Anche a Cosenza una Discovery family park

La grande struttura, nata da un'idea di Simonette Lottie, cerca di soddisfare le esigenze della famiglia. L'obiettivo è creare una coscienza sociale.

Occuparsi dei bambini e valorizzare la socializzazione fin da piccoli mettendo al centro di tutto lo sport. E’ quello che succede a Cosenza da un pò di tempo a questa parte per opera dell’associazione Discovery family park, ambizioso e innovativo progetto nato da un’idea di Simonette Lottie. Lei, giovane madre portoricana, si trasferisce in Italia undici anni fa e , dinnanzi a una mentalità che nell’ambito dell’educazione infantile si nutre ancora di metodi obsoleti, intuisce la necessità dell’attività motoria nella formazione dell’individuo fin dalle più tenere fasce d’età. Con Parola di vita l’abbiamo incontrata per cercare di capire qualcosa di più sulla sua iniziativa.

Da cosa nasce l’Idea di Discovery family park?

«Il progetto nasce nel 2011.Sono cresciuta in un ambiente in cui l’attività fisica è irrinunciabile. Ho sempre avuto sotto gli occhi l’esempio di associazioni come la statunitense «YMCA», una struttura semiprivata che mette a disposizione dei bambini degli enormi centri sportivi, o come Boys and Girls Club, un doposcuola che, oltre a lavorare sulla corporeità, si focalizza sulla socializzazione con svariate momenti ludici  e artistici. L’idea l’ho presa da lì. In più, quando mi sono trasferita in Italia ho sentito il bisogno di dare a mio figlio, che all’epoca gattonava appena, l’opportunità di uscire dalle 4 mura domestiche in cui eravamo rinchiusi. Ma qui non c’erano spazi attrezzati per i più piccoli, parco giochi e ludoteche.  A quel punto ho capito che Cosenza aveva bisogno di un posto come la YMCA»

In cosa consiste specificamente il lavoro dell’associazione?

Lavoriamo con bambini a partire dai 3 anni d’età a cui garantiamo un servizio completo. Partiamo dall’ora di pranzo con il servizio mensa che segue un menù stilato da uno specialista dell’Asl di Cosenza, poi li aiutiamo con i compiti. Generalmente dalle 4 alle sei ci dedichiamo al miniclub che comprende laboratori di musica, teatro, pittura oltre a vari tipi di sport. Il tutto sempre giocando.Questo solo d’inverno. D’estate il lavoro è diverso.

Cioè?

Innanzi tutto la partecipazione è maggiore. Si passa da una media di 20 iscrizioni durante i mesi invernali a circa 80 presenze d’estate.Poi, invece che lavorare solo il pomeriggio, siamo operativi anche la mattina. Con le belle giornate le attività si concentrano soprattutto all’aperto. Organizziamo picnic e , siccome abbiamo una piscina scoperta,  giochi acquatici che possano coinvolgere e divertire i bambini.Un vero e proprio campo estivo insomma.

Proponete vari tipi di sport.Quali sono? 

Sono diversi. Per noi non esiste solo il calcio o la pallavolo. Facciamo Corsi di Kick Boxing, nuoto, e danza. Io sono del parere che i bambini debbano conoscere almeno le basi di ogni sport del mondo.

Dove avete trovato i fondi per finanziare il progetto?

Il progetto è  completamente autofinanziato. Abbiamo cercato fondi pubblici ma, purtroppo, il Comune non ci ha aiutato.

Perchè lo sport è così importante secondo lei per i bambini?

Perchè ho notato che per loro è il modo più immediato di integrarsi e socializzare. Imparano a fare gruppo, a porsi degli obiettivi, si sviluppa il senso di solidarietà. Credo che sia più facile coinvolgerli così che non con le discipline tradizionali.