Sant’Angelo accolto in festa nella sua Acri

Nell’anfiteatro comunale la messa di ringraziamento con più di tremila fedeli

Una città vestita a festa per accogliere e festeggiare Sant’Angelo dopo la Canonizzazione della settimana scorsa in piazza San Pietro. Festoni, striscioni e immagini del famoso predicatore cappuccino riempiono le strade di tutta la cittadina che oggi ha ringraziato il Signore con una solenne messa nell’anfiteatro comunale alla quale hanno preso parte più di tremila fedeli, quaranta sacerdoti concelebranti e 150 volontari che hanno accolto e accompagnato i pellegrini provenienti da tutta la Calabria. A presiedere l’eucarestia, trasmessa in diretta tv e radio, Monsignor Francesco Nolè, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, che ha sottolineato quanto sia ancora doveroso ringraziare il Signore per la gioia di questi Santi che impreziosiscono la terra di Calabria. “Ma chi sono i Santi? – ha proseguito Monsignor Nolè durante l’omelia – sono coloro che hanno amato sulla terra partecipando così della santità di Dio. Sono stati tanti i giornali che questa settimana hanno esaltato la figura di Sant’Angelo additandolo come modello da seguire. Ma noi non dobbiamo solo osservare, non dobbiamo solo essere spettatori, ma diventare loro imitatori”.

Poi il vescovo si è soffermato sulla venerazione che tanti fedeli in ogni parte del mondo e soprattutto nella nostra terra si rivolge ai Santi riconoscendo loro un’amicizia speciale con il Signore. “Essere amici di Dio significa amare con il suo cuore. Cuore che non tradisce mai perché avendoci costituito come suoi figli non smette mai di cercarci, e lo fa ancora di più con chi è lontano moltiplicando i suoi sforzi per riportarlo sulla buona strada”.Buona strada che la nostra terra sembra aver smarrito perché troppo spesso asfissiata dalla criminalità organizzata e da quella “mala vita” “che – ha ricordato ancora il padre arcivescovo – va combattuta con una buona vita organizzata; perché chi fa il bene, e sono davvero in tantissimi, non va solo ammirato, ma imitato. Questo sì che trasformerà la nostra società. Quindi seguire l’esempio dei Santi, come quello di Sant’Angelo definito dal cardinale Amato ‘apostolo delle Calabria’, che con la sua predicazione, dal confessionale, nelle case dei potenti ha lottato per sconfiggere il male. Questo deve diventare il nostro compito a tutti i livelli della nostra vita”.