“Il tempo si è fatto breve”. La lettera per l’Avvento di mons. Savino

Il Vescovo di Cassano scrive alla diocesi in preparazione al Natale. Un invito alla solidarietà nelle parrocchie e nelle case come segno di accoglienza del Bambino che nasce a Betlemme.

“In tempo di Avvento, ogni parrocchia, in rete con altre parrocchie viciniori e con gruppi e movimenti ecclesiali, inizi un percorso volto a far maturare la disponibilità dei laici che diano spazio tra le mura domestiche, piccole o grandi che siano, all’accoglienza gratuita di un anziano che vive in solitudine, di un bambino che le acque del mare ha fatto approdare vivo nei centri di accoglienza del territorio, di una famiglia in difficoltà economiche tanto gravi da mancare dei generi di prima necessità”. A proporlo, nella lettera pastorale “Il tempo si è fatto breve” per il periodo natalizio, è il vescovo di Cassano all’Jonio, monsignor Francesco Savino. “Natale è un’occasione privilegiata per ripensare, in termini di bilanci, la personale esistenza e per lasciare che essa venga illuminata dalla luce sfolgorante di quella nascita che duemila anni orsono cambiò per sempre il corso della storia” – scrive il presule – per il quale “Dio, l’Infinito che sta oltre lo spazio e il tempo, l’Increato, si manifesta a tutti, anche ai ciechi, si fa sentire anche dai sordi, cammina accanto a chi si è fermato non sapendo più dove andare, si ferma con chi non ha pane, né abiti con cui ripararsi dal freddo, e prende una casa per abitare con noi”. Per mons. Savino “il Bambino della grotta di Betlemme è diverso da tutti gli altri. E’ un inedito che scombina ogni riferimento umano ed anche ogni idea su Dio” e nel quale “tutte le ombre si rivelano e non siamo più in grado di coprire, mistificare, camuffare il male che è dentro di noi”. Il presule suggerisce di volgere “lo sguardo sulla luce che salva. Se riusciamo a non lasciarci coinvolgere dal frastuono e dalle offerte commerciali di ultima generazione ed anche dai tanti orpelli e paludamenti della tradizione locale, avremo le condizioni possibili di un Natale dentro di noi, nelle nostre esistenze”. La vicenda terrena di Gesù, in riferimento all’episodio di Erode, è “un’occasione per riflettere sulle molteplici forme di infanzia negata, maltrattata, lacerata dalla violenza infanticida di tanti adulti, che rinnegano nella loro vita la luce vitale di cui i bambini sono portatori, la speranza di un compimento nel futuro”. Mons. Savino ricorda come “negando l’infanzia, il mondo degli adulti si condanna a marcire nella propria disperazione”. Il vescovo cassanese constata come “davanti all’Infante tremendo si danno appuntamento tutte le culture umane”, e come “questo convivio di umanità ci invita ad aprire gli orizzonti e a non aver paura di conoscere l’altro, il diverso, colui che si è dato, davanti al presepe, un appuntamento con il suo destino”.