Con un velo di nostalgia termino il mio mandato

La messa di saluto e ringraziamento dell'Amministratore Apostolico monsignor Piemontese. Il testo integrale dell'omelia pronunciata in Cattedrale

S. E. Monsignor Giuseppe Piemontese, Amministratore Apostolico, nel corso della celebrazione eucaristica di ringraziamento per il suo ministero nell’Arcidiocesi ha pronunciato l’allegata omelia (sotto embargo fino alle ore 17).

Il Vicario generale, monsignor Gianni Citrigno, a nome dell’intera comunità diocesana, ha salutato e ringraziato il presule che si è speso con zelo in questi mesi, dopo la morte di monsignor Francesco Nolè ed ha voluto consegnare la riproduzione di una particolare icona rappresentante la gloria dei santi della nostra terra con al centro due angeli che reggono la Madonna del Pilerio.

 

Testo dell’omelia di domenica 29 gennaio 2023 

Cari fratelli e sorelle, allo scadere del mandato che mi lega a questa comunità, desidero elevare il mio grazie a Gesù buon Pastore. E poi esternare a ciascuno di voi e all’intera comunità civile ed ecclesiale, i sentimenti di compiacimento per l’esperienza vissuta tra di voi e la gratitudine per l’accoglienza e le attenzioni fraterne per la mia persona.

Saluto le Autorità civili e militari e le ringrazio per l’attenzione istituzionale e l’interlocuzione con la comunità ecclesiale sui temi di interesse comune. Purtroppo è stato breve il tempo della mia presenza a Cosenza per accrescere ulteriormente la conoscenza e la fattiva collaborazione a favore della comunità, ma sufficiente per sviluppare una reciproca stima e rispetto.

Incoraggio tutti a proseguire con lo stile avuto soprattutto con il compianto mons. Nolè, a fare fronte comune con la Chiesa: in fondo abbiamo lo stesso obiettivo, che è quello del bene comune.

Lo spirito della celebrazione liturgica di questa domenica (quarta del Tempo Ordinario), attraverso la Parola proclamata, il salmo, le orazioni, guida la nostra riflessione e i nostri sentimenti alla gioia, alla consolazione e alla beatitudine. Siamo uniti tra di noi, radunati dal Signore e da Lui raccolti in un abbraccio che ci riscalda di amore e di predilezione, per la vicinanza e la particolare relazione con Gesù, pastore, maestro, fratello di tutti noi.

 

Le beatitudini per la gioia dell’esistenza (prima lettura, salmo e vangelo).

Mentre il cammino di fede della comunità percorre i sentieri dell’anno liturgico e muove i primi passi, siamo raggiunti dalla proclamazione del brano del “discorso della montagna”, il cuore della lieta notizia del messaggio evangelico, nella formulazione dell’evangelista Matteo.

Gesù, dall’alto del nuovo monte Sinai, proclama le parole, che segnano il percorso, la strada e la norma per il popolo di Dio, che Egli si è acquistato col suo sangue. “Beati voi…”. La gioia, la felicità, connotazione del vangelo e di chi lo accoglie come proposta di vita, rappresenta la caratteristica dei suoi discepoli. Sì, proprio i discepoli, nelle varie condizioni dell’umana limitazione, sono felici:

“Beati i poveri in spirito,Beati quelli che sono nel pianto,Beati i miti,Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,Beati i misericordiosi,Beati i puri di cuore,Beati gli operatori di pace,Beati i perseguitati per la giustizia,Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno”.

