Territorio
Tutto pronto per la riapertura delle scuole?
Voce ai dirigenti scolastici alla guida degli Istituti della fascia presilana cosentina che ci hanno parlato delle misure adottate
Migliaia di alunni oggi in Calabria tornano a seguire le lezioni scolastiche in presenza. La scuola è stata l’incombenza principale di dibattito e scontro politico nei mesi tardo-primaverili e soprattutto in quelli estivi. La sfida ovviamente non è di quelle facili. Al mondo dell’educazione è richiesto un enorme sforzo al fine di garantire il sacrosanto diritto all’istruzione. Tutti gli istituti si sono dovuti organizzare per riprendere a frequentare le aule andate deserte nei mesi scorsi in contrasto al contagio da SarsCov2. Abbiamo raggiunto i 3 presidi che guidano le scuole della fascia presilana cosentina per capire meglio come arrivano preparati a questo appuntamento. “Il nostro obiettivo – ci dice Andrea Codispoti, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Casali del Manco I che racchiude i plessi scolastici di Pedace, Serra Pedace e Casole Bruzio – è quello di far rientrare tutti gli alunni in presenza. Fare questo è un po’ complesso perché 4 plessi sono ancora interessati da lavori di ristrutturazione antisismica, che hanno subito ritardi per colpa della quarantena. Dallo scorso anno abbiamo usufruito di altre strutture come le ex sedi dei municipi e dell’ex asilo parrocchiale, e per questo ringrazio ancora don Francesco Castiglione per la disponibilità”. “Noi – spiega Carmen Maria Ambriani alla guida dell’istituto Casali del Manco II che agisce su Trenta, Morelli, Magli e Spezzano Piccolo – il 24 partiremo tutti in presenza, grazie soprattutto alla collaborazione degli enti locali che hanno eseguito lavori di restaurazione in alcuni plessi. Abbiamo ampliato le aule favorendo così la distanza fisica tra gli alunni e i docenti. La scuola ha fatto proprie tutte le direttive del ministero e del cts”. Stessa situazione qualche metro più in su per l’istituto di Spezzano Sila e Celico. Rosa Maria Paola Ferraro, il preside, afferma: “Ci siamo avvalsi della piena collaborazione delle amministrazioni locali di Celico e Spezzano. Abbiamo fatto una ricognizione con i tecnici dei comuni per capire quali spazi avessimo a disposizione”.
I problemi sono gli stessi sui quali pende il dibattito politico nazionale: mancata consegna dei banchi monoposto, incompletezza dell’organico didattico e i problemi legati alla fabbisogno settimanale di mascherine e gel sanificante a base alcolica. Al Casali del Manco I mancano 100 banchi, al Casali del Manco II 180, mentre a Spezzano Sila la richiesta ancora rimasta inevasa e di 30 banchi. Negli istituti le soluzioni si assomigliano. “Vista la presenza di enormi spazi nelle nostre strutture per il momento riusciamo ad usare i banchi doppi garantendo comunque la distanza interpersonale fra gli alunni e laddove il problema permane faremo svolgere, almeno nei primissimi giorni, nuove attività agli alunni in attesa dell’arrivo dei banchi” ci dice Ferraro. “Molto probabilmente, visti i tempi un po’ lunghi per la consegna dei plessi in ristrutturazione, alcune classi – aggiunge Codispoti – seguiranno le lezioni da remoto”. La palestra e l’aula magna del Casali del Manco II verranno convertiti ad aule didattiche dove la “dotazione di banchi era comunque discreta” ci dice Ambriani.
Capitolo insegnanti. Quasi ovunque mancano ancora le unità aggiuntive in organico per garantire la didattica a piccoli gruppi. E per quanto riguarda il nuovo strumento fondamentale che sono poi le mascherine gli istituti sperano nella costante fornitura ministeriale “altrimenti la scuola cercherà di trovarle sul mercato” dice Codispoti. A Spezzano Sila Ferraro ha dato indicazione di destinare una parte delle 2000 mascherine, previste per il corpo docenti, agli alunni in attesa dell’arrivo delle nuove consegne. “Chiediamo la piena collaborazione delle famiglie – osserva Ambriani – di garantire non solo i dispositivi di sicurezza ma un comportamento responsabile degli alunni”.
Infine, il grande tema della didattica a distanza. Ai dirigenti scolastici abbiamo chiesto di tracciare un bilancio dell’esperienza. “Siamo stati tra i primi ad attivare, già a marzo, la didattica a distanza – conclude Codispoti del Casali del Manco I – in modo integrale prevedendo collegamenti in video lezione anche per i bambini dell’infanzia con anche la produzione di lezioni di psicomotricità. Un risultato raggiunto con il grande contributo di docenti e famiglie”. “Noi – ci spiega Ambriani del Casali del Manco II – abbiamo privilegiato una modalità asincrona, cioè, non abbiamo sostenuto le lezioni in diretta da remoto. Molte famiglie non avevano a disposizione dispositivi elettronici, a cui nel tempo abbiamo fornito circa 45 tablet, puntando di più all’erogazione della didattica tramite il registro elettronico. Le famiglie hanno apprezzato e ringraziato lo sforzo messo in campo dalla scuola”. “Nel complesso la mia scuola – dice Ferraro del Spezzano Sila-Celico – ha risposto bene a questa sfida. Alcuni insegnanti usavano già da tempo piattaforme didattiche digitali. In altri casi si è fatto ricorso, laddove esistevano delle difficoltà, a mezzi meno ortodossi come Skype o la classica telefonata. In più abbiamo dato circa 30 tablet alle famiglie che ne avevano bisogno”.