Reparti dell’ospedale di Cosenza sotto sequestro

Proseguono i controlli dei carabinieri  all'Annunziata di Cosenza. Chiusi alcuni reparti e sequestrate diverse aree che circondano il nosocomio cittadino.  Indagano gli inquirenti.

Che la sanità calabrese fosse in ginocchio e allo sbando lo sapevamo ormai da tempo, ancor di più lo abbiamo visto con i nostri occhi all’Annunziata di Cosenza dove da diverso tempo molte cose non funzionano più. Non solo carenza di personale, disagi, scortesia, mancanza di medicinali, blocco dei computer e quant’altro. Chi negli ultimi tempi non ha avuto problemi recandosi al Pronto soccorso di Cosenza? Chi ha avuto il privilegio nel trovare un posto di ricovero? Chi non ha notato il caos e la cattiva gestione nel prendersi cura dell’ammalato? Purtroppo chi si reca oggi all’Annunziata di Cosenza per un’urgenza, che sia codice rosso o codice bianco, dopo le prime difficoltà che si incontrano nel fare l’accettazione, resta per ore o addirittura per una nottata intera abbandonato su una barella nei corridoi o in quella sala d’attesa ormai divenuta una sorta di “accampamento o dimenticatoio”. I malati vengono lasciati per ore senza alcuna assistenza, gli anziani buttati su dei lettini (se si è fortunati) abbandonati a se stessi, trovare una carrozzina è veramente difficile per trasportare un paziente da una stanza all’altra. Esiste in Italia un pronto soccorso privo di cotone, nastro o senza una tachipirina? La sanità cosentina offre tutto questo.

Ma un cittadino può vedersi privare il diritto alla salute? La risposta la conosciamo tutti. Allora che qualcuno reagisca e si interessi dalla salute della collettività, e poi dall’alto, o meglio, chi gestisce la sanità calabrese dalla sua comoda poltrona, ci rimprovera del fatto che andiamo a curarci fuori regione dove gli ospedali si presentano con un’altra veste o dove per richiedere un esame non bisogna aspettare mesi o trovare un’amicizia per velocizzare i tempi, ma si accede con facilità.

Dal 21 settembre scorso ad oggi però i carabinieri della Compagnia di Cosenza e quelli del Nas, nonchè del personale del NOE di Catanzaro, dopo aver eseguito dei controlli nella struttura ospedaliera, hanno sottoposto a sequestro alcuni reparti e aree circostanti l’Annunziata.

Dopo centinaia di lamentele e denunce dei cittadini  rilasciate alle Forze dell’Ordine è partita l’attività di indagine coordinata dal Procuratore Capo della Procura di Cosenza Mario Spagnuolo e dall’aggiunto Marisa Manzini. La Procura cittadina indaga sulle condizioni igienico-sanitarie dell’ospedale cosentino oltre che sulla funzionalità dei servizi ed il rispetto delle norme a tutela del malato. Nel mirino l’obitorio, la mensa, il pronto soccorso, le sale operatorie. I militari dopo aver messo i sigilli all’edificio adibito al reparto trasfusioni, i locali della centrale termica e dei gruppi elettrogeni, i servizi igienici del pronto soccorso, il corridoio di disimpegno e lo spogliatoio del blocco operatorio, hanno sequestrato anche l’area  adibita a raccolta e stoccaggio dei rifiuti solidi urbani. Il sequestro è motivato dal rischio di inquinamento ambientale collegato alla presenza dei rifiuti. Nel blitz i carabinieri hanno infatti riscontrato che il materiale infettivo, viene stipato in due stanze al piano terra dell’ospedale vicino all’ex pronto soccorso a fianco al reparto di Oncologia.

Le due stanze comunicano all’esterno attraverso un cancelletto che affaccia su un cassone blu all’interno del quale appaiono, prive di copertura, numerose boccette di flebo e altri rifiuti sanitari. Sui contenitori in cui vengono invece stipati gli altri tipi di materiali infettivi è facile notare come anche in assenza di pioggia vi sia un rigolo d’acqua che sgorga dal soffitto a cascata sui cassonetti. Su queste anomalie e irregolarità sarà la magistratura ad esprimersi.

Una situazione davvero drammatica quella che si presenta oggi all’Annunziata di Cosenza, diventata ingestibile soprattutto dopo la chiusura dei piccoli ospedali della provincia cosentina. Ma una soluzione deve esserci. La Magistratura ora farà il suo corso ma cittadini ed in particolare i malati non possono aspettare i tempi della giustizia, c’è bisogno di intervenire subito su questa brutta pagina per tutelare la salute di ogni singola persona.