Sport
Cosenza, non c’è limite al baratro
Se l'anno scorso pensavamo di aver toccato il fondo con una retrocessione indecorosa, quest'anno stiamo facendo ancora peggio. Ancora una volta l'appello a Roberto Occhiuzzi: un passo indietro per non bruciarti.
Dalle scale della serie B, il Cosenza sta rotolando rovinosamente senza accennare a un minino tentativo di evitare il baratro. Non c’è limite al peggio, e se l’anno scorso pensavamo di aver toccato il fondo con una retrocessione senza dignità, quest’anno stiamo facendo ancora peggio. Ancora una volta ci troviamo a commentare un mercato inconsistente e senza programmazione, senza coraggio e senza forza, con il Cosenza che è di gran lunga la squadra meno attiva del panorama nazionale. Stiamo rasentando il ridicolo. A tutt’oggi, 23 gennaio, non sappiamo neanche se il direttore sportivo Goretti sta lavorando per gli ultimi 7 giorni di mercato o lavorerà con il Cosenza anche l’anno prossimo.
Una confusione che ha portato, qualche settimana fa, all’assurda decisione di richiamare sulla panchina del buon Zaffaroni, evidentemente non tutelato a sufficienza, il solito Roberto Occhiuzzi: ancora inesperto per la categoria, cervellotico in troppe scelte, impantanato in esperimenti che sanno di meri tentativi e in soluzioni tattiche improduttive. In tre partite, due tiri in porta (contro l’Ascoli nessun tiro nello specchio). Lo scorso anno, quando la retrocessione era ormai a un passo e Roberto decantava il criticato ritornello: “dobbiamo migliorare, nessun allarme”, gli avevamo consigliato caldamente, per il suo bene, per la sua carriera, di fare un passo indietro. Per questi limiti – su cui dice di aver lavorato – non avrebbe dovuto neanche accettare di risedere sulla panchina del Cosenza. Sarebbe meglio per lui cominciare dalla sana dignitosa gavetta, e non da un campo e da una piazza importante come quella di Cosenza. Non c’è nulla di male a partire dal basso. Glielo ripetiamo caldamente e per il suo bene: Roberto, fai un passo indietro, perché rischi sempre più di bruciarti!
Il calcio è della gente. Le poche centinaia di paganti dell’ultima partita casalinga sono la dimostrazione ormai manifesta di un’evidente scollatura tra la società e la squadra e la città. Anche questo è segno di una comunicazione inesistente.
Inutile dire che stiamo andando verso la seconda retrocessione consecutiva. Il campo lo dice chiaramente e senza appelli. Le altre squadre, e per tempo, si sono già tutte rinforzate, e prima o poi agguanteranno il Cosenza, relegandolo dove merita. Sperando che ci sia questo campanello d’allarme…