Chi si decide per Gesù, segue le sue orme, accoglie la proposta di amore testimoniata da Lui e diventa suo discepolo, si ritroverà a trascorrere la sua esistenza nella gioia e a condividere lo spirito delle beatitudini non per sua conquista, ma per la forza dello Spirito di Gesù.La colletta alternativa di questa domenica sintetizza in forma di preghiera questa certezza: “O Dio, che hai promesso ai poveri e agli umili la gioia del tuo regno,dona alla tua Chiesa di seguire con fiducia il suo Maestro e Signore sulla via delle beatitudini evangeliche”.                                        Il profeta Sofonìa, già 8 secoli prima di Gesù, anticipa e delinea la prospettiva messianica, affermata decisamente da Gesù:“Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini,cercate la giustizia, cercate l’umiltà”.I poveri della terra, alla sequela del Maestro, troveranno senso, conforto, sollievo e consolazione dai disagi dell’esistenza. Tutti noi, qui radunati siamo chiamati e collocati in questa prospettiva, ma ci chiediamo se ne abbiamo accolto in verità lo spirito, se cerchiamo il Signore, se aderiamo al suo vangelo. Solo così troveremo consolazione e felicità, condivisione e fraternità, gioia e paradiso sulla nostra terra. Non è facile tutto ciò, perché siamo attratti da altre prospettive e dalle effimere illusioni  del mondo.

Per rimanere al territorio della nostra diocesi, abbiamo davanti una schiera di uomini e donne, che sono stati inondati dallo spirito delle beatitudini, hanno trascorso, pur nella povertà, nella tribolazione, una esistenza felice, hanno contribuito ad elevare spiritualmente, materialmente, socialmente la nostra gente, hanno segnato uno stile e una strada per noi.

Il Vangelo delle beatitudini, che viene proclamato anche nella festa di tutti i santi, conforta questa prospettiva e sta ad indicare il segreto della vita riuscita. E la Chiesa, non solo riconosce nel nostro territorio una schiera grande di “santi della porta accanto”, ma in numero considerevole li ha solennemente ufficializzati, canonizzati a conforto, sostegno e modello per la nostra santificazione.

 

San Francesco da Paola, eremita

Nato a Paola (CS) il 27 Marzo 1416Morto a Tours (Francia) il 2 Aprile 1507Canonizzato da Papa Leone X il 1º Maggio 1519Patrono della Regione Calabria, Compatrono della Regione Sicilia e dell’Arcidiocesi di Cosenza – Bisignano; Patrono della gente di mare e pescatori 

 

SANT’UMILE DA BISIGNANO

religioso dell’Ordine dei Frati Minori

Nato a Bisignano (CS)  il 26 Agosto 1582

Morto a Roma  il 26 Novembre 1637

Canonizzato da Papa Giovanni Paolo II  il 19  Maggio 2002

 

SAN NICOLA SAGGIO DA LONGOBARDI

 religioso dell’Ordine dei Minimi

Nato a Longobardi (CS)   il 6 Gennaio 1650

Morto a Roma  il 3 Febbraio 1709

Canonizzato da Papa Francesco  il 23 Novembre 2014

 

SANT’ANGELO D’ACRI –  Religioso

sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini

Nato ad Acri (CS)   il 19 Ottobre 1669

Morto ad Acri  il 30 Ottobre 1739

Canonizzato da Papa Francesco  il 15 Ottobre 2017

 

BEATO FRANCESCO MARIA GRECO –  Fondatore 

Nato ad Acri (CS)   il 25 Luglio 1857

Morto ad Acri  il 13 Gennaio 1931

Beatificato a Cosenza il 21 maggio 2016  

Sacerdote Diocesano, Fondatore Istituto Piccole Operaie dei SS. Cuori

 

BEATA ELENA AIELLO –  Fondatrice

Nata a Montalto Uffugo (CS)  il 10 Aprile 1895

Morta a Roma il 19 Giugno 1961

Beatificata  a Cosenza il 14 Settembre 2011 

Religiosa mistica e fondatrice della Congregazione delle Sorelle Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo.

 

Ultimo della serie, approvato da papa Francesco il 19 gennaio u.s., il venerabile Gaetano Francesco Mauro,presbitero.

