Ricordato il beato Scozzetti di Amantea, una icona a san Bernardino

Visse santamente e si adoperò molto nella predicazione delle missioni popolari. Mise alla prova san Francesco di Paola 

In occasione della festa di sant’Antonio da Padova, ad Amantea per ricordare questa figura è stata fatta dipingere una grande tavola, un’icona, che lo raffigura nell’atto di predicare con sullo sfondo la facciata della chiesa di San Bernardino e il torrione del castello. Ed è stato posta nella chiesa di San Bernardino, dove già è presente una lapide memoriale. É stata realizzata dall’iconografa Maria Galie. La presenza dei figli di San Francesco ad Amantea risale al 1216. Gli storici riferiscono che era vivente ancora il Serafico padre San Francesco, quando nacque il secondo convento della Calabria nella cittadina tirrenica. Il primo fu a Castrovillari. Questa fondazione si deve al beato Pietro Catin, discepolo e compagno dello stesso San Francesco. Gli amanteani diedero al beato Pietro l’antico monastero basiliano, che si trovava ai piedi del castello, dove ora ci sono i ruderi della Chiesa di San Francesco. L’attuale insediamento conventuale a San Bernardino ovviamente venne dopo. La presenza in Amantea dei francescani fu sempre attiva, tanto che si può dire che Amantea, oltre ad essere città regia, è anche una città francescana perché successivamente vi fu anche la presenza dei minori osservanti, dei minori cappuccini e delle clarisse. Frutto di questa presenza francescana, senza dubbio, fu il beato Antonio Scozzetti, nato ad Amantea alla fine del XIV secolo. Ricevuto fin dalla giovane età nel locale convento di San Francesco D’Assisi, fu inviato per gli studi teologici nel rinomato studium dei “Frari” a Venezia. Ritornato in patria, aderì al movimento dell’Osservanza da poco iniziato da San Bernardino da Siena, San Giovanni da Capestrano e San Giacomo della Marca, che in Calabria si diffuse e si affermò con rapidità grazie all’operato del beato Matteo da Reggio, discepolo dello stesso San Bernardino, e poi Arcivescovo di Rossano. Il convento degli Osservanti, fortemente voluto dagli amanteani, venne fondato fuori dalle mura della città nel 1436, vivente ancora San Bernardino. Il beato Antonio Scozzetti, desideroso di vivere in modo più integrale la Regola francescana, vi si trasferì a vivere. Il santo frate si distinse subito per la predicazione. Tenne missioni quaresimali in tutta la regione calabra. Fu religioso di grande virtù e ricercatissimo dai fedeli per la dedizione spirituale e le confessioni. Dove si recava a predicare portava la pace e la riconciliazione, attirava le folle e riconduceva tante anime al Signore. Aveva il dono di scrutare i cuori e del consiglio. Ebbe anche il dono della guarigione, che otteneva con un semplice segno della croce. Recatosi a predicare a Paterno ebbe modo di incontrare Francesco di Paola dove si trovava. Lui era molto legato a questo convento. Saputo della presenza dell’eremita, volle andare a trovarlo per verificare se la sua grande fama di santità era vera e sincera. Quando fu alla sua presenza, il santo lo accolse fraternamente e, con le mani nude, prese una manciata di brace ardente dal braciere e la porse al beato Scozzetti, dicendogli che si riscaldasse. Il beato si prostrò ai piedi del santo e con segni di venerazione gli chiese perdono. E da quel momento fu suo ammiratore e devoto. Questo episodio viene narrato nel processo di canonizzazione di San Francesco di Paola ed in tanti affreschi dei chiostri minimi e in tele delle chiese. Il santo non lo riscaldò solo dal freddo esteriore, ma gli riscaldò il cuore. Nonostante l’età avanzata e la salute malferma il beato proseguì instancabilmente la predicazione itinerante e, mentre predicava nel Lametino, si ammalò gravemente. I suoi concittadini venutolo a sapere inviarono immediatamente una imbarcazione con i loro marinai perché lo andassero a riprendere e lo riportassero nella città, temendo che morisse altrove e non avrebbero potuto venerarne e custodire il corpo. Morì santamente nel suo convento di San Bernardino ad Amantea il 24 Novembre del 1470. Sul suo sepolcro, raccontano le cronache coeve, avvenivano numerosi miracoli tanto che era sempre di ex voto. Nel martirologio menzionato con il titolo di beato al 24 Novembre.