Territorio
In mostra a Rende la storia sismica italiana
Al Museo del Presente in esposizione i dispositivi antisismici di ogni epica
Cos’è un terremoto? Quali sono le conoscenze utili per prevenire i disastri? Queste ed altre domande troveranno risposta grazie ad un interessante percorso espositivo comprendente la mostra itinerante “Terremoti d’Italia” curata dal Dipartimento della Protezione Civile in collaborazione con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, in questi giorni al Museo del Presente di Rende (CS) nell’ambito della manifestazione “La Calabria che si muove”.
Un mese questo, dal 21 febbraio al 21 marzo, ricco di seminari ed incontri atti a sensibilizzare giovani e meno giovani sul rischio sismico e sugli aspetti legati alla prevenzione.
L’esposizione, itinerante, ripercorre alcuni dei principali eventi della storia sismica italiana; lungo il percorso si possono vedere sia moderni dispositivi antisismici capaci di ridurre drasticamente gli effetti del terremoto sia strumenti di misura di ogni epoca, dal sismoscopio cinese a sismografi meccanici di inizio secolo, fino alle più moderne apparecchiature elettroniche ed i complessi sistemi di monitoraggio. Ogni visitatore potrà così approfondire la propria conoscenza su come nascono e come si misurano i terremoti, quali sono i comportamenti e gli strumenti di difesa, prima, durante e dopo un fenomeno sismico. Particolare attenzione è dedicata alle attività di apprendimento da parte delle scolaresche chiamate a sperimentare in prima persona sensazioni ed emozioni legate all’esperienza di un terremoto, nonché a indagare con esperimenti scientifici le conoscenze teoriche mediante strumenti-gioco dedicati ai diversi argomenti. Il fulcro della mostra è rappresentato dalla piattaforma sismica con la quale il visitatore può apprendere cosa sia un terremoto, attraverso la percezione sensoriale degli effetti sulle persone e sulle cose. L’esposizione rappresenta anche una provocazione sulla questione nazionale della prevenzione sismica, rispetto alla quale ancora molto c’è da fare, per accelerare il processo di messa in sicurezza degli edifici sull’intero territorio calabrese e nazionale.