Nato a Rogliano (CS) il 13 aprile 1888 

Morto a Montalto Uffugo (CS) il 31 dicembre 1969), fondatore dei Catechisti Rurali, Ardorini (“Associazione Religiosa degli Oratori Rurali (A.R.D.O.R.),

 

Invito al discernimento

Nel clima di verifica, di ringraziamento e di commiato di questa sera, desidero invitarvi ad una riflessione approfondita sugli eventi importanti, con cui il Signore ha ultimamente toccato il nostro territorio e la nostra Chiesa.

La conclusione di questa parentesi di tempo, gli ultimi 5 mesi, da me trascorsi in questa comunità, vuole essere non solo rendimento di grazie al Signore, ma anche raccolta e comprensione delle provocazioni, dei segni dei tempi, inviatici per spingerci al rinnovamento delle nostre persone, delle famiglie e della nostra realtà ecclesiale e civile.

 

La morte del Pastore

Al momento culminante della celebrazione del giubileo degli 800 anni della dedicazione della cattedrale, festa, memoria, vanto e santo orgoglio, la diocesi è stata colpita dalla morte imprevista e improvvisa del suo pastore, il vescovo P. Francesco Nolè. Ci sono venuti incontro, come luce interpretativa per la nostra fede, i brani evangelici “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24). “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” Gv 15, 12).

La testimonianza del pastore, che in tutti i sensi ha donato la vita al Signore, alla e per la sua chiesa, ha richiamato e ricondotto la riflessione di tutti alla logica pasquale del Vangelo. Il sacrificio del pastore, che ha seguito la scia del Maestro, è la strada della nostra comunità, di ciascuno, nel testimoniare la fede e l’amore, di cui siamo stati ripieni dal Signore.

La Cattedrale, simbolo della Chiesa, Popolo santo fedele di Dio, acquista valore e fecondità col dono della vita di pastori e gregge, ministri e fedeli, nello spirito delle beatitudini, sperimentate in questo tempo e vivificate dalla presenza e dalla forza di Gesù, trasmessaci dallo Spirito Santo.

La morte del nostro vescovo Francesco, nel tempo e nelle circostanze, va ulteriormente letta e approfondita alla luce della Parola e del discernimento nello Spirito, quale messaggio significativo e imprescindibile per il cammino della nostra Chiesa. Il lutto che ha colpito la nostra Chiesa non può essere rapidamente elaborato dalla forma consolatoria del voltare pagina e andare oltre.

La presenza del vescovo Francesco in questa diocesi col significato, trasmesso dal messaggio dalla sua persona, dalle scelte e programmi pastorali attuati, dai messaggi particolari alla comunità e alle singole persone (quanti sacerdoti e fedeli mi hanno confidato di essere stati da Lui compresi, incoraggiati, riconciliati e ricolmati di speranza!), con la modalità della conclusione della sua vita, è segno, è lettera di Dio per singoli e la comunità di Cosenza-Bisignano, da cogliere e da vivere nel nuovo tempo che Egli ci dona.

Molti hanno voluto evidenziarne la memoria intitolando a Lui alcune opere: l’Emporio della solidarietà, la sala multimediale della curia, alcune sedi della caritas parrocchiale e vari luoghi… Credo che altre opere vadano poste in essere in sua memoria, specie nel versante della carità. E mi faccio interprete dell’auspicio comune che presto l’Amministrazione comunale attui la promessa di intitolargli una piazza o strada in località significativa.

 

 

La “missione intermedia” dell’Amministratore Apostolico

Dal giorno della morte del vescovo Francesco, la Provvidenza ha voluto che io fossi chiamato ad unirmi a voi in questo tempo intermedio, in qualità di Amministratore Apostolico.

Ho interpretato questa chiamata come invito alla condivisione della sofferenza e alla santificazione del tempo del lutto insieme ai familiari di p. Francesco, ai confratelli francescani e alla Chiesa di Cosenza-Bisignano.

Per me è stato un invito alla fraternità rinnovata col vescovo p. Francesco, confratello e socio nell’Ordine francescano, negli anni della comune giovinezza, durante il mio servizio di Ministro provinciale di Puglia e di Vescovo.

