Dalla memoria alla vita

Un interessante convegno di studi a San Marco Argentano concluso con l'intervento di monsignor Leonardo Bonanno, Vescovo diocesano.

Si è svolto mercoledì 13 maggio a San marco Argentano, presso il Teatro Urbano II, il Convegno “Dalla Memoria alla Vita. La famiglia e il museo nella custodia e nella trasmissione del suo valore”. L’evento è stato organizzato dalla Diocesi di San Marco Argentano-Scalea, in collaborazione con il Cif di San Marco Argentano e la Rete Universitaria per il Giorno della Memoria. Ha avuto il sostegno dell’Amministrazione Comunale di San Marco. Relatori Don Pino Esposito, Canonista e Storico, Assistente spirituale del Cif di San Marco Argentano; l’Avvocato Roberto Ameruso, Sindaco di Tarsia; il Professore Paolo Coen, docente dell’Unical e fondatore della Rete Universitaria per il Giorno della Memoria. Testimone della Shoa, la professoressa Pina Brenner.

Il Convegno ha voluto promuovere un momento di riflessione sulla memoria della Shoah per l’urgenza di riproporre alle coscienze il valore supremo della vita umana e la sua dignità, sempre minacciata. Il Vescovo, Monsignor Bonanno – Responsabile della Commissione Famiglia nella Conferenza Episcopale Calabra-, ha sottolineato la tragica continuità con gli eventi di una storia che dovrebbe essere superata per sempre e invece si ripropone nelle forme del nostro oggi con particolare violenza nella persecuzione religiosa di cristiani ed ebrei , e con la sofisticata ideologizzazione di una scienza buona che, in molti casi, sta semplicemente portando avanti il progetto di manipolazione genetica e di soppressione della vita, che ha visto una sua sperimentazione sotto il regime nazista proprio nei laboratori dei campi di sterminio. Il Vescovo ha denunciato, con amarezza, che il soggetto debole non è più tutelato, perchè, soprattutto, non è più amato. Monsignor Bonanno, che nella sua sensibilità pastorale vuole dialogare con la famiglia – quella naturale e quella credente cristiana -, la sollecita, ne vuole il coinvolgimento, perché è la famiglia il soggetto primario nella custodia e nella trasmissione della vita.

Nei lavori del Convegno, i soggetti privilegiati in questo processo di assunzione, custodia e trasmissione del valore della vita umana sono stati individuati nella famiglia, progetto di Dio sull’uomo e nucleo primario del consorzio umano, nelle istituzioni e nella società civile, le quali promuovono e operano ai vari livelli con le loro proprie forme.

Nessun soggetto è escluso.

Non la famiglia, pur nella sua crisi. Come evidenziato da Don Pino Esposito, iI Magistero della Chiesa su questo punto è stato continuo e una sua perla è l’enciclica di Giovanni Paolo II “Evangelium vitae”, la “buona novella” della vita. La sua azione pastorale, poi, la privilegia al livello universale (è in corso un nuovo Sinodo dei Vescovi) e al livello locale nelle Conferenze Episcopali e quindi nelle Diocesi.

 Non le istituzioni. Nel caso specifico l’Amministrazione del Comune di Tarsia, che oggi assume, attraverso il suo Sindaco l’avvocato Roberto Ameruso, la grande responsabilità di raccogliere una memoria forte del campo di concentramento di Ferramonti, tuttora ben radicata nella coscienza della comunità, oltre che l’esperienza storica della Fondazione Museo Ferramonti.

Non l’Università , istituzionalmente preposta a produrre cultura. Qui si raccoglie la sfida del “negazionismo” che, con pretesa scientifica, vuole ridimensionare la realtà e gli effetti della Shoah. Ma la Shoah, ed è questo l’impegno della Rete Universitaria per il Giorno della Memoria, ideata e fondata con altri docenti dal Professore Paolo Coen, non è un problema quantitativo, ma etico e morale. Per questo assumerà sempre più valore, con il venir meno dei testimoni di prima generazione, il Museo. Sull’esperienza dello Yad Vashem di Gerusalemme, i Musei della Shoah si stanno diffondendo nelle grandi capitali in tutto il mondo e con una notevole affluenza di visitatori. Anche in Italia questo movimento sta prendendo slancio, nonostante i notevoli ritardi, tra i quali è particolarmente significativo quello del Museo di Roma.