Territorio
I tanti perchè delle Sentinelle in Piedi a Paola
Manifestazione nel centro tirrenico, diversi i punti di contestazione pacifica.
“Siamo qui per denunciare una serie di minacce contro l’uomo in corso nella nostra società dalle quali è sempre più difficile dissentire senza essere accusati di oscurantismo e ancora peggio di omofobia. Siamo qui oggi per denunciare che la libertà d’espressione è sotto attacco, la famiglia è sotto attacco, la dignità stessa dell’essere umano è sotto attacco”. Ha iniziato così il portavoce delle Sentinelle in Piedi la manifestazione che si è tenuta ieri sera nel centro di Paola. Oltre 50 persone hanno partecipato all’iniziativa, che voleva sensibilizzare su alcuni aspetti di attuale politica che – a dire delle Sentinelle – nasconde un legame con l’ideologia gender. “Il Governo ha approvato il decreto sulla “Buona scuola” in cui è stato inserito un emendamento che apre all’introduzione dell’ideologia di genere nell’insegnamento curricolare di ogni ordine e grado” – dice il portavoce. E ancora: “è stato adottato in commissione al Senato il testo sulle cosiddette “Unioni civili”, un provvedimento che equipara queste nuove unioni al matrimonio e apre alla pratica abominevole dell’utero in affitto”. Per inciso, il testo alla commissione del Senato è ancora in fase di discussione, sono 1500 gli emendamenti proposti. Difficile che si riesca a portare il testo in aula prima della pausa estiva. Più facile che si arrivi a settembre. “La fecondazione eterologa ci è stata imposta dalla Corte Costituzionale, per cui i bambini potranno essere fecondati in laboratorio e cresciuti da genitori diversi da quelli biologici anche dello stesso sesso”, lamentano ancora le Sentinelle, rifacendosi alle pronunce giurisprudenziali in materia di fecondazione, e che nelle scorse settimane hanno portato all’adozione da parte del Governo di alcune linee guida. “La libertà dei giornalisti è messa in pericolo dalle linee guida pubblicate dall’Unar, che fa capo al ministero delle Pari Opportunità, che impediscono di parlare di famiglia o di dire che un bambino ha diritto ad avere una madre e un padre” – denuncia il portavoce. Altro tema, questo, all’ordine delle cronache di questi giorni. “Anche la libertà dei genitori di poter educare i propri figli è in pericolo: dopo aver fatto marcia indietro il ministero dell’istruzione ha ricominciato a sponsorizzare l’insegnamento dell’ideologia gender nelle scuole dove i bambini e ragazzi sono vittime di un indottrinamento che dietro alla pretesa di combattere le discriminazioni mira a istillare preconcetti contro la famiglia, la fede religiosa, la differenza tra padre e madre”. E infine il “d.d.l. Scalfarotto pende sempre davanti alla Commissione Giustizia del Senato e prevedere il carcere per opinioni ritenute omofobe, come ad esempio l’affermazione del diritto di un bambino ad avere una mamma e un papà o del fatto che il matrimonio è solo tra un uomo e una donna”. Tanta carne al fuoco, che per oltre un’ora ha attirato l’attenzione di tanti cittadini che i sono trovati a passare da quelle parti. Alla fine della veglia (che a Cosenza si era tenuta il 23 maggio) il portavoce l’ha definita “un’esperienza di libertà”. “Abbiamo incontrato tanta gente che si è fermata, come richiamata a conoscere, riflettere e interrogarsi da un popolo ordinato e pacifico, il cui silenzio scuote più di ogni parola gli animi assuefatti”.