Cultura
A 100 anni dall’Appello ai Liberi e Forti
Un convegno organizzato dall’ICSAIC all’UniCal ricorda il centenario della fondazione del Partito Popolare italiano di don Luigi Sturzo avvenuta nel 1919 e il contributo calabrese
Cento anni fa, il 18 gennaio 1919, don Luigi Sturzo lanciava il celebre appello indirizzato “A tutti gli uomini liberi e forti”. Un vero e proprio manifesto politico che sanciva la nascita di un nuovo partito che si proponeva di dare voce alle istanze dei cattolici italiani: il Partito popolare.
Anche se convenzionalmente la nascita del Partito popolare si lega a questa data, in realtà il nuovo soggetto politico iniziava il suo percorso sulle basi già solide delle varie organizzazioni di ispirazione cattolica operanti su più fronti. Tra fine ‘800 e i primi decenni del ‘900, vari soggetti avevano raggruppato diverse associazioni di ispirazione cristiana cercando di unire le forze dei cattolici. Altre istituzioni di ispirazione cattolica operavano nell’ambito sociale e finanziario. Basti pensare alla forte presenza, in alcuni territori, delle Leghe del lavoro, che organizzavano contadini e operai unendone le forze per il miglioramento delle proprie condizioni sociali. O ancora alle Casse rurali, istituti di credito diffusi fin nei più piccoli paesi che riuscirono a sostenere iniziative notevoli per le popolazioni rurali e per chi in genere avrebbe avuto difficoltà ad accedere al credito.
Mancava però un’organizzazione che potesse portare avanti un’azione più strettamente politica ispirata ai principi cristiani. Il non expedit, la direttiva papale che aveva indicato come “non conveniente” l’impegno dei cattolici nella vita politica del nuovo Stato italiano, impediva qualsiasi forma di organizzazione propriamente politica e partitica. Nonostante il non expedit si registravano comunque esperienze significative che testimoniavano una grande voglia di partecipazione politica. Su tutte la nascita del movimento Democrazia cristiana fondato a fine ‘800 da don Romolo Murri, sacerdote da sempre in prima linea per il ritorno alla partecipazione attiva e che per questo giunse fino allo scontro con la Santa Sede.
Le idee di Murri continuavano però a trovare sostenitori, anche se meno intransigenti su alcuni aspetti. Amico di Murri era stato il sacerdote siciliano don Luigi Sturzo. Questi, dopo la fine della I Guerra mondiale, comprese che i tempi per la nascita di un soggetto politico che rappresentasse le istanze dei cattolici erano ormai maturi. La nascita del Partito popolare italiano nel 1919, favorita in quell’anno anche dalla revoca del non expedit, fu dunque un evento decisamente significativo.
Anche in Calabria la nascita del nuovo partito venne accolta con entusiasmo da quella parte del mondo cattolico attiva da decenni su più fronti. In regione, sin dalla fine dell’800, il movimento cattolico era vivo e operoso in diverse zone. Il nome di don Carlo De Cardona, sacerdote di Morano Calabro operante per lungo tempo a Cosenza, è un po’ il simbolo di ciò che ha rappresentato il movimento cattolico nella provincia di Cosenza. De Cardona infatti fondò Casse rurali, Leghe del lavoro, circoli giovanili. In moltissime iniziative interveniva con discorsi e conferenze tramite le quali sottolineava l’importanza dell’azione e della cooperazione.
Insieme a De Cardona non può non ricordarsi la figura di don Luigi Nicoletti, originario di San Giovanni in Fiore, che fu non solo sacerdote ma anche uomo politico, giornalista e letterato.
De Cardona e Nicoletti furono i principali sostenitori della nascita del Partito popolare a Cosenza già nelle settimane immediatamente successive all’Appello ai Liberi e Forti, e con loro erano presenti numerosi altri esponenti del movimento cattolico locale tra cui Caputo, Sensi, Filice, Sorbaro. Uomini di estrazione sociale e culturale diversa ma accomunati dall’impegno politico e sociale. In moltissimi centri del cosentino, dalle cittadine più grandi fin nei piccoli paesi, in pochi anni si costituirono diverse sezioni del partito, grazie anche all’attivismo di diversi sacerdoti e laici. Non mancarono le difficoltà, provenienti sia dall’esterno sia dall’interno dello stesso mondo cattolico.
La stagione del popolarismo però durò poco. Con l’avvento del fascismo e l’affermarsi della dittatura il Partito popolare venne sciolto nel 1926 insieme agli altri partiti politici. Molti esponenti a livello nazionale finirono in esilio e anche a livello locale furono in molti a ritirarsi dalla scena politica o a continuare l’impegno politico contrastando le politiche più autoritarie del regime. Ne è un esempio lo stesso don Luigi Nicoletti, che per il suo antifascismo fu allontanato da Cosenza per diversi mesi. Nicoletti, proprio dalle colonne del settimanale Parola di Vita di cui fu direttore negli anni ’30, non risparmiò attacchi al fascismo e alle politiche razziste sostenute in quegli anni dal regime e dopo la caduta della dittatura fu nuovamente in prima linea a lavorare per il ristabilimento della vita politica democratica.
Per ricordare il centenario della fondazione del Partito popolare italiano, l’ICSAIC, Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, ha organizzato presso l’Università della Calabria il convegno nazionale “Alla scuola di don Sturzo: il popolarismo nel Mezzogiorno. A cento anni dall’Appello ai Liberi e Forti”. L’iniziativa, in programma per il 13 novembre, rappresenta un momento di approfondimento sul legame tra il popolarismo ed il Mezzogiorno d’Italia. Un legame che fu più volte oggetto di attenzione da parte dello stesso don Sturzo che, egli stesso meridionale, ottenne anche al Sud l’appoggio del movimento cattolico radicato sul territorio. Il convegno, organizzato dall’ICSAIC con la collaborazione dell’Istituto Luigi Sturzo di Roma, della Fondazione Carical e del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’UniCal, si propone di evidenziare questo rapporto tra popolarismo e Mezzogiorno. Non solo. Obiettivo dei relatori è anche entrare nel dettaglio di esperienze di regioni quali la Puglia, la Basilicata e ovviamente la Calabria. Alla Calabria è dedicata la sessione pomeridiana dell’evento con approfondimenti sui casi cosentino e catanzarese, sul rapporto tra Chiesa e politica e su figure particolarmente significative che si resero protagoniste di questa importante stagione politica sia a livello locale che nazionale.