Territorio
La Nave della Sila
Il Museo narrante dell'Emigrazione Nave della Sila è stato ideato e realizzato dalla Fondazione Napoli Novantanove ed ha lo scopo di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale del Mezzogiorno, raccontando attraverso percorsi fotografici, video e illustrazioni un fenomeno che ha segnato un'epoca
La Nave della Sila nasce nel cuore dell’altopiano silano e ospita al suo interno il Museo Narrante dell’Emigrazione che si trova in una vaccheria restaurata dall’architetto Sila Barraco a poche centinaia di metri dal Parco Letterario Old Calabria. Ideato e realizzato dalla Fondazione Napoli Novantanove che ha tra i suoi principali scopi quello di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale del Mezzogiorno, raccontando attraverso percorsi fotografici, video e illustrazioni un fenomeno che ha segnato un’epoca.
“Questo museo nasce in Sila per rendere omaggio ad una terra, la Calabria, che è stata nel corso della storia una dei maggiori luoghi di partenze – ci spiega Mirella Stampa Barracco Presidente e fondatrice, con il marito Maurizio Barracco, della Fondazione Napoli Novantanove, che ha ideato e realizzato il museo -. “Il progetto – continua la dottoressa Barraco – ha lo scopo di raccontare alle nuove generazioni un pezzo della nostra storia. Ci siamo infatti resi conto che si sapeva molto poco e che l’argomento dell’emigrazione meritava molto più spazio. La nostra intenzione è quella di preservare la memoria, di raccontare le storie di tanti giovani eroi che un tempo sono partiti vivendo delle storie drammatiche; le stesse che stanno vivendo quei migranti che oggi arrivano sulle nostre coste”. Quindi la storia di una Calabria che da terra di partenze è diventata terra di arrivi, di sbarchi.
“Proprio per questo abbiamo voluto sottolineare questi temi, per educare le nuove generazioni e prepararle a queste nuove esperienze. Il nostro compito principale è quello di istruire, mettendo ancora più in risalto come il valore dell’accoglienza nel Mezzogiorno, più che nel resto d’Italia, sia alla base del nostro essere solidali ed accoglienti”.
Quindi un percorso che offre ai visitatori uno spaccato della storia dell’emigrazione italiana a partire dalla ricostruzione di un ponte di un bastimento, simbolo stesso del grande esodo. In questo spazio sono esposti numerosi pannelli con fotografie, illustrazioni e copertine di vecchie riviste, poesie, statistiche e testimonianze letterarie che raccontano una storia lunga un secolo. Nato con l’obiettivo di far cogliere a tutti, soprattutto alle centinaia di studenti che ogni anno visitano il museo, un fenomeno che ha accompagnato la nostra storia ed ora ci vede nuovamente protagonisti nell’accoglienza, il museo ospita al suo interno tre fumaioli: il primo contiene una raccolta di video dell’Istituto Luce,; il secondo riproduce una cuccetta dell’epoca; Il terzo una collezione di centinaia di canzoni, colonna sonora del nostro esodo. Ancora le due maniche a vento ospitano un approfondimento su una famiglia di emigrati calabresi e la banca dati della Fondazione Agnelli con i nomi degli italiani sbarcati a New York, a Santos e a La Plata.
Il museo si completa con una grande sala convegni, una biblioteca e videoteca che ogni giorno si arricchisce di libri e film sull’emigrazione e il container posto all’esterno che ospita la nuova sezione Mare Madre dedicata all’immigrazione.