Alla scoperta del regno dei pinguini

Il cosentino Francesco Pellegrino fa parte dell'Unità tecnica dell'Enea. A PdV si racconta e ci porta in uno dei luoghi più inesplorati del Pianeta

L’Antartide è  il continente più freddo e inesplorato del Mondo.Pochi coloro che hanno la possibilità di visitare questa parte estrema della Terra. Estrema non solo per la sua posizione, si trova nella zona più a sud del  Pianeta, ma anche per le temperature rigide. Una zona per lo più ricoperta da ghiaccio dove tra paesaggi mozzafiato, pinguini, foche e calotta glaciale l’occhio umano si perde di fronte all’immensità e alle meraviglie della natura polare. Ed è proprio qui che da alcuni mesi vive e lavora Francesco Pellegrino, giovane ingegnere originario di Acri. Con alle spalle una laurea e un master  in sistemi energetici avanzati all’Unical ed esperienze di lavoro in Calabria, in Lombardia e in Lazio, è alla sua seconda missione in Antartide. La prima nel 2013. Francesco Pellegrino fa parte dell’Unità Tecnica Antartide dell’Enea (Agenzia  nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), “che si occupa- ci spiega – dell’organizzazione della spedizione italiana in Antartide, della logistica dei trasporti e della gestione tecnica delle infrastrutture e degli impianti delle base italiana antartiche “Mario Zucchelli”  e della base  “Concordia”,  quest’ultima condivisa dall’Italia con la Francia e posta  sul plateau antartico”.

Perché l’Antartide pur essendo una terra poco ospitale per la vita umana, è da sempre un punto di osservazione  privilegiato per gli scienziati per studiare “non solo i cambiamenti climatici, ma anche fenomeni come la contaminazione ambientale, la glaciologia,  le biodiversità, l’evoluzione ed l’adattamento degli organismi antartici”.

Una ricerca, così come ci racconta l’ingegnere acrese che a fine Gennaio ritornerà in Italia, “che spazia in diversi ambiti: dalle  scienze della Terra alla glaciologia,  dalle scienze dell’atmosfera e dello spazio alle attività di monitoraggio presso gli Osservatori permanenti meteo-climatici, astronomici e geofisici”. “La spedizione italiana- ci racconta Pellegrino-  si colloca nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide e vede impegnati un centinaio tra ricercatori proveniente dalla maggior  porte delle università ed istituti di ricerca  italiani e tecnici dell’Enea che si occupa della logistica e della gestione delle infrastrutture, del parco macchine e degli impianti”. 

Cosa ha provato la prima volta che si è trovato a guardare la bellezza dei ghiacciai?

Ho raggiunto la prima volta l’Antartide in nave. Sono partito dalla Nuova Zelanda e  sono arrivato dopo 11 giorni di navigazione. Credo che sia il modo più emozionante per chi si appresta a fare questa esperienza per la prima volta. Dopo 5 giorni ho attraversato il Circolo Polare Antartico con la sua cintura dei ghiacci. Ricordo che erano i giorni in cui una nave russa era rimasta incagliata proprio li dove stavo per passare, ma nessuna apprensione, solo tanta adrenalina. Il paesaggio era surreale. Il riverbero del sole sui ghiacciai era accecante. Si navigava in mezzo agli iceberg, le orche, le balene, i primi pinguini, insomma paesaggi indescrivibili e tanta emozione. La sensazione era quella che realmente ci si stava avvicinando ai confini del Pianeta.

* Intervista integrale sul numero di Parola di Vita del 22 gennaio.