Il Talmud tradotto in italiano per imparare a nuotare nel mare della sapienza ebraica

L’Editrice Giuntina ha raggiunto il traguardo tanto desiderato e sognato: la prima traduzione in italiano del Talmud. Il progetto è siglato in un protocollo di intesa fra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Miur, Cnr e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, fin dal 20 gennaio del 2011, il ‘Trattato Rosh ha-Shanà’ verrà distribuito dal 1 aprile. L’immenso compito è stato coordinato da Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità di Roma e presidente del Consiglio di amministrazione.

Dai roghi al nostro chinarsi sulla sapienza d’Israele!È l’invito, più… caldo…, che si possa offrire ed auspicare al progetto lanciato dall’Editrice Giuntina: la prima traduzione in italiano del Talmud.Il progetto è siglato in un protocollo di intesa fra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Miur, Cnr e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, fin dal 20 gennaio del 2011, il ‘Trattato Rosh ha-Shanà’ verrà distribuito dal 1 aprile. L’immenso compito è stato coordinato da Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità di Roma e presidente del consiglio di Amministrazione.

Il Talmud è un mare in cui bisogna imparare a nuotare, tramandato e redatto di anello in anello, in una catena lunga quanto i secoli della nostra civiltà: significa imparare e insegnare, da maestro ad allievo, ininterrottamente da millecinquecento anni.

Nelle sue due versioni, di Gerusalemme e di Babilonia, e nelle due lingue: ebraico e aramaico nell’impressionante numero di pagine: 5422!Copre tutto lo scibile possibile degli antichi saperi: quanto riguarda la legge, l’astronomia, la medicina… È una sorta di testo interattivo ante litteram: domande e risposte si susseguono e si intrecciano su di un versetto biblico, ciascuno può liberamente intervenire, certo che la sua posizione venga accettata e conservata.Sembrava impossibile tradurlo in italiano ma lo staff di cinquanta studiosi, con direttrice Clelia Piperno, fra traduttori, istruttori e redattori si è sobbarcato l’enorme fatica. Proprio per insegnare a nuotare l’opera è corredata da note e schede illustrative.Per quanto si sa, i cinquanta contemporanei non sono stati messi agli arresti domiciliari, ognuno in un’isoletta diversa del delta del Nilo come i Settanta Saggi che tradussero in greco la Torah…Grazie alla tecnologia moderna, che si avvale di un software creato appositamente per garantire la migliore rigorosità scientifica all’impresa, la barriera delle lingue è varcata e si potrà facilmente accedere al pensiero del popolo ebraico.Un rapido volo d’uccello sulle vicende del Talmud in tempi in cui un libro era cosa rara e costosa ed eliminarlo voleva dire togliere luce all’intelligenza e all’anima, sarà utile per rinfrescare la memoria:

– La prima edizione completa del Talmud babilonese fu stampata a Venezia da Daniel Bomberg negli anni 1520-23;– La prima condanna del Talmud risale alla bolla di papa Innocenzo IV, Impia Judaeorum perfidia, del 1244 e trasmessa al re di Francia Luigi IX. L’esito fu il rogo di 21 carri di libri ebraici, contenenti il Talmud ed altri libri, bruciati pubblicamente;– 12 agosto 1553: papa Giulio II ordinò la distruzione del Talmud e il 21 ottobre per ordine del Consiglio dei Dieci in Piazza San Marco a Venezia si dettero alle fiamme i libri;– Roma Piazza Campo dei Fiori 9 settembre 1553: rogo del Talmud;– 1731 Roma: dopo l’ennesima confisca i libri però furono resi;– 1751: Benedetto XIV proibisce il Talmud, in una notte dell’aprile 1753 il ghetto venne chiuso e le case perquisite: 38 carri furono caricati con i libri sequestrati;– 5 aprile 1775: Pio VI restringe ancora la libertà degli ebrei: “Primieramente Sua Santità… ordina e comanda che gli ebrei non possano in alcuna maniera ritenere presso di loro, né comprare, scrivere…donare, commutare…libro veruno, o Codici empi, Talmudisti, o altre volte condannati, superstiziosi, Cabalisti…”;– Dopo l’ingresso dei francesi a Roma nel 1810 venne concesso l’imprimatur per la stampa nella città del primo libro in ebraico dal 1547.

Sulla targa a Piazza Campo dei Fiori, a ricordo del rogo del 9 settembre 1553, si legge:

“I fogli bruciano ma le lettere volano…invoca la pace per chi piange il tuo rogo”.

Ritrovarsi nella piazza con in mano il Talmud tradotto in italiano e leggerne una pagina non sarebbe una fiamma di fuoco salutare per l’intelligenza d’amore della Torah, per ringraziare il coraggio del popolo ebraico nel conservare la fonte della saggezza, per rinsaldare i legami, finalmente liberi, fra Chiesa cattolica e popolo d’Israele?