Ma anche una missione di conforto e consolazione con una Chiesa provata dalla perdita del pastore e dalla interruzione del tempo di gioia del giubileo degli 800 anni della Chiesa cattedrale.

La missione affidatami era dal profilo ignoto, incerta e impegnativa in una comunità a me totalmente sconosciuta, estesa e variegata.

Qualche confratello vescovo mi diceva: “Ricordati che sei solo Amministratore Apostolico, sei chiamato a curare l’ordinaria amministrazione e ad essere traghettatore, a preparare l’arrivo del vescovo “ordinario”.

Fidando nell’aiuto della Madonna del Pilerio, della quale avevo appena sentito il nome, del Serafico Padre S. Francesco d’Assisi, di S. Francesco di Paola e dei santi confratelli francescani del luogo, Umile e Angelo, ho deciso che nei 4-5 mesi preventivati, sarei stato a tutti gli effetti Vescovo di questa Chiesa. Ho disposto di risiedere abitualmente in Diocesi, di accompagnare la comunità nell’attuazione dei programmi, di confortare la comunità e di rendere onore al Pastore defunto, evidenziando e completando quanto da Lui avviato.

Chiamato a Cosenza con l’incarico di Amministratore Apostolico, mi suonava strano essere apostrofato con questo titolo: “l’amministratore ti chiama, l’amministratore scrive, invita, convoca, celebra…”. Mi sono sentito e ho agito da vescovo a tutti gli effetti, padre, fratello, pastore tra voi per il tempo stabilito dalla Provvidenza.

Ho raccolto il testimone in una staffetta ideale di sentimenti di amore e fraternità, in corsa veloce: impegno di conforto e consolazione, lettura dei segni di Dio, discernimento sulle decisioni per non sospendere l’annuncio del Vangelo qui e oggi, stimolo alla comunità, ripresa e trattazione dei problemi e temi contingenti.

Ho deciso di vivere con voi e tra voi… risiedendo in seminario e in vescovado, visitando e incontrando le comunità cristiane.  Alla comunità del Seminario desidero esprimere un particolare ringraziamento per le attenzioni riservatemi e per la condivisione della preghiera, dell’Eucarestia, la fraternità e i pasti.

La cura principale l’ho riservata ai presbiteri, trascorrendo con loro i due turni di esercizi spirituali, i cinque incontri del clero e rendendomi disponibile al dialogo in ogni momento.

Ho cercato di assicurare la vicinanza e la guida a tutte le realtà diocesane, a cominciare da quelle centrali fino a quelle periferiche.

Ogni decisione importante è stata presa col discernimento e col consenso del Collegio dei consultori e in alcuni casi anche dei vicari.

Conservo il rammarico per non aver incontrato tante realtà e tuttavia mi sono arricchito dagli incontri realizzati con le associazioni laicali: l’Azione Cattolica, i giovani, le consulte dei giovani, delle famiglie, delle aggregazioni laicali, i religiosi, diverse parrocchie, le realtà curate dalla Caritas.

Ho svolto la mia missione in questa Diocesi innanzitutto sforzandomi di non provocare danni ad una realtà ben articolata. Inoltre, mi sono proposto di sostenere lo slancio del cammino di fede, speranza e carità, già in atto, soprattutto nel contesto degli 800 anni della dedicazione della Cattedrale e del percorso sinodale. Infine, ho accompagnato clero, religiosi e laici nei propri percorsi ecclesiali e nella comprensione del momento storico e spirituale che la Chiesa diocesana sta vivendo, preparandosi ad accogliere il pastore “ordinario” scelto dal Santo Padre.

A conclusione di questo periodo ringrazio il Signore per la benevolenza verso di me e ringrazio tutti voi per le attenzioni e la pazienza, di cui mi avete circondato e che mi ha reso agevole il servizio alla diocesi.

