Il Cosenza torna a sorridere al Marulla. battuta la Cremonese (2-0)

Sciaudone e Rivière sistemano i lombardi in 11 minuti. Fischiato Guarascio.

E’ arrivo la vittoria al Marulla, infine. Dopo 11 giornate, il Cosenza riscopre il sorriso a denti ben evidenti. E’ la volta dei primi, almeno, quello della squadra, che ritrova il successo davanti al pubblico amico. Quello di Braglia, che batte per la prima volta Baroni in una gara di campionato. Di primo c’è pure il gol assoluto di Rivière con la maglia a strisce rosso e blu. A cornice una fermezza prestazionale di una squadra che ha voluto il risultato fin dall’iniziale ingresso in campo. Una vittoria che inguaia di più la formazione lombarda, posta a vivere una crisi senza fine. Che invece il Marulla si augura di rivedere più tardi possibile. La pecca, però, c’è. Preso di mira il presidente Eugenio Guarascio. Il caso delle sue dichiarazioni, rilasciate al portale Zoom ha lasciato il segno, però, i modo differente tra i due tifi organizzati. La Curva Sud è stata quella più esplicita utilizzando termini tutt’altro che affettuosi. La butta sull’ironia la Tribuna B invocando un “gol” da parte del patron.

 

Le scelte di Braglia e Baroni.

 

Bittante e Legittimo i difesa, Braglia fa perno sull’affidabilità, soprattutto del secondo, in un momento nel quale la difesa deve (e dovrà nelle settimane a venire) fare a meno di Salvatore Monaco. A centrocampo Kanouté sfila la maglia a Greco, mentre in attacco tutti confermati come a Chiavari. Tridente: Carretta-Rivière-Bàez. Sul versante opposto, la Cremonese non si aspettava un avvio di queste dimensioni. Partita con i favori della stampa, i lombardi si ritrovano sul versante destro della classifica. Rastelli esonerato, la dirigenza ha chiamato il tecnico Baroni tentando di correre ai ripari. In tre partite da grigiorosso ha portato ai suoi solo 2 punti (pareggi contro Empoli e Frosinone), mentre è caduta a Benevento (2-0).

 

Cosenza travolgente, Cremonese anomica.

 

A Chiavari al Cosenza mancava una cosa: l’anima di gioco. Per 90 minuti ha perso tempo un undici che andava alla ricerca di un qualcosa non dettagliatamente definito. Sulla carta uno cerca sempre il massimo risultato, ma in quell’occasione i rossoblù erano spenti, quasi anomici, senza alcuna indicazione su come muoversi. Il Cosenza sceso stasera in campo è tutta un’altra cosa. Decisi, attivi e fermi nel piombare su una Cremonese in evidente difficoltà, ma un gruppo di valore che quando meno te l’aspetti può venire fuori. Invece, Braglia avvolge Baroni sulla destra, dove Carretta e Bruccini ritrovano l’intesa giusta. Il centrale filtra, recupera e scambia con il collega più avanzato, più funzionale rispetto alle sfumature di dribbling del turno precedente. Proprio dalla destra dello schieramento silano si verificano i primi patemi per il gruppo lombardo. La pressione rossoblù trova subito giovamento: Daniele Sciaudone salta e incorna un pallone pervenuto da calcio d’angolo a cui l’ex portiere Ravaglia non può nulla. Con Soddimo disinnescato, a centrocampo si può ragionare. A tal punto che Kanouté fa vivere, anche, il fronte mancino. Bàez dissipa i lacci grigiorossi fino all’11’ quando serve Kanouté. Il suo tiro viene ribattuto, ma Rivière è lesto a ribattere depositando il gol del raddoppio, dopo una leggere deviazione di Ravaglia. Nuove occasioni al 16’ e al 17’, nelle quali Bàez e Kanouté vanno a vuoto, mentre Legittimo, al 37’, prova la cannonata che termina sul fondo. Sciaudone ha l’opportunità di firmare la doppietta quando, al 44’, Terranova respinge di petto la conclusione. Totalmente contratta, invece, la Cremonese pericolosa solo in alcuni calci piazzati.

 

Qualche sprazzo ospite, ma è il Cosenza a sorridere.

 

Baroni prova a dare la scossa alla sua squadra e qui sta il cambio di modulo, dal 4-3-1-2 ad un più organico e offensivo 4-2-3-1. Le zone più colpite dal Cosenza sono state le corsie laterali, ove mancava l’apporto numerico in copertura alle due mezz’ali. L’intento, mettendo Castagnetti in mediana, Soddimo e Palombi larghi, era quello di aggredire alle spalle i Lupi. Nei fatti, Bittante soffre nelle incursioni da cui scaturiscono due precipui eventi: 4’, Soddimo sfiora il palo alla sinistra di Perina e Arini (7’), colpisce netto il palo con l’estremo difensore battuto. I Lupi riprendono le redini del match, tant’è che Rivière si fa vivo due volte: 17’ e 24’. Baroni farà entrare Gustafson (al posto di Castagnetti) per dare ordine alla massa informe della squadra di cui è allenatore. Dopo tutto l’inerzia del match va per la sua. Solo un eventuale errore rossoblù può rimettere in carreggiata. Così al 42’ e al 43’ Perina entra in partita parando, prima, su Valzania e, poi, su Caracciolo. Inutili tentativi, al Marulla si canta “wolves on fire”.