Lettere e segni che prendono vita

Nel volume Tipanera di Stefania Chiaselotti le avventure di centinaia di tipi originali che sgorgano da una stampante dei pensieri

Alla signora Alda occorre l’aiuto di un analista. La sua mente continua a generare dei tipi in maniera apparentemente inspiegabile. Lettere, numeri, simboli e segni tipografici, che si muovono, parlano, raccontano, prendono vita. Quei tratti che utilizziamo per scrivere, indispensabili per comunicare, sono infatti i protagonisti di “Tipanera”, di Stefania Chiaselotti, autrice e disegnatrice del libro edito da Luigi Pellegrini Editore, nel quale è raccontato tutto un mondo che ruota intorno a personaggi “buffi, goffi, agili, magri, piccoli e grassi; insomma dei tipi originali” come leggiamo in quello che possiamo considerare l’incipit del suo originalissimo racconto. “Tutto ebbe inizio da un primo disegno fatto quasi per caso” – ci racconta l’autrice che è anche grafica per la casa editrice del volume -. Da quel primo personaggio (una violinista nata dall’unione di alcuni segni grafici) ne sono nati tantissimi altri, quasi centocinquanta tra buffi bassotti, una simpatica giraffa, un gladiatore offeso, don Chisciotte, Renzo e Lucia, la ragazza con l’orecchino di perla, un lottatore di sumo e la sua consorte e… ancora tanti altri, con una lista che potrebbe continuare a lungo e che nel libro sono raccolti in ordine casuale lasciando così spazio all’interpretazione del lettore.“Mi è sempre piaciuto assemblare un po’ le cose, fare dei collage – ci confessa Stefania -. È come se riuscissi a fare una sintesi delle immagini reali, a vedere le cose prima ancora di farle, anche se alcune volte vengono fuori casualmente”. Una realtà che l’autrice di Tipanera ha cercato di rappresentare in modo originale, diversa, incompleta. “Tutti i miei personaggi danno l’idea dell’imperfezione. Sono distanti da quello stereotipo di bellezza al quale siamo abituati. I tipi visti e rappresentati dalla signora Alda tentano di mostrare in modo originale i difetti e i pregi di ogni personaggio: non siamo uguali, ma tutti meravigliosamente imperfetti”. Personaggi che avevano però bisogno di una storia che in qualche modo ne giustificasse la nascita, la creazione, l’esistenza stessa. “Infatti il racconto è successivo alla creazione dei personaggi che affollavano i miei pensieri e che si sono poi concretizzati sullo schermo del pc. Si tratta di una rivisitazione un po’ autobiografica, fatta in chiave ironica, di questa donna che vede il mondo in modo diverso: un mondo di personaggi fatti di lettere, numeri, simboli che avranno bisogno di una stampante dei pensieri della mente per prendere vita”. Personaggi che dalle pagine del libro, grazie all’inventiva dell’autrice, sono passati su oggetti, elementi d’arredo, stoffe, legno; con il tentativo di trasformare questa intuizione in una sorta di brand, Tipanera appunto, “che è poi il logo, un alter ego buffo di me stessa, dal quale tutto è partito e non si è più fermato”.

Vignette e ironia ai tempi del Coronavirus

Da una costola del volumetto, grazie all’inesauribile vena creativa della sua autrice, durante il periodo del lockdown i segni grafici hanno preso vita e raccontato a modo loro quanto stavano(mo) vivendo. “I personaggi, così come noi, erano costretti a stare chiusi in casa e allora hanno iniziato a manifestare insofferenza, idee, passioni… e si sono così trasformati in delle vignette che quotidianamente, durante tutto il periodo del primo lockdown, hanno provato a raccontare in chiave ironica quanto stava accadendo”. Nascono così le caricature che prima sui canali social, poi successivamente messe insieme in una raccolta, hanno raccontato con sarcasmo e alcune volte con audace irriverenza il tempo della pandemia facendo in modo che i personaggi di Tipanera diventassero “virali”. “Si tratta di quasi cento vignette, spesso legati agli eventi quotidiani, realizzate dal 7-8 marzo dello scorso anno e per tutto il periodo del primo lockdown; a queste si sono poi aggiunte altre che hanno accompagnato alcuni dei momenti successivi, legate alle principali vicende di questi ultimi mesi”.Si tratta di brevi storie, alcune collegate tra loro, che commentano e cercano di spiegare quanto stava e sta ancora succedendo. “Un modo per alleggerire un momento così difficile per tutti noi” – ci spiega ancora l’autrice – . Così dalla DaD alla scomparsa di Sepulveda, passando per Don Chisciotte “incaricato dalle più alte cariche” di sconfiggere il morbo, scorrendo le vignette si ha la possibilità di rileggere, sorridere e riflettere su un tempo che lascerà un segno (è proprio il caso di dirlo) nella memoria collettiva. (RDC)