Diocesi
Una luce squarcia le tenebre della notte: è Pasqua
La celebrazione della "madre di tutte le veglie" presieduta dall'Arcivescovo Nolè.
La luce, che improvvisamente riempie il presbiterio e le navate della Cattedrale, insieme al suono festoso delle campane e a quello deciso dell’organo e al canto esultante dell’alleluia annunciano, durante la veglia pasquale nella notte santa, che veramente Cristo è risorto. Il cuore dei fedeli, di fronte a una tale esplosione di suoni e voci, vibra di stupore come quello delle donne davanti al sepolcro, tramortite dal terremoto e dall’annuncio dell’angelo. La paura è vinta da una gioia dirompente che rivela la vittoria della vita sulla morte e dà ai fedeli come a “Maria di Magdala e all’altra Maria” la forza e il coraggio di dire a tutti di non più temere perché Cristo è vivo in mezzo a noi: “Questa è la nostra speranza, questa è la nostra gioia, questa la nostra fede: è risorto e ci precede in Galilea! Sì, lui ci precede sempre: la nostra debolezza, il nostro peccato, la nostra tiepidezza non ci permetterebbero di essere entusiasti missionari del Vangelo. Così, lui fa il primo passo, ci viene incontro con il sacramento della misericordia, con la sua Parola, con il suo Corpo e il suo Sangue, in ogni luogo, nel fratello che abbiamo la fortuna di abbracciare durante la giornata: lui è lì a dirci ‘Non avere paura: io ho vinto il mondo, il peccato. Se sarai unito a me come il tralcio alla vite, allora, sarai sempre capace di amare e di creare vita intorno a te’”. Sono le parole pronunciate da monsignor Francesco Nolè durante l’omelia di ieri notte, esortazione ad abbandonare la vita vecchia e a camminare nella vita nuova del Vangelo: “Una vita fuori dal Vangelo è una vita vecchia, è una vita superficiale. La vita secondo il Vangelo è vita nuova, buona e bella perché è vita donata. Cristo ha donato tutto se stesso per noi. Chi è con lui, il cristiano, deve fare altrettanto”. L’invito è a ritornare al nostro battesimo come pure raccomanda san Paolo nell’epistola ai Romani: “Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione”. La santa ;essa è arricchita dalla presenza di due catecumeni, Alessandro e Lorenzo, che da adulti hanno ricevuto, durante la stessa celebrazione, i sacramenti dell’iniziazione cristiana. A loro e a tutti i fedeli giunge l’augurio di mons. Nolè: “il dono che abbiamo ricevuto nel battesimo, la vita nuova, sia l’impegno quotidiano che dice a chi incontriamo ‘Cristo è veramente risorto e la mia vita me lo dimostra ogni giorno’”.