanti fratelli e sorelle che sperimentano la sofferenza e l’angoscia. In un periodo di tenebre e di paura, di fallimenti e di disperazione, la fede ha continuato così ad ispirare scelte di amore e di vita.

          Anche la storia di Gesù con i suoi discepoli, come abbiamo ascoltato dal Vangelo, ha avuto inizio da una crisi che vedeva quattro pescatori delusi, affaticati e tristi perché avevano pescato tutta la notte senza prendere nulla.

          Gesù presenta ad essi un’altra possibilità, come un sogno da realizzare con Lui: ‘Simone, prendi il largo, riprova a pescare, non arrenderti alla delusione e alla stanchezza.

          Pietro risponde con due affermazioni che per Gesù sono fondamentali:  «Signore abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla, ma sulla tua parola getterò nuovamente le reti».

          Riconoscere la sconfitta e ubbidire alla Parola di Gesù, sono i due atteggiamenti che innescano una gara a perdifiato, tra la debolezza e l’indegnità di Pietro e la grazia di Dio che supera ogni suo progetto.

          Pietro si dichiara peccatore e chiede a Gesù di allontanarsi da lui, ma il Maestro lo incalza, riempiendolo di impensabili doni e responsabilità, davanti ai quali non gli resta, insieme agli altri compagni di pesca, che lasciare tutto e seguirlo.

          E così, in questa gara di fiducia e di amore, si avvera il sogno di Dio: costruire il suo regno non con i ricchi e i potenti, le armi e il terrore, ma con gli  affaticati e gli oppressi, gli  umili e i  poveri, i  peccatori pentiti e i giovani delusi e sfiduciati, quasi a dire a ognuno di noi: “non preoccuparti dei tuoi fallimenti e delle tue ferite, dei tuoi peccati e delle tue infedeltà, guarda avanti, c’è ancora tanto da fare e da ricostruire nella tua vita e in quella dei fratelli … abbi fede, Io sono con te!”.

          E la vita riparte perché nella nostra povera barca ora c’è Lui che ridona fiducia e speranza, indicandoci orizzonti nuovi per una vita nuova!

          L’invito che Gesù ha rivolto a Pietro e ai suoi amici pescatori è valido anche oggi per ciascuno di noi: alzarci, prendere il largo, e con il poco che abbiamo realizzare il suo progetto: costruire un mondo nuovo con al centro l’amore, la pace, la fratellanza e l’accoglienza dell’altro, per essere felici e rendere felici coloro che incontreremo ogni giorno. Egli ci sosterrà in questa missione, perché anche noi saremo purificati come Isaia nella prima lettura per adempiere la missione profetica e convertiti come Paolo, per trasmettere anche noi ciò che abbiamo ricevuto: la fede nella risurrezione di Cristo.

          Il Signore Gesù, per intercessione della Vergine Maria e dei numerosi santi protettori della nostra terra di Calabria ci rendano degni di rispondere alla vocazione di Dio, come ci è stato insegnato dai protagonisti della liturgia della parola odierna: “Eccomi, manda me! Signore io non sono degno, ma sulla tua Parola prenderò nuovamente il largo e getterò le reti, per sognare insieme a Te un mondo nuovo per me e per l’intera umanità”.  Amen.

Cosenza, 6 febbraio 2022