Il film di Arcangela Filippelli su Tv 2000

Il film interamente girato in Calabria e con attori calabresi, in onda lunedì 23 agosto alle 22.55 sul canale 28 del digitale terrestre

La vita di Arcangela Filippelli, martire della purezza, per la quale è aperta la causa di beatificazione è diventata un film. Realizzato qualche anno fa dal regista Franco Barca e con la partecipazione gratuita ed appassionata di numerosi attori calabresi. Nel cast: Gigi Miseferi e Giacomo Battaglia, Antonio Tallura, Gianni Pellegrino, Giuseppe Oppedisano, Costantino Comito, Michele Fazzitta, Valentina Gemelli, Tea Fontana e tanti altri attori professionisti e non professionisti. La protagonista è Erika Tempo, ragazza di Longobardi alla sua prima cinematografica, che interpreta la giovane Arcangela.

Il 23 agosto la tv della Conferenza episcopale italiana, Tv 2000, attenta alle tematiche della santità ma anche alle tematiche della violenza nei confronti donne manderà in onda il film alle ore 22.55 (canale 28 del digitale terrestre).

Il film è stato prodotto dal Centro Studi e dal Settimanale d’Informazione dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano “Parola di Vita”, è stato girato nei centri storici di Mendicino e Longobardi e tra i boschi di Monte Cocuzzo, con il patrocinio dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano e di entrambi i Comuni interessati dal set cinematografico. Ispirato alla vita della giovane martire longorbadese assassinata nei boschi del paesino tirrenico per custodire la sua verginità per la fede, si apre con la figura del parroco che annotò nel registro il titolo di “martire della purezza” per mettere in risalto la vita di Arcangela e i momenti più salienti della sua vita dal battesimo, alla vita nei campi, all’ambiente familiare semplice fino al suo martirio. Dalla pellicola emerge ovviamente lo spaccato socio-culturale di Longobardi, contadino e baronale.

Era la domenica di Carnevale del 1869, il 7 febbraio, quando la giovane di longobardi andò insieme alle amiche a far legna sulle montagne vicine al paese. Lì incontrò il Maligno, nella persona di Antonio che voleva approfittare della sua purezza. Si rifiutò perché era peccato, “la Madonna non vuole” gridò in faccia al suo assassino che la colpì con oltre quaranta colpi d’ascia e cercò anche di occultarne il cadavere.

Una figura di grande attualità che aiuta a riflettere credenti e non sul fenomeno della violenza e del femminicio e sul valore della custodia del corpo e della purezza, in questo caso legata alla fede, che l’ha portata al dono della vita.