Mons. Cantafora: “Natale è la festa dell’accoglienza”

La celebrazione nella notte di Natale nella cattedrale lametina. "Solo Dio poteva inventare questa strada di piccolezza per dirci quanto ci ama appassionatamente"

“Per accogliere Gesù nella nostra vita, bisogna che ci liberiamo da ogni forma di presunzione e di pretesa di sapere, di conoscere, di credere di essere noi a gestire il mondo e l’esistenza!”. La considerazione di monsignor Luigi Antonio Cantafora, Vescovo di Lamezia Terme, parte dalla riflessione sulla lettura di Isaia: “il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce”. La messa della notte di Natale celebrata nella cattedrale lametina è l’occasione per riaffermare che “solo Dio poteva inventare questa strada di piccolezza per dirci quanto ci ama … appassionatamente”. “Quante tenebre ci avvolgono! L’indifferenza di ieri e di oggi, una certa pigrizia, l’indolenza, la rassegnazione, il male sempre in agguato, la lontananza da Dio, le nostre contraddizioni, il nostro peccato” – ha detto mons. Cantafora.  Il presule addita ai presenti l’esempio dei pastori. “Essi ci dicono che la vita si può spendere per gli altri, che vale la pena sacrificarsi con amore, che la semplicità è la via preferenziale di Dio per mostrarsi, senza orpelli, senza baldacchini, senza finzioni”. Indicando la via della pace inaugurata da Cristo, mons. Cantafora ha voluto ricordare che “Natale è la festa dell’accoglienza a tanti livelli: accoglienza di noi stessi dei nostri limiti e risorse, accoglienza degli altri con i loro limiti e possibilità, accoglienza dei progetti di Dio anche quando sono così imprevisti, accoglienza della sua volontà, accoglienza dei poveri, accoglienza dell’umanità con tutte le sue differenze”.