Come si sta comportando la nostra città?

Corso Mazzini deserto; via Popilia con pochissime auto; Viale della Repubblica una landa desolata, e nessuno che fa scorta di acqua potabile alla frequentatissima fontana ubicata dietro l’ex Cinema Italia. Certo, l’immaginario collettivo ci impone la figura di un eroe che per sconfiggere il male deve combattere, rimboccarsi le maniche, passare all’azione… invece a noi, piccoli eroi quotidiani, è richiesto l’esatto contrario: restare sul divano, rispettare le regole, non oltrepassare l’uscio.

Come si sta comportando la nostra città? Parafrasando il noto proverbio, verrebbe da dire che fa più rumore un “cretino che va a correre, che mille persone che seguono scrupolosamente le indicazioni date”. Potremmo sintetizzare così la risposta da dare alla domanda che apre l’articolo.  Si, perché, stamattina per dovere di cronaca (e anche per fare un po’ di spesa) ci siamo affacciati per qualche minuto sul centralissimo Corso Mazzini trovandolo deserto; abbiamo percorso una delle arterie principali della nostra città (via Popilia) incontrando pochissime auto; anche Viale della Repubblica era una landa desolata, e nessuno faceva scorta di acqua potabile alla frequentatissima fontana ubicata dietro l’ex Cinema Italia (oggi Cinema Teatro “Aroldo Tieri”).

Al supermercato non più di una decina di persone si aggiravano tra gli scaffali (tutti rigorosamente con guanti e mascherina); e da contare sulle dita di una sola mano erano le persone intraviste camminare per strada. Potrebbe anche essersi trattato di un abbaglio, di un momento, ma a giudicare da quello che abbiamo potuto registrare con i nostri occhi (e grazie alle foto scattate con lo smartphone) possiamo provare ad affermare che la città bruzia stia rispondendo bene all’appello pressante di medici, istituzioni e politici a restare a casa. Di sicuro non vogliamo trasformare un’impressione personale in una sentenza (siamo infatti a conoscenza dei tanti trasgressori e del lavoro costante delle forze dell’ordine anche sul nostro territorio), ma con onestà intellettuale e senso di responsabilità sentiamo l’obbligo di registrare e incoraggiare i tantissimi comportamenti virtuosi che stanno spingendo i nostri concittadini a escogitare forme nuove per stare insieme (dai balconi e sui social), i nostri parroci a fare comunità e comunione (messe e momenti di preghiera in streaming), le nostre famiglie a riscoprire il piacere e la fatica di stare intere giornate insieme.

Certo, l’immaginario collettivo ci impone la figura di un eroe che per sconfiggere il male deve combattere, rimboccarsi le maniche, passare all’azione… invece a noi, piccoli eroi quotidiani, è richiesto l’esatto contrario: restare sul divano, rispettare le regole, non oltrepassare l’uscio. Rispettiamo queste semplici ma fondamentali regole e tutti insieme ce la faremo. Occorre solo buon senso e, ancora, tanto rispetto e ammirazione per chi questo virus lo sta combattendo nelle corsie degli ospedali (medici e infermieri), per i tantissimi malati, per chi non ce l’ha fatta e per le loro famiglie.

 

 

A corredo delle opinioni espresse, proviamo ora a fare (brevemente) il punto sui fatti. La nostra regione, nel momento in cui scrivo (20 marzo, ma i dati fanno riferimento alla giornata di ieri) conta 169 persone positive al Coronavirus, su 1.769 tamponi effettuati. Reggio Calabria è la provincia più colpita con 54 casi. A Cosenza la situazione dei positivi è questa: 24 in reparto; 4 in rianimazione; 7 in isolamento domiciliare; 1 deceduto. Il trend dei contagi è in lieve ma costante crescita, con un numero di soggetti in quarantena volontaria pari a 5.590 persone in tutta la regione (a Cosenza sono 1.270) per la maggior parte rientrate dalle regioni che fino a pochi giorni fa erano considerate zone rosse (ora infatti lo è tutto lo stivale).

Tutti gli esperti sono concordi nel dire che se continueremo a rispettare le regole riusciremo a vincere questa battaglia. Continuiamo orgogliosamente a fare la nostra parte.