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I tifosi fischiano, ma il punto andava bene a tutti…
Due facce della stessa medaglia. Laddove la medaglia è il Cosenza. E le due facce sono i tifosi e gli attori protagonisti.
Due facce della stessa medaglia. Laddove la medaglia è il Cosenza. E le due facce sono i tifosi e gli attori protagonisti.
I primi che, dopo l’insufficiente prestazione casalinga contro il Cittadella hanno subissato di fischi squadra e allenatore, così manifestando il proprio disappunto per l’ennesima delusione sul campo. I secondi (leggi anzitutto Caserta) che hanno salutato favorevolmente il punticino conquistato.
La conferenza stampa post gara ha come frase chiave quella del tecnico veneto Gorini: il punto va bene a entrambi. E così era anche per il Cosenza, che – a detta di Caserta – annebbiato (ndr) dal derby, ha avuto piuttosto paura di prenderle. La logica conseguenza, in campo, è che i rossoblù non hanno fatto niente per vincerla. Vuoi perché in fondo pare di capire che la salvezza basti; vuoi perché i derby col Catanzaro è come se togliessero una ‘vita’ a questa squadra; vuoi perché il progetto tecnico di quest’anno – dopo 29 partite si può dire – non è stato eseguito.
E se l’auspicio di tutti, prima del match, era che la partita contro i giallorossi fosse alle spalle e si potesse ripartire con una spinta nuova, beh, è accaduto esattamente il contrario. E il tecnico lo ha nitidamente ammesso davanti ai giornalisti. Le scorie del derby un veleno calcistico difficile da smaltire.
Ne esce fuori una squadra incapace di fare male, anzi che nel secondo tempo, ad eccezione dell’occasione di Canotto, neanche ci prova a fare sua l’intera posta in palio. Ma se questo fa arrabbiare la piazza, non sembra minimamente preoccupare lo staff tecnico. Sembrerebbe dire, inutile sperare di fare qualche passo grande, se possiamo accontentarci del punticino (per non perdere). Potreste dire che questa squadra non ce la fa, che manca di carattere. Non è colpa nostra, né dei tifosi se giocatori di questo calibro ed esperienza palesano così tante difficoltà in campo. Non c’é forse una confusione tecnico – tattica che deteriora ogni prestazione? Qualcosa non è forse andato storto? O forse qualcuno non si è troppo ambientato e non è stato ben inserito?
Dicevamo del progetto tecnico. Ahinoi si sta verificando quanto avevamo più volte ipotizzato: la difficoltà nella gestione di tutta questa abbondanza tecnica. Saremo noiosi, ma ci preme ribadirlo: 34 punti in 29 partite sono davvero pochi per il potenziale di questa squadra. Pochi e tali da far destare preoccupazione, perché se è vero che il campionato ora è nelle fasi decisive, allora certamente le squadre che sono sotto daranno il 110%. Lo abbiamo visto oggi con le vittorie di Spezia e Feralpisalò. Il Cosenza è mentalmente pronto a soffrire?