L’impegno della Chiesa reggina per i migranti

L'occasione per un resoconto è fornita dall'Ufficio diocesano Migrantes in occasione della Giornata mondiale di domenica prossima. Diverse le attività nella Chiesa di Reggio - Bova.

“L’imminente Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ci invita a metterci in ginocchio e pregare il Padre per questi fratelli meno fortunati di noi, ma ci invita pure a rimboccare le maniche, facendo tesoro dell’esperienza passata, non per sentimenti di compiacenza, ma per trarne ispirazione e farne punto di partenza per un rilancio di ciascuno di noi e delle nostre Chiese, verso traguardi nuovi”. Lo scrive l’Ufficio Migrantes in un comunicato in vista della Giornata del migrante e del rifugiato della diocesi di Reggio Calabria – Bova. “Lasciamo spazio alla fantasia creatrice della carità per proporre qualcosa di bello, di utile, di concreto da concordare nel contesto di questa Giornata”  – l’invito – “ma è cosa preziosa a saggia confrontarci pure con quanto negli anni scorsi le nostre comunità ecclesiali, le Caritas parrocchiali, gli istituti religiosi maschili e femminili, i vari gruppi di ispirazione cristiana e singoli credenti hanno messