Cultura
Pagine di storia di una Chiesa tra Oriente e Occidente
Nel suo nuovo volume don Gaetano Federico narra della diocesi di Rossano dalle origini al XIV secolo
Il 30 novembre scorso nella Chiesa di Sant’Antonio in Corigliano Calabro, durante la celebrazione di saluto di S. E. Mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo eletto di Bari-Bitonto il parroco don Gaetano Federico ha consegnato al presule, ora amministratore apostolico di Rossano-Cariati, il suo ultimo libro. Il nuovo saggio scritto da don Gaetano ha per titolo “L’Arcidiocesi di Rossano, tra oriente e occidente, dalle origini alla fine del rito greco (VII-XIV secolo)”, per i tipi di Editoriale Progetto 2000 di Demetrio Guzzardi. Esso conduce il lettore attraverso un viaggio storico di diversi secoli, in primis, le origini della diocesi di Rossano che viene preceduta storicamente dalla sede episcopale di Thurio; poi la presenza dei normanni in terra di Calabria e nella diocesi di Rossano, segnata dalla presenza bizantina sin dai secoli precedenti e di come tale presenza abbia lasciato una traccia per altri tre secoli. Mons. Giuseppe Satriano nella presentazione del volume afferma: “Risalire la corrente di un fiume per scoprirne le sorgenti è un viaggio affascinante ed avvincente. Riscoprire e visitare le origini di una Chiesa locale, attualmente conosciuta come Arcidiocesi di Rossano-Cariati, serve a comprendere in che modo vivere l’oggi per aprire percorsi nuovi che possano trasmettere quella ricchezza di storia, caratterizzante il presente e capace di aprire ad un futuro possibile. Don Gaetano Federico non perde occasione per arricchirci di nuove tessere che possano aiutare a ricostruire un vissuto chiaro e ormai lontano della nostra storia ecclesiale. L’autore traccia uno spaccato interessantissimo, evidenziando passaggi epocali che ci conducono a capire e valorizzare la storia vissuta da questa antica Chiesa calabrese. Dalla sede apostolica di Thurio sino alla trasformazione nella sede di Rossano; dalla presenza normanna a quella bizantina; dalla fedeltà al mondo greco sino al passaggio al rito latino il libro ci conduce dentro un percorso illuminante”. Il prof. Gioacchino Strano, docente di Storia Bizantina all’UNICAL che ne cura la prefazione così si esprime: “Il volume di don Gaetano Federico è un omaggio alla storia di Rossano e della sua diocesi. È, in primo luogo, un atto di amore verso il proprio territorio, ma – a ben vedere – il presente lavoro non manca di aggiungere un tassello alla storia generale della gloriosa città di Rossano e del suo ruolo di cerniera fra culture e tradizioni diverse. Il compito di uno Storico è infatti anche quello di costruire ponti che uniscano: don Gaetano, nel suo doppio ruolo di uomo di cultura e di pastore di anime, fornisce, qui come in altri suoi precedenti lavori, utili strumenti di conoscenza che aiutano i lettori attenti e sensibili a guardare al passato come fonte e ispirazione per investigare il presente e prevedere le vie del futuro. (…) Il nostro don Gaetano ha presentato la cronotassi dei vescovi di Rossano puntualizzando e chiarendo molte delle affermazioni di padre Francesco Russo. Ne esce un quadro certamente più conforme al vero, con il rinvio a documenti d’archivio che il Nostro presenta, corredandoli con traduzioni italiane”. E conclude: «dal saggio di don Gaetano Federico ne esce fuori un ritratto nuovo della storia della diocesi di Rossano, la cui vocazione è quella – antica, ma ancora attuale – di accogliere e di unire gli elementi apparentemente diversi ed eterogenei». Nella sua introduzione l’autore così si esprime: “È interessante affrontare lo studio delle origini dell’istituzione della diocesi di Rossano, recuperandone le radici che affondano nell’estinta diocesi di Thurio, cogliere attraverso elementi dell’archeologia la presenza del cristianesimo sin dal IV-V sec. d.C. e da lì procedere con il fiorire dell’elemento greco nell’area calabro-lucana coincidente con la fine dell’Impero Romano d’Occidente e la prevalenza della Nuova Roma (Costantinopoli) in ambito politico-religioso”. Termine di narrazione storica del saggio: “Una particolare attenzione è dedicata a come la Chiesa di Rossano sia rimasta fedele alla tradizione greca fino alla seconda metà del secolo XIV, dopo la nomina di Giovanni di Gallinara (1373), quando la Sede apostolica imporrà la propria autorità ecclesiale sul Capitolo della cattedrale”. Per poi proseguire in questo modo: “Questo mio saggio vuole condurre il lettore attraverso un viaggio storico di diversi secoli, in primis, le origini della diocesi di Rossano che viene preceduta storicamente dalla sede episcopale di Thurio; poi la presenza dei normanni in terra di Calabria e nella diocesi di Rossano, segnata dalla presenza bizantina sin dai secoli precedenti e di come tale presenza abbia lasciato una traccia per altri tre secoli. L’opera si suddivide in quattro capitoli; il primo che ha per titolo: Rossano vescovado di rito greco nel periodo normanno. Si parte dall’antica diocesi di Thurio, si prosegue con le ondate migratorie e il monachesimo greco in Calabria e a Rossano; le Chiese di Calabria e il loro assoggettamento all’obbedienza costantinopolitana; i normanni in Calabria e Rossano nel periodo normanno. Il secondo capitolo:La Diocesi di Rossano nell’XI e XII Secolo. La trattazione parte dalla nuova cattedrale in epoca normanna, per proseguire con i vescovi di Rossano dell’XI e del XII secolo. Il terzo:La Diocesi di Rossano nel XIII secolo con cronotassi accurata dei vescovi. Quarto e ultimo capitolo:Arcivescovi di Rossano di rito greco sotto il regno angioino (1266-1373). I capitoli sono ricchi di documenti inediti in latino con relativa traduzione. Nelle conclusioni l’autore risponde al quesito: “Cosa resta dell’elemento greco a Rossano? Non semplicemente i fasti di un’epoca ormai lontana nel tempo, ma segni concreti di una cultura e di un abitus religioso che giunto fino a noi ancora parla e segna il presente: l’icona dell’Achiropita, il Codex Purpureus Rossanensis, la chiesa di San Marco, la Panaghia, il Patirion. È giusto affermare con piena convinzione che Rossano continua a essere bizantina e presentarla come tale agli occhi dei visitatori che sostano presso i nostri monumenti e vengono per ammirare il tesoro più prezioso: il Codex. La storia continua, perché essa è scritta dagli uomini e dagli avvenimenti che riescono a realizzare e mentre si pensa a vivere il presente con l’intento di costruire il futuro, si guarda al passato e al cammino fatto, segno di un impegno mai mancato, anche se esso non è stato scevro di errori e di miopie macroscopiche”. Il testo si chiude con delle appendici: una documentaria, con una breve cronotassi dei vescovi trattati, e con alcune foto riguardanti monumenti e personaggi del tempo bizantino, normanno-svevo e angioino, la trascrizione dell’intervento del prof. Filippo Burgarella (a cui è dedicato il volume) alla presentazione del libro su Matteo Saraceno, nel cortile del Museo diocesano (7 giugno 2017). Un intervento illuminante che rappresenta un inedito, con una ricostruzione a largo raggio dell’epoca di Saraceno. E per finire un’ampia bibliografia.