Ripartire dagli esempi positivi perché la famiglia non sia deviata

'Ndrangheta e famiglia compromessa, l'incontro all'Università della Calabria nell'ambito del Festival della comunicazione.

“L’amministrazione dei sacramenti può essere occasione per stabilire legami per una famiglia più allargata, che tende ad avvelenare, a distruggere la famiglia. Oggi vogliamo parlare delle famiglie deviate”. Nei saluti di don Enzo Gabrieli, direttore dall’ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Cosenza, direttore di Parola di Vita, il significato del seminario “‘Ndrangheta e famiglia compromessa”, svoltosi questa mattina all’Università della Calabria, aula Solano. L’incontro rientrava tra le tante iniziative organizzate dall’Arcidiocesi nel Festival della comunicazione, l’iniziativa portata avanti dalla famiglia paolina in corso a Cosenza.

L’evento all’Unical, organizzato grazie al Dipartimento di lingue e scienze dell’educazione, ha visto la presenza di oltre trecento studenti, ai quali è stata consegnata la Nota pastorale sulla ‘ndrangheta dei Vescovi calabresi “Testimoniare la verità del Vangelo”. Accanto alla nota Cec, su cui si registra sempre maggiore interesse  (https://t.co/rgx9n4t6BO) ai giovani studenti è stato distribuito l’ultimo numero di Parola di Vita e alcune copie di importanti testate nazionali cattoliche, che si sono interessate al Festival della Comunicazione. Diversi i relatori, tra esperti, magistrati (il procuratore Vincenzo Spagnuolo), giornalisti (Arcangelo Badolati, caposervizi di Gazzetta del Sud) e testimoni (Marisa Garofalo). L’incontro ha visto la collaborazione nell’organizzazione del Circolo della Stampa Sessa di Cosenza. “Questa è una occasione di riflettere sull’amore per la vita”, ha detto Giancarlo Costabile, docente Unical, che ha ricordato il significato della croce di Cristo in chiave di un rinnovato impegno culturale – impegno che il docente sta portando avanti nell’ateneo cosentino con gli studenti di scienze dell’educazione.

Forti i temi di dibattito e testimonianza, verso i quali gli studenti hanno mostrato grande attenzione. “La cellula fondamentale della società, che è la famiglia, può essere ammalata”- ha detto don Gabrieli, nel saluto iniziale, rivolto anche a suor Cristina Beffa e don Ampelio Crema, responsabili della famiglia paolina per il Festival. Dalla Calabria, riguardo alla famiglia compromessa, si registrano anche “segnali positivi”, come ha testimoniato il caporedattore della redazione romana di Avvenire, Antonio Maria Mira, professionalmente impegnato in temi sociali rilevanti soprattutto nel Mezzogiorno. In relazione ai legami malavitosi, Mira ha detto che “rimane ancora da fare, ma non tutti hanno accettato le regole di questo tipo di famiglia”. “I passi indietro sono ancora possibili, c’è bisogno di fare scelte di vita drastiche”.