Il Chievo non passa contro un Cosenza in crescita (1-1)

Apre una perla di Esposito, pareggia Bruccini a cui viene annullato un gol per fuorigioco.

No pasaràn. Avrebbe potuto recitare un iconico striscione di qualche gruppo si tifosi. Forse, si dirà, quella del Cosenza non è stata una vera resistenza. Tutt’altro. Il pareggio, utile, incoraggiante, sul piano della continuità e del morale, poteva non essere tale. Il Chievo ha fatto coincidere nell’occasione più pericolosa quella del gol, il bel tiro da punizione del giovane, promettente, Esposito. I Lupi hanno reagito, con profitto arrivando a ricomporre il risultato di inizio partita con Mirko Bruccini. Tuttavia, dopo questa circostanza solo 3 tentativi veri si sono contati sponda Cosenza. Un non gol di Bruccini, un tiro a fil di palo di Kanouté e una estrema leggerezza di Pierini. Il Marulla rivede l’imbattibilità, dopo le tre perforazioni delle prime settimane del campionato. Dalla gara pareggiata contro il Livorno, i Lupi sorridono dentro le mura amiche. E questo è un elemento non di poco conto. Il punto permette al Cosenza di staccarsi dalla Juve Stabia e avvicinarsi momentaneamente al Frosinone.

Le scelte di Braglia e Marcolini.

Bittante e Capela dentro dal primo minuto. Le riconferme di Bàez e Carretta nel ruolo di cavalleggeri ai lati del fante francese Rivière. Piero Braglia cambia pochissimo. Squadra che vince non si cambia nell’obiettivo di allungare la striscia consecutiva inaugurata a Cittadella. Difronte, però, c’è il Chievo di Marcolini. Avversario tosto che schiera sopra la mediana l’ex rossoblù e cosentino nelle vene Luca Garritano. Il centrocampo è completato dall’ex Inter Obi e Esposito. Attacco affidato al duo Meggiorin-Rodriguez.

Perla di Esposito, Chievo minimale.

Non sempre la grande squadra tende a spadroneggiare contro un’avversaria “più piccola” in base al valore tecnica. Capita. E a giocare bene, in alcuni casi meglio, è proprio chi parte teoricamente svantaggiato. Il Chievo Verona, retrocesso dopo una Serie A vissuta a seguito dello scandalo plurisvalenze fasulle che hanno getta il “quartiere”, da cui i clivensi prendono il nome, in una dolorosa agonia. I gialloblù, nonostante il mercato in entrata alquanto sterile, restano forti nella pretesa di ottenere qualcosa da questo campionato. Il Cosenza ti parte fari “semi-aperti”? I veneti ne approfittano. Sciaudone arriva in ritardo di marcatura su Garritano, atterrandolo. Esposito disegna, dal successivo calcio di punizione dal limite, una bella traiettoria sulla quale Perina non può nulla. Il gol era, da come si sono susseguite le azioni successive, l’obiettivo minimo della formazione all’asta da Michele Marcolini. Il Cosenza,, invece, è anche sfortunato: 10’, il pareggio poteva arrivare per beffa altrui. Rimpallo di un difensore sui piedi di Rivière, ma il pallone accarezza il palo e si sistema sul fondo.

Il Cosenza reagisce e pareggia.

Quasi alla mezz’ora i rossoblù trovano la lucidità, che un’altra volta sembrava svanita. Kanoutè prende coraggio e migliora nella tempestività e razionalità della marcatura, suo neo fastidioso di queste giornate. A turno Bruccini e Sciaudone (un po’ meno rispetto al compagno) attaccano lo spazio della difesa clivense, anche se l’ex Novara mostra segni negativi di rendimento. A formulare le proposte offensive silane, sempre quei due: Carretta (di più nelle alchimie bragliane) e Bàez. L’uruguagio al 25’ crossa per Rivière, ma la conclusione non ha i frutti sperato. Il sudamericano ritenta il tutto al 27’, ma il suo tiro è troppo alto. Il Cosenza cresce continuamente fino al pareggio di “bilancio”: Bàez dalla destra trova Bruccini in area per la sua incornata trionfale di testa. Ballerina è la difesa ospite. Le discrepanze di Cesar e compagni, a fronte di un Vaisanen troppo lento, danno al Cosenza la convinzione di potere fare male. Braglia ha saputo bloccare la catena di centrocampo dei Mussi Volanti, costretti a ripiegare per riparare alla pressione laterale cosentina.

Le pretese del Chievo erano quelle di circoscrivere la pratica Cosenza sotto i dettami della bassa dissipazione energetica, protraendo una gara all’insegna dell’austerity, ma, si credeva, dell’intelligenza. D’altronde il Chievo è una delle squadre più “vecchie” del girone. Conseguenza dei postumi della A, ma con preziosi giovani come Esposito, una più che buona gara la sua. Nella ripresa, tralasciando un brivido targato Rodriguez (quarto minuto di gioco), rinvigoriti dal ritrovato pareggio di Bruccini, i Lupi provano pure a portarla a casa: il centrocampista spezzino riesce, pure, a battere per la seconda volta a rete se non si fosse trovato in posizione di fuorigioco. Segue a ruota una botta a fil di palo di Kanouté. Dalla panchina, l’allenatore rafforza il peso offensivo con la freschezza di Litteri e Pierini (al posto di Rivière e Carretta). L’esterno, anni fa al Sassuolo, e messo sulla destra, si ritrova tra i piedi la palla del possibile vantaggio, ma ciabatta di sinistro e la retroguardia veronese respinge l’azione dei padroni di casa (39’ st). Era l’ultimo assalto dei rossoblù.

Foto COSENZA CALCIO