Les innocents, un film “coraggioso”, che rende giustizia alle suore violentate

Nell'inverno polacco della fine della seconda guerra mondiale, una giovane dottoressa atea soccorre alcune suore violentate dai soldati russi. Tra domande di senso, vocazione, maternità, nascite, fede e razionalità, due mondi al femminile si incontrano e insieme lottano per superare il dolore, la paura, la sofferenza.

Polonia, inverno 1945. Assegnata a un centro temporaneo della Croce Rossa francese, una giovane dottoressa apre la porta a una suora. La religiosa è sconvolta, ha viaggiato molti chilometri a piedi nella neve per raggiungere il piccolo ospedale e parlare con i medici. La differenza di lingua (la suora è polacca, i medici sono francesi) e le emergenze dell’ospedale improvvisato spingono la dottoressa a mettere alla porta la suora, senza aver capito una parola di quello che vuole. La scorge, pochi minuti dopo, inginocchiata nel gelo, intenta a pregare e decide di seguirla. “Les Innocents”, (chiamato anche “Agnus Dei”), è un film franco-polacco, diretto dalla regista lussemburghese Anne Fontaine e racconta il dramma vissuto da un gruppo di suore nel 1945, alla fine della seconda guerra mondiale. Il loro convento, in Polonia, fu invaso da alcuni militari russi e le suore furono violentate ripetutamente. Alcune di loro rimasero incinte. Da questi eventi prende avvio lo sviluppo drammaturgico del film, dedicato all’incontro di queste suore sotto shock con la dottoressa della Croce Rossa. Il film è ispirato ad una storia vera e prende spunto dagli appunti di Madeleine Pauliac, giovane medico francese, non credente, che rischiò la propria vita per assistere proprio le suore benedettine vittime dello stupro di gruppo ad opera di alcuni soldati dell’armata russa. “Erano 25 – scrisse la dottoressa nei suoi appunti, ritrovati e studiati dalla nipote Philippe Maynial -. 15 sono state violentate e uccise dai russi, le 10 sopravvissute sono state stuprate anche 35, 40 o 50 volte. Cinque sono in in stato di gravidanza”. “Prima di questo film, mia zia era assolutamente sconosciuta – ha detto la nipote -. Era stata decorata. Ha avuto la Legion d’Honneur, ma nessuno sapeva di questa storia. Mia zia era eroica”. Madeleine Pauliac morì in un incidente stradale durante una missione nei pressi di Varsavia nel febbraio del 1946, all’età di 34 anni. Anne Fontaine, la regista, arriva da esperienze cinematografiche molto diverse, come il film “Coco avant Chanel”, ma il racconto della Pauliac e le ricerche della Maynial l’hanno sconvolta e fatta piangere.

“Ho voluto descrivere l’indescrivibile – ha affermato -. E’ stato completamente brutale. I soldati erano come animali. E’ stato un doppio stupro, contro le donne e contro la religione”. Nel film non si vedono le scene di violenza, la regista ha preferito lasciarle immaginare: “E’ più commovente”, ha detto. Il film, uscito in Francia lo scorso inverno e già venduto in più di trenta Paesi, era stato selezionato per rappresentare la Francia agli Oscar per i film stranieri ma, all’ultimo momento, la commissione ha preferito candidare un altro titolo. “Les Innocents” è stato proiettato anche a Roma in occasione di un evento speciale per la conclusione dell’Anno della vita consacrata. C’erano molti religiosi e religiose (quasi trecento) alla proiezione e le reazioni sono state positive. Jean-Pierre Longeat, presidente della Conferenza dei religiosi di Francia, è stato il consigliere spirituale del film: “Il soggetto – ha detto – è stato trattato con modestia e con coraggio”.