Una proposta per la mobilità veloce

Dal 2011 di treni non se ne vedono più, ma ora potrebbe essere l’occasione buona per ripartire

L’emergenza sanitaria che sta interessando il mondo in questi mesi può aprire opportunità per l’Italia e nel piccolo la nostra regione. Parliamo nel dettaglio dei soldi legati al provvedimento scaturito dall’accordo dei paesi che compongono l’Unione Europea e la Commissione dello scorso luglio. Per l’Italia è prevista la fetta più grande dei fondi messi in campo. Un’occasione, certo, che non va sprecata con il solito sperpero di denaro in opere inutili e dannose.

C’era un tempo un treno che affonda-va da Cosenza nella folta vege-tazione della Sila calabrese. Un tracciato che metteva in collegamento il capoluogo di provincia, la Presila fin a San Giovanni in Fiore. 77 chilometri di binari fondamentali per l’economia del territorio. Dal 2011 di treni non se ne vedono più. Da qualche anno, a livello turistico è attivo il “Treno della Sila” che collega simbolicamente Camigliatello con Silvana Mansio, una delle stazioni più alte in Italia. Lavorare per promuovere la ripresa dell’opera, cercando di approfittare delle risorse europee, sarebbe un intervento importante perché si rifornirebbe l’area urbana e silana di un collegamento essenziale.

Non è possibile che dalla presila cosentina non ci siano abbastanza mezzi di trasporto da e verso la Sila e Cosenza, dove migliaia di giovani frequentanti le scuole superiori di Cosenza e l’università di Arcavacata spesso devono sottoscrivere più di un abbonamento o raggiungere la propria destinazione facendo ricorso della propria automo-bile. Inoltre, i tanti lavoratori pendolari e il normale traffico quotidiano, che non può essere ridotto soltanto con l’invio di un mezzo dell’Amaco. Il treno (magari con un estensione oltre Campagnano) specchia perfettamente l’intento europeo di puntare verso la cosiddetta “economia verde”.

Il treno può ridurre i trasporti su gomma, essendo un mezzo anche più veloce. Oltre all’efficienza per i pendolari locali, la riesumazione della vecchia tratta darebbe un forte incentivo nello scomparto turistico. Salendo le montagne, il tracciato offre squarci naturalistici deliziosi per gli occhi. Uno sforzo che va fatto per il territorio che non può più continuare a piangersi addosso per i tanti disagi presenti (come l’interruzione al traffico del ponte Cannavino della statale 107), ma iniziare realisticamente a guardare al futuro.