Card. Grech: il Sinodo è il frutto maturo del Concilio Vaticano II

La prolusione del segretario del Sinodo dei Vescovi alla Pontificia Università Lateranense. Nella successiva fase del Sinodo parola nuovamente al Popolo di Dio. 

“Il Sinodo frutto maturo del Concilio Vaticano II. Il Sinodo non sta inventando nulla, ma stiamo vivendo i processi ecclesiologia enunciati nelle pagine conciliari”

Il card. Mario Grech, segretario generale del sinodo dei Vescovi in corso, ha condiviso il lavoro della Segreteria sinodale per illustrare il percorso che attende la Chiesa universale. Lo ha fatto alla Pontificia Università Lateranense, in occasione delle celebrazioni per i 250 anni dalla fondazione dell’Ateneo pontificio.Dopo l’ascolto del popolo di Dio nelle Chiese particolari, nonché a seguito dell’invio delle relazioni compiuto dalle Conferenze episcopali nazionali (112 su 114), e dopo una fase sinodale a livello continentale, la parola passerà nuovamente al popolo di Dio a livello locale. In questo modo si vuole recuperare proprio la categoria conciliare del Popolo di Dio quale soggetto attivo dell’ecclesiologia di comunione, secondo le indicazioni provenute dalla costituzione Lumen Gentium.“Il Sinodo è il frutto maturo del Concilio Vaticano II. Il Sinodo non sta inventando nulla, ma stiamo vivendo i processi di ecclesiologia enunciati nelle pagine conciliari. Quella visione di Chiesa sta trovando la via per tradursi in realtà concrete”. Questa è una delle espressioni principali enunciate dal card. Grech nel suo appassionato e accorato discorso, durato oltre 40 minuti. Per il porporato, “a partire dal Sinodo della famiglia (2014 – 2015 ndr), è risalito tutto il fiume della ecclesiologia conciliare, rimettendo in circolo i capisaldi del capitolo II della Lumen Gentium sulla partecipazione del popolo di Dio”. Ha precisato: “Il Sinodo è il punto di convergenza del dinamismo di ascolto a tutti i livelli della vita della Chiesa, che inizia ascoltando il popolo, prosegue ascoltando i pastori, culmina nell’intervento del vescovo di Roma”. Difatti, la convinzione del card. Grec, “il processo sinodale interessa tutti i livelli della vita ecclesiale. Dalle Chiese particolari alle istanze intermedie di collegialità alla Chiesa universale, dove diventa espressione della collegialità episcopale all’interno di una Chiesa tutta sinodale”.Così, dopo la fase continentale, vi sarà “la restituzione del documento alle Chiese particolari, perché da lì è iniziato tutto il processo con la consultazione del popolo di Dio. Infatti tutto il processo sinodale, a tutti gli stadi del discernimento, riguarda sempre l’intero popolo di Dio e sempre lo coimplica”. Si tratta – ha proseguito il card. Grech – di favorire una circolarità, perché la Chiesa piramidale è superata dal Concilio. Se il popolo santo di Dio potrà riconoscersi nella sintesi proposta si sentirà confermato nella esperienza di ascolto vissuta e crescerà nella mentalità e in uno stile sinodale.La Chiesa continui a vivere questo percorso sinodale nella logica dell’ascolto di Dio e del popolo”.