Cultura
Filippelli, l’artigianato calabrese di Fendi
Il maestro tessile Pasquale Filippelli ha rappresentato la nostra regione al progetto Hand in Hand
“Tutto ha avuto inizio nel novembre 2019 quando ricevetti una email dalla maison Fendi in cui mi informavano che erano alla ricerca di un maestro artigiano e che ero stato selezionato per realizzare un campione di tessuto ricavato da fibre naturali tipiche della nostra regione in modo da poter essere inserito nel progetto Hand in Hand”. A dirlo è il maestro tessile Pasquale Filippelli, ideatore del tessuto, il quale insieme alla “Fabbrica Tessile Bossio”, che per l’occasione ha curato la parte logistica, la commercializzazione e alcune fasi di lavorazione, ha rappresentato la Calabria nel progetto “Hand in Hand’, ideato da Silvia Venturini Fendi per valorizzare i saperi antichi e omaggiare l’artigianato del Belpaese. Venti artigiani, uno per ogni regione, hanno dovuto progettare e realizzare materiali e tessuti per dare una nuova identità all’iconica borsa baguette della prestigiosa maison di moda. Coralli, broccati, pizzi, araldi. E ancora: merletto, piume e cuoio. Ogni artigiano ha interpretato con gusto ed estro la baguette. Cinque giorni di attività laboratoriali al Palazzo della Civiltà Italiana, dove ha sede la casa di moda, durante i quali “col telaio a mano da me costruito ho ultimato la lavorazione della quindicesima ed ultima baguette. È stata un’esperienza per me indimenticabile, ho avuto modo di confrontarmi con gli altri artigiani, ho conosciuto e interloquito con i dirigenti della Casa di moda e con Silvia Venturini Fendi”. Ginestra e seta le fibre scelte: “Il tessuto viene ricavato interamente dalla pianta della ginestra; più del 90% del filato è composto da ginestra; per i ricami, invece, ho preferito la seta, anch’essa calabrese. Mi sono occupato, con il contributo della fabbrica Bossio, di tutte le fasi di lavorazione della pianta di ginestra per ottenere il prezioso filato, che sono: raccolta, bollitura, macerazione, scorticatura, sfibratura, cardatura, filatura e torcitura, così come della tintura naturale, della tessitura e del ricamo”. La complessa attività di ricerca e sperimentazione ha richiesto circa un anno e mezzo di intenso lavoro. “Il tessuto che ho realizzato per le baguette è risultato come il più ecologico, così come tutto il ciclo produttivo: niente elettricità né chimica ed è stato realizzato su telai manuali; durante le fasi della lavorazione è stata usata perlopiù acqua di ruscello, per la tintura invece acqua di mare perché il sale aiuta a fissare il colore; sempre per la tintura ho utilizzato pigmenti naturali ricavati dai fiori di ginestra, liquirizia, edera, curcuma e cocciniglia”. I disegni sono stati ripresi da antichi motivi della tradizione tessile calabrese. La storia sugli usi della ginestra si perde nella notte dei tempi: veniva utilizzata dai romani per costruire le vele delle imbarcazioni, le reti per la pesca e le corde per attraccare le navi, perché avevano constatato che la ginestra a contatto con l’acqua non si deteriorava facilmente. Nel 1500 gli albanesi hanno ripreso l’uso di questa fibra; poi anni di abbandono fino al regime fascista, durante il quale, in virtù dell’autarchia, l’industria della lavorazione della ginestra rifiorisce con la nascita di numerosi ginestrifici. Il maestro Filippelli ha riscoperto la fibra ricavata dalla ginestra negli anni ’80 quando con la madre, un pomeriggio di maggio affacciati sul balcone di casa, a Bocchigliero, da cui si poteva ammirare una fiorita collina di ginestre, gli raccontò che durante il periodo bellico lavorava, insieme alla famiglia, la ginestra, “da allora-spiega- ho appreso le tecniche di lavorazione che ho poi inserito tra le discipline di insegnamento e divulgato attraverso pubblicazioni, convegni e partecipazione a vari programmi televisivi nazionali”. La prima cosa a cui ha