Anche il Frosinone sbanca Cosenza

L'incubo rossoblù continua, la vittoria di Livorno solo un'illusione. 

Il Frosinone riporta sulla terra il Cosenza, dimostrando che l’exploit di sabato a Livorno è durato solo il tempo di un temporale estivo. Poi via, lontano lontano. La tristissima realtà è che la squadra rossoblù sembra essere ricaduta nello sconforto e nello scoraggiamento collettivo delle ultime partite gestite da Piero Braglia. Beni Pillon, allora, non ha portato il risultato sperato, ovvero riabilitare un gruppo drammaticamente demoralizzato e spento nell’anima? Due partite per un giudizio sono poche, tuttavia l’atteggiamento è sempre quello. Il piccolo trotto nella costruzione del gioco, la disarmante incapacità di filtrare il pallone al centro del campo e l’enorme colpevolezza della difesa che colleziona errori a ripetizione manco fosse quella di una squadra cenerentola. Due partite non sono molte, ma utili a ricapitolare il concetto: in questo modo, con questa propensione contorta, di fronte ad un Frosinone non proprio irresistibile che ha ingigantito le difficoltà dei silani nel pressing e nello schieramento, mantenere la B è sempre di più una missione impossibile. Le scelte di Pillon e Nesta. Continuità, continuità. La logica di Pillon è questa. La formazione che ha affrontato il Frosinone è la medesima (eccetto Lazaar) che ha surclassato il Livorno sabato scorso. Carretta e Pierini frecce d’attacco con l’ariete Asencio al centro. Alessandro Nesta (lo scorso anno pareggiò qui con il Perugia) invece ha proposto il 3-5-2. Dionisi e lo statunitense Novakovich in posizione offensiva, mentre Salvi e D’Elia assaliscono sulle corsie laterali. Agonia rossoblù. 45 minuti di horror show. Le buone intenzioni di neanche una settimana fa vengono spazzati via in meno di 20 minuti di gioco. Questo Cosenza non ha smesso di far soffrire un pubblico comunque accorso numeroso allo stadio in sostegno della squadra e in ricordo dello storico ultrà Piero Romeo, scomparso qualche anno fa. La falsariga dell’incontro è la stessa della sconfitta rimediata in casa contro il Benevento. Il Frosinone, compagine di alta classifica, non dimostra con tutta l’evidenza la propria superiorità tecnica, certa sulla carta. La squadra di Nesta si aggrappa alle incertezze dei silani, alla continua paurosa problematicità di Kanouté di controllare il pallone quando scotta, cioè in fase di ripiego con i calciatori ciociari in marcatura alta. Nei fatti in mezzo al campo ci sono gli spazi per colpire da parte dei laziali. Oltrepassato la prima linea del fronte, è un facile facile far fuori Idda e compagni in difesa. Al 14’ Novakovich scappa a Lazaar consegnando il pallone del vantaggio a Dionisi. 5 minuti più tardi il raddoppio è da incubo. Kanouté serve cortissimo Sciaudone (replicando l’errore di Pescara) che viene intercettato da Rohden. Lo svedese libera in area Novakovich che può solo appoggiare alle spalle di Perina. Bardi para tutto. Notte fonda Cosenza Alla ripresa Pillon cambia modulo, volgendo al 3-5-2. Fuori Pierini, dentro Raffaele Schiavi. Le cose nei fatti cambiano, ma sulla strada del Cosenza c’è Francesco Bardi il forte portiere del Frosinone. Appena entrati in campo, Kanouté scocca il tiro e Bardi caccia il pallone sulla linea. Al minuto numero 8 Bruccini colpisce di testa da corner, ma l’ex interista è un rapace nel deviarne la traiettoria. 14’, è la volta di Lazaar dalla sinistra, ma ancora una volta l’estremo difensore dice no. Per poi arrivare al 26’, quando Bruccini da punizione punta all’angolino ma Bardi è in gran forma negando ogni gioia. Il Cosenza è aggrappato alla dedizione di qualche singolo come Bruccini e Carretta.. Chi forse poteva dare una mano di valore aggiunto, Zinedine Machach, viene fatto entrare al 40’ dopo un interminabile attesa a bordo campo. Troppo tardi per dare un contributo fattivo e concreto.