Don Pino Strangio lascia tutti gli incarichi pastorali

Dopo le dimissioni da Polsi per la sua vicenda giudiziaria ora il sacerdote ha rassegnato le sue dimissioni da ogni incarico

Una nota della diocesi di Locri-Gerace informa che in seguito alla condanna subita nel primo grado di giudizio, di 9 anni e 4 mesi, con la sentenza emessa il 30 luglio scorso dal Tribunale di Reggio Calabria nel processo “Gotha”, don Pino Strangio ha presentato nelle mani del Vescovo di Locri-Gerace monsignor Francesco Oliva, le proprie dimissioni da tutti gli incarichi pastorali. Il vescovo, comprendendone le ragioni, ha accettato le dimissioni, rendendosi altresì conto delle difficoltà del sacerdote che in questo momento è chiamato a sostenere un delicato percorso giudiziario.

Nella lettera con la quale ne ha accettato le dimissioni, monsignor Oliva ha apprezzato la nobiltà del gesto compiuto da don Pino Strangio, riconoscendone il servizio pastorale portato avanti per anni. Ha avuto nei suoi confronti parole d’incoraggiamento e di sostegno morale: “Sono certo che non ti perderai d’animo e, continuando a sentirti “servo inutile” (Lc 17, 5-10), ti lascerai guidare dal Signore e non rifiuterai quello che Egli ti chiederà”.

Don Pino Strangio era stato nominato rettore del Santuario di Polsi nel maggio del 1998 dal vescovo Giancarlo Maria Bregantini. Nel gennaio 2017, all’inzio della vicenda giudiziaria, nel corso del convegno tenutosi a Locri su don Antonio Pelle, che aveva guidato il Santuario Mariano per più di trent’anni, il vescovo di Locri-Gerace, Monsignor Francesco OIiva, aveva dato notizia dell’avvicendamento al Santuario di Polsi: il nuovo rettore del Santuario di Polsi è don Tonino Saraco, parroco della comunità di Santa Maria del Pozzo in Ardore.

La decisione di Oliva seguiva già una  prima lettera di dimissioni con la quale don Pino Strangio manifestava la sua volontà «di essere sgravato del carico pastorale che mi impegna in diocesi, secondo le modalità che Vostra Eccellenza riterrà opportune». Nella lettera il sacerdote spiega il motivo della scelta improvvisa e sofferta. Al fine di poter meglio seguire «la vicenda processuale che, mio malgrado, mi riguarda, e avendo bisogno di tempo per seguire gli sviluppi della vicenda medesima, in tutta serenità, ma consapevole che la giustizia deve fare il suo corso», don Pino rassegnava le dimissioni, dopo diciassette anni di lavoro a Polsi luogo di pietà popolare mariana della locride.