pensato nella fase iniziale di lavorazione del tessuto per il progetto della maison Fendi è stata: “ora che la ginestra è attenzionata da una casa di moda così prestigiosa le si può dare, finalmente, l’importanza che merita. La complessa lavorazione completamente manuale la rende un prodotto di lusso, per ricchi, e solo Fendi poteva dare una degna valorizzazione a questa fibra naturale che nel passato era considerata la fibra dei poveri”. La borsa racchiude in sé un’anima, racconta la storia della Calabria, del suo popolo. La ginestra è una fibra forte, ruvida e aspra, ma versatile e generosa come i calabresi. Nell’ascoltare i suoi racconti non si può non cogliere il sentimento che solo un innamorato può provare. I media raccontano il suo successo, ora la scalata fatta di sudore e fatica, oltre che con tanta passione, acquista un senso. Indimenticabili i rudimenti dell’arte tessile appresi da piccolo: “Da bambino (avrò avuto all’incirca sette anni), amavo giocare nel piccolo laboratorio tessile nella casa di mia zia. Ricordo che sedevo sempre sotto il suo telaio per ammirare i movimenti e i suoni che produceva. Ero attratto da quel mondo e le chiedevo di insegnarmi a tessere. Lei inizialmente cercò di frenare il mio entusiasmo dicendomi che non era un’attività per i maschietti, poi, vedendo la mia insistenza, cedette alle mie richieste ed io feci tesoro dei suoi insegnamenti che ho man mano approfondito e ampliato”. Per il maestro fu un colpo di fulmine: “Da allora ho continuato a lavorare in questo settore facendone la professione per tutta la vita. Dopo il diploma di perito tessile mi sono dedicato per tanti anni all’insegnamento di discipline tessili, poi alla libera professione di tecnico consulente e di progettazioni tessili…non posso farne a meno, non posso staccarmi da questo mondo che mi ha dato tanto; sono fortunato perché ho fatto il lavoro che desideravo fare, non mi è mai pesato”. Nel suo racconto c’è l’entusiasmo e la saggezza di chi si emoziona nel vedere il filato trasformarsi sotto le mani. “Prima di iniziare un nuovo lavoro – vi svelo che mentre chiacchieriamo il maestro sta tessendo un arazzo con l’immagine di Dante Alighieri-come si faceva nel passato, mi raccomando a Sant’Anna, protettrice dei tessitori e delle tessitrici, affinché il telaio funzioni spedito ed il tessuto da realizzare risulti di ottima fattura e di augurarmi, mentre tesso, di godere sempre dello stato d’animo sereno e rilassante che questo lavoro mi provoca”. Una storia di artigianato e paradossi: ribelle e robusta, la ginestra è tanta e cresce dove vuole. Eppure manca la manodopera: “Sono pochi i giovani che vogliono avvicinarsi all’arte tessile; non so se sia per vecchi retaggi culturali o per la metodologia di insegnamento del passato, i giovani si allontanavano perché ritenevano la tessitura un’attività monotona. La maison Fendi, con questo progetto, però, ha centrato l’obiettivo: giovani incuriositi e cooperative di lavoro mi stanno contattando per saperne di più e voler apprendere l’arte del filare e tessere. Il mio “Studio Tecnico Tessile” (www.pasqualefilippelli.it) che si trova nel comune dove risiedo, Mirto-Crosia, oltre ad occuparsi di ricerca, perizie, analisi, consulenze tessili, tintura naturale, sviluppa progetti per la filiera gelsibachisericola, lavorazione ginestra e fibre naturali; sono disponibile ad insegnare e a trasmettere a giovani e studenti i segreti e le conoscenze acquisite in tanti anni di studio e lavoro”. La mostra delle 20 baguette, presso il palazzo della civiltà italiana a Roma, resterà aperta al pubblico fino al 9 gennaio 2022, per visitarla basta prenotarsi sul sito fendi.com. “Stanno arrivando a Fendi- ci confida Pasquale- richieste da diverse parti del mondo, Giappone soprattutto, per dar vita ad una mostra itinerante delle 20 baguette, che rappresentano la maestria artigianale dell’intero territorio Italiano”.