Nicola Vetere, inventore illustre di Calabria

L'invulnerabile calabrese XX secolo, legato a San Marco Argentano e a Lattarico. Fu costruttore di casseforti.

Tra gli inventori più famosi del XX secolo, un posto di primo piano è certamente occupato da un calabrese illustre che risponde al nome di Nicola F. Vetere. Nacque a Mongrassano nella prima metà dell’ottocento, ma fu legato sia a San Marco Argentano, dove trascorse parte dell’adolescenza, che a Lattarico, paese i cui forti legami di parentela ci permettono di considerare come terra adottiva. Nell’ultimo quarto del XIX secolo, così come molti nostri connazionali, emigra in Argentina, precisamente a Buenos Aires. Qui si dedica ad un’attività alquanto curiosa che gli procurerà fama e ricchezza negli anni a seguire, consistente nella costruzione di casseforti. L’intraprendenza e la genialità del Vetere furono le doti principali che lo porteranno ad inventare un tipo di cassaforte distinto da tutte le altre, a cui fu riconosciuto l’appellativo di “invulnerabile”, grazie alle molteplici e particolareggiate tecniche di combinazioni di cui disponeva. Da allora, le più importanti banche a livello mondiale utilizzarono l’ “Invulnerabile” e i riconoscimenti non tardarono ad arrivare, sia in America che in Europa: nel 1889 l’emigrante calabrese ottenne il primo premio all’Esposizione Universale di Parigi; a Genova (1882), Cosenza (1881), Venezia (1884) e Palermo (1887) ricevette la medaglia d’oro, così come all’esposizione Universale di Saint Louis (1904); a Milano (1906) e a Buenos Aires (1910) fu insignito del Gran Diploma d’Onore, considerato all’epoca tra le massime onorificenze. Quando nel 1911, gli emigrati italiani in Argentina regalarono alla città di Roma il Faro Luminoso che sorge sul Gianicolo, Nicola Vetere diede in omaggio la cassaforte nella quale erano custodite le pergamene e l’album con le firme di coloro che offrirono il dono. Oltre a ciò, fece eseguire tre chiavi d’oro che furono consegnate al Re, al Sindaco di Roma e al Presidente dell’Istituto Coloniale. Nel 1913 il Re lo nominò Commendatore della Corona d’Italia. Anche la sua terra fu riconoscente nei suoi confronti, nel senso che i Comuni di San Marco Argentano e di Lattarico gli conferirono la cittadinanza onoraria nel 1915. Dalle comunicazioni che dall’Argentina arrivavano al giornale “Cronaca di Calabria”, si apprende inoltre un altro dato che ci aiuta a definire meglio la personalità del nostro conterraneo: la eccessiva modestia del suo carattere. Infatti, la comunità italiana di Buenos Aires fa sapere al giornale di aver appreso con enorme ritardo la notizia del conferimento della cittadinanza onoraria in quel di San Marco e Lattarico, lamentando il fatto che il Vetere, proprio per lo scarso attaccamento alla gloria, aveva di proposito evitato di diffonderla. Come sempre accade, genio e modestia camminano tenendosi per mano.