Si attende il mercato di gennaio: ma con quali garanzie?

Nulla di nuovo di quanto sta accadendo sorprende a chi segue il Cosenza calcio. Per l’ennesima stagione consecutiva (la quarta), il Cosenza si ritrova nella parte bassa della classifica, ansimante, alle prese con gli stessi problemi, con la stessa realtà contornata dalle medesime condizioni che ne riproducono ogni anno lo stesso melodramma.

Nulla di nuovo di quanto sta accadendo sorprende a chi segue il Cosenza calcio. Per l’ennesima stagione consecutiva (la quarta), il Cosenza si ritrova nella parte bassa della classifica, ansimante, alle prese con gli stessi problemi, con la stessa realtà contornata dalle medesime condizioni che ne riproducono ogni anno lo stesso melodramma. E’ fin troppo illusorio ricercare una qualche forma di ragione alla luce degli ultimi movimenti della società. L’esonero di Marzo Zaffaroni, indotto dal fatto che tra egli e lo spogliatoio si sia rotto qualcosa, ha semplicemente riavvolto il nastro di un certo modus operandi. Il presidente ha richiamato Roberto Occhiuzzi, lo stesso della retrocessione sul campo lo scorso anno. Una volta esonerato Zaffaroni, logica avrebbe voluto che un presidente chiamasse qualcuno capace di gestire situazioni di questa difficoltà. Alcune voci trapelate su alcuni giornali on line, riportavano l’umore di un Guarascio “colpito” dalla fortissima contestazione dei tifosi della Nord durante il secondo tempo della gara contro la Cremonese e quindi pronto a reagire puntuale. Alla fine, il presidente non ha fatto altro che riaffidarsi ad Occhiuzzi, pare su consiglio motivato del direttore Goretti. All’ex calciatore rossoblù si chiede un compito assai arduo, che travalica di molto le sue attuali capacità. Lo si dice con simpatia, in quanto Occhiuzzi non ha avuto il modo e il tempo di costruirsi una sua carriera di esperienza. Chiedergli di sistemare le cose di una squadra che ha perso il filo della ragione e che ha bisogno urgente di rinforzi a gennaio, è qualcosa di eccessivo. È un modo per trasferire sulla sua persona una responsabilità che non può prendersi perché non è sua, ma di un altro. Non sappiamo se Guarascio abbia dato delle garanzie all’attuale tecnico rossoblù. Se a gennaio Goretti sarà, effettivamente, nelle condizioni di fare un mercato di livello, non è dato saperlo. Che significa avere maggiori risorse finanziarie, rispetto all’estate. A questa squadra servono diversi elementi. Anche se la difesa rimarrà a tre o se Occhiuzzi cambierà modulo, ai Lupi serviranno un terzo di difesa, che possa giocare da terzino, e un più che valido sostituto di Vaisanen. A centrocampo servono calciatori più fisici che tecnici, bravi nella fase di interdizione e nel recuperare palloni per i piedi di Palmiero o Carraro. Florenzi è un giovane di buone speranze (la notizia del rinnovo fino al 2025 incoraggia), ma ha bisogno del tempo per crescere. Per non parlare dell’eventualità di prendere un nuovo portiere e di dare un ricambio serio a Gori.

Questo rappresenta il minimo che un mister doveva chiedere prima di firmare qualsiasi contratto. Occhiuzzi lo avrà fatto? Oppure avrà deciso di tornare approfittando della vetrina della B, correndo il rischio di terminare (forse anche anticipatamente) la stagione in un modo indecoroso? La decisione della dirigenza lascia più che perplessi, amareggiati. Perché è la riproposizione di un metodo di lavoro che guarda eminentemente ad una illogica preoccupazione per il contenimento delle spese, quando invece è proprio la capacità di investire, che a lungo termine porta profitto. Sembra che più il Cosenza vada avanti nel professionismo, più questo passaggio allo stadio superiore sia una condanna. Come se la conquista della Serie B non rappresentasse il luogo adatto per costruire una solida realtà di calcio. Non si può gestire in questo modo una società a certi livelli. Con l’improvvisazione di ogni anno non si ottiene nulla. Se in una notte gelida, siamo felici di assaporare il ristoro del caldo emanato da una fiamma alimentata da paglia, quella stessa sensazione durerà pochi minuti se alla paglia non aggiungiamo della legna. Vale la pena ogni anno partecipare al campionato di Serie B, se cerchiamo di sfangarla sempre affidandoci al caso? Il ritorno in questa categoria aveva potentemente risvegliato l’entusiasmo attorno al Cosenza calcio. Tutta la provincia era tornata a seguire le vicende dei Lupi, dopo un lungo decennio di sofferenti peripezie. Eppure, la passione è proprio la cosa che non manca. Se a ogni partita in trasferta riusciamo a mobilitare un numero incredibile di sostenitori e se al Marulla il pubblico ci regala belle emozioni. Anche non molte settimane fa, il pubblico cosentino ha avuto modo di dare prova delle sue potenzialità.

Su queste colonne avevamo scritto convintamente che il campionato corrente era iniziato nel migliore dei modi. Nonostante le sconfitte dell’avvio, il diesse Goretti aveva costruito un bel gruppetto che meritava e merita di essere rinforzato a gennaio. I 14 punti ottenuti rappresentavano l’inizio migliore dall’anno del ritorno in B. La squadra ha risposto sul campo sfoderando buone prestazioni. Restavano delle evidenti lacune, come detto sopra. Ma la formazione rossoblù prometteva bene. Adesso la situazione è capovolta. La squadra è demoralizzata, sfiancata e senza più un’idea di calcio determinata. Occhiuzzi, come del resto qualsiasi altro allenatore, può essere valutato solo sulla base delle prestazioni fino a quando la dirigenza non provvederà a ingaggiare nuovi elementi. Sempre che a gennaio la società del presidente Guarascio si degnerà di intervenire con decisione sul mercato. Altrimenti saremo davanti a nuova presa in giro.