 

Qualche consegna semplice e fraterna

 

Le ricchezze

Ho trovato una Diocesi ricca di santi e di percorsi di santità in vari periodi della storia fino ad oggi, in ogni categoria: preti, religiosi e laici.

Una Diocesi sensibile e dedita alla cura delle vocazioni e alla pastorale vocazionale con un nutrito gruppo di seminaristi in due seminari: Il seminario teologico Metropolitano Redemptoris Custos e il seminario Missionario Redemptoris Mater del Cammino Neocatecumenale. Sono la pupilla dell’occhio di questa Chiesa.

Una comunità dedita alla carità in maniera pluriforme, estensiva, organizzata e libera: ad iniziativa diretta della Diocesi, come opera di Congregazioni religiose M e F, di parrocchie, di associazioni laicali, con generosa presenza di volontariato.

Il percorso sinodale, si sta evolvendo alla riscoperta della identità di Chiesa con la celebrazione degli 800 anni della dedicazione della cattedrale e dei 60 anni di apertura del concilio Ecumenico Vaticano II.

Una Chiesa bella, illustrata dai suoi figli, specie i poveri, da questa cattedrale con la sua storia e memorie; con la testimonianza di santità e di cultura, sviluppata nei secoli e oggi riscontrabile nell’Istituto teologico, nell’ISSR, nel museo-Archivio diocesano, nelle numerose comunità, disseminate nel territorio, e nelle numerose chiese, costruite nei secoli, alcune veri gioielli, monumenti ed espressioni della fede di intere generazioni e della adorazione e lode a Dio.

Ringrazio il Signore per questa comunità diocesana, che ha saputo custodire e trasmettere il vangelo e la tradizione locale religiosa, civile e culturale, di fede popolare, che ben si è rinnovata sotto la guida di vescovi saggi, che nel tempo si sono succeduti alla sua guida.

Rendo lode al Signore per il Presbiterio numeroso e ricco di fede e di zelo, per le Religiose, i religiosi e i consacrati ancora con le lampade accese della fede nel primato di Dio e della carità verso i poveri e i sofferenti nel nostro mondo, indifferente e lontano da Dio.

Ringraziamo il Signore per i movimenti, le associazioni e i tanti laici, motivati e consapevoli della loro vocazione alla santità, sale della terra e luce in un mondo in gran parte avvolto dalla penombra dell’effimero e dell’inconsistente. 

Non possiamo non menzionare l’azione evangelizzatrice, svolta attraverso il settimanale diocesano, Parola di Vita e il Tribunale ecclesiastico Metropolitano

 

 

Il dono del vescovo Giovanni

Ora è arrivato il momento di alzare decisamente lo sguardo della fede al futuro, incontro a Cristo in compagnia dei fratelli, guidati dal vescovo Giovanni. Egli, con la forza dello Spirito e il ministero e la generosità conferitagli dal Buon Pastore, guiderà questa Chiesa per i sentieri di Dio.

Il nuovo vescovo, inviato in breve tempo, è il segno della misericordia e della predilezione del Signore per questa Chiesa particolare e anche la spinta al rinnovamento con nuovo entusiasmo.

I tempi stanno cambiando e il regime di cristianità non può essere più il contesto e il punto di partenza per l’annuncio dell’Evangelii Gaudium negli anni che verranno. E tuttavia Gesù è con noi e lo Spirito indicherà le vie della Nuova Evangelizzazione.

Il cammino sinodale, intrapreso decisamente dalla Chiesa, è stato dalla nostra Chiesa particolare assunto, abbandonando residue incertezze anacronistiche e debilitanti. In comunione con la Chiesa italiana, lasciamoci accompagnare per le strade del mondo nello stile dell’ascolto, del dialogo, della testimonianza di Gesù Risorto. In molte parrocchie vanno incoraggiate le dinamiche sinodali, gli organismi sinodali (CPP, CPAE…) a tutti livelli.

I dinamismi della carità nel nome di Gesù, con scelte di ascolto della Parola, di discernimento e di condivisione delle inquietudini, delle pene e delle speranze della società “sazia, opulenta e disperata” del mondo occidentale, come pure dei poveri del nostro e del Terzo e Quarto mondo, vanno analizzati, condivisi dalle comunità e dai singoli discepoli del Signore.

Tra le tante attenzioni, che siamo chiamati a prestare (cultura, anziani, malati, poveri, disoccupati…) due mi sembrano prioritarie:

Il mondo giovanile, che sta diventando sempre di più “generazione assente” dalle nostre comunità;

la pastorale della famiglia, che dalla cultura secolare viene sempre di più bersagliata, demolita e riportata alla precarietà del consumismo, isterilendo uno dei pilastri della società e della stessa Chiesa.

Invito a rafforzare la comunione sincera e testimoniale all’interno del clero, delle comunità, delle parrocchie, tra gli organismi di partecipazione.

Alcuni presbiteri, spronati dal compianto vescovo Francesco, lodevolmente conducono vita comunitaria e si riuniscono in comunità pastorali nell’esercizio del ministero: è la via maestra del futuro.         

Esprimo pure apprezzamento per i tanti presbiteri, che operano in condizioni disagiate, in luoghi isolati, in posti di frontiera. Ma nello stesso tempo manifesto preoccupazione per l’indisponibilità di alcuni a trasferirsi in posti e parrocchie lontane o ritenute disagiate e poco gratificanti. Il Vangelo delle beatitudini oggi ci spinge a scegliere come condizione di vita, la povertà di spirito e il servizio ai poveri per vivere già da oggi, nella felicità.

 

 

 

 

 

 

 

CONCLUSIONI

Cari fratelli e sorelle, il 17 settembre scorso mi sono presentato a voi in semplicità e in silenzio per svolgere tra voi una missione di supplenza, una pastorale di accompagnamento e un servizio di amore; ugualmente  in silenzio, con affetto accresciuto e con un velo di nostalgia  termino il mandato.

Lascio questa comunità con la buona coscienza di aver fatto quanto era nelle mie possibilità, chiedendovi scusa per le inadeguatezze e gli errori compiuti. Tutto ho cercato di eseguire in obbedienza al Buon Pastore, con amore e con la prospettiva di prepararvi ad accogliere con fede, amore e simpatia il vescovo Giovanni e con lui realizzare con entusiasmo e generosità i disegni di Dio e la santità della vita. Grazie a ciascuno per l’accoglienza, la collaborazione e la generosa vicinanza;

ai confratelli presbiteri del Collegio dei consultori e ai vicari esprimo gratitudine per avermi accompagnato col consiglio e il supporto, frequentemente richiesti.

Affido alla Madonna del Pilerio e ai Santi di questa terra, tutti voi, la mia persona e il mio ministero futuro

Alla cara Chiesa di Cosenza-Bisignano auguro rinnovamento spirituale e tempi di benessere e di grazia, sotto la guida del vescovo Giovanni. Il cammino sinodale porti tutti a seguire la volontà del Signore e a preparare e celebrare l’Anno Santo (Giubileo) del 2025 nella gioia di Cristo Signore, re dell’Universo.

Su ciascuno scenda l’augurio-benedizione di S. Francesco d’Assisi: Il Signore ti dia la Pace!

                                                                                                                                             P. Giuseppe Piemontese

                                                                                                                                         Amministratore Apostolico

 

L’Amministratore Apostolico, insieme al presbiterio diocesano, alle autorità e ai fedeli laici resterà fino al 4 febbraio 2023, alle ore 16, per accogliere il nuovo Vescovo Giovanni nel corso della celebrazione di inizio del ministero in Cattedrale. La santa messa sarà preceduta dall’incontro e dal saluto dei giovani alle 15 nell’auditorium “Guarasci” del Liceo Telesio e delle autorità alle 15.30 nel Salone degli Specchi del Palazzo della Provincia.