Solidarietà a Oncomed per il vile atto di vandalismo subito

Oncomed è diventato un punto di riferimento per tante donne colpite dal cancro

Quest’inverno avevamo fatto richiesta per utilizzare alcuni locali adiacenti rispetto alla nostra sede di Oncomed. Era già tutto pronto per ampliare gli spazi, per dare maggiore accoglienza e privacy alle nostre pazienti, malate oncologiche. Per evitare che aspettassero fuori da quello che io definisco ‘il nostro nido’. Abbiamo superato molte vicissitudini burocratiche per ottenere l’obiettivo, ma lo scorso martedì notte, qualcuno ha pensato bene di sfondare le vetrate antiurto dei ‘nuovi’ locali a noi destinati. Pare che nessuno abbia sentito alcun rumore. Nonostante la nostra presenza nel centro storico sia stata favorevolmente recepita, evidentemente, ad alcuni non sta bene la nostra attività a favore di donne in gravi condizioni di salute, che necessitano di cure e di sollievo morale. E non è nemmeno la prima volta che siamo stati interessati da segnali avversi, a tal punto che non crediamo in mere coincidenze”. Apprendiamo di questa spiacevole vicenda nell’ambito dell’incontro svoltosi lo scorso sabato, in un locale che si trova proprio dinnanzi alla nostra Cattedrale, il Beat, in cui si è riunita l’associazione “www_la calabria vista dalle donne”. A raccontarci di persona l’evento infausto è stata la presidente di Ocomed, la giornalista Francesca Caruso, ideatrice di questo progetto Ocomed: “Abbiamo scelto come sede proprio il Centro Storico, a Piazza dei Pesci in Corso Telesio; all’inizio pensavamo che la nostra azione si sarebbe rivolta solo agli abitanti del quartiere e alle famiglie più fragili che vi risiedono. Invece, dal 2019 a oggi, la nostra realtà è diventata punto di riferimento per tante donne colpite dal cancro, provenienti da ogni parte della città e del territorio cosentino”. Parlando con Francesca Caruso, scopriamo che anche la sua personale lotta contra il cancro è ancora in corso. Le domandiamo dove trova la forza per affrontare, per sé stessa e per le altre donne, la quotidianità sin troppo spesso dura: “Sono stata da sempre in movimento e con la voglia di fare, quindi, lo sono anche nella mia condizione di fragilità; grazie a una rete di professionisti-amici nel settore oncologico e a una ‘famiglia di volontari’, cerco di mandare il messaggio che abbattersi non ci aiuta e che nelle difficoltà, fisiche e materiali, noi donne possiamo trovare la forza per risollevarci. Inoltre, trovo assurdo che una donna, che sia una madre o una donna sola, ancora oggi non sia nelle condizioni di accedere gratuitamente a visite oncologiche con urgenza”. Oncomed non offre soltanto sostegno medico, ma anche psicologico e umano: “Da sempre abbiamo portato sollievo – conclude Francesca Caruso – anche con beni di prima necessità a chi si è rivolto a noi: la persona è al centro del nostro agire”.