Cultura
Ritornano in sala i film di Jacques Tati
Quest'estate l'opportunità di gustare le opere del comico francese.
L’estate al cinema, si sa, è avara di bei film, specialmente in Italia. Le case di produzione e distribuzione, infatti, preferiscono investire sulla stagione autunnale e invernale, mentre quella estiva viene lasciata sempre, colpevolmente, “vuota”. Da qualche anno a questa parte, però, si sta affermando una bella iniziativa: la riproposizione nelle sale, grazie ai sempre maggiori interventi di restauro delle pellicole del passato, di grandi capolavori della storia del cinema. E si offre così agli spettatori più vecchi di riapprezzare opere già conosciute e amate e agli spettatori più giovani di conoscere pietre miliari della storia della settima arte. Questa è l’estate di alcune pellicole del grandissimo autore e attore comico francese Jacques Tati. Si potranno vedere nelle sale, infatti, “Giorno di festa”, film d’esordio, “Mio Zio”, “Le vacanze di Monsier Hulot” e “Playtime”.Tati è un maestro indiscusso del cinema comico, un grande al pari dell’inglese (ma americano d’adozione) Charlie Chaplin. A Chaplin bastarono bastone e bombetta per dare vita al personaggio indimenticabile di Charlot il vagabondo, a Tati sono bastate pipa e bicicletta per delineare il suo simpaticissimo e goffo Monsier Hulot. Un personaggio meno conosciuto certamente di Charlot, ma altrettanto riuscito e soprattutto altrettanto profondo. Con Hulot, infatti, Tati vuole raccontare lo spaesamento, tra il comico e il tragico, dell’uomo uomo di fronte all’avanzare inesorabile della società moderna e dei consumi. Un po’ come Buster Keaton aveva fatto con i suoi film negli anni trenta.Il primo film da regista e attore di Jacques Tati non prevede ancora Monsieur Hulot. In “Giorno di festa” (1949) il protagonista si chiama François, viaggia in bici ed è un postino. Assiste ai preparativi della festa annuale del paesino di Follainville, vi partecipa con zelo e, imitando un documentario che ha visto, si mette in testa di consegnare la posta “all’americana” con inevitabili gag e situazioni surreali. Il debutto di Hulot arriva quattro anni dopo con Le vacanze: il Monsieur si presenta al pubblico arrivando in una piccola pensioncina sulla spiaggia della Bretagna: le valigie in mano, la pipa in bocca riesce a malapena a biascicare “Hulot” al concierge che deve registrarlo. Presentato in concorso a Cannes, nominato agli Oscar (senza vincere) Le vacanze di Monsieur Hulot per molti critici è il capolavoro di Tati.“Mon Oncle” è, invece, il primo film a colori di Tati. Monsieur Hulot qui ha a che fare con il suo nipotino di nove anni, se Hulot vive ancora nel passato con un appartamentino in un quartiere popolare sua sorella e il di lei marito e figlio sono proiettati nella modernità. L’incontro-scontro tra questi due mondi offre spunti esilaranti: gli Arpel hanno una villa ultramoderna e super tecnologica in cui Hulot non farà che combinare guai per la gioia del piccolo Gérard che con i genitori si annoia ma che invece con lo zio pasticcione si diverte molto.E se la modernità presso Mon Oncle è in formato famiglia, in “Playtime” si fa formato azienda. Il film del 1967 è stata la più grande sfida per Tati che per realizzare questo suo sogno scenografico finì sul lastrico. Per realizzare le avventure del suo Monsieur Hulot alle prese con un gruppo di turisti americani a Parigi il regista ipotecò la sua casa che finì pignorata dopo che il film. La pellicola fu un fiasco in Francia e non uscì negli Stati Uniti, ma oggi è considerato un affresco grandioso e potente dell’insensatezza della vita moderna, delle sue idiosincrasie, delle sue storture, il tutto attraverso lo sguardo puro, divertente e divertito del signor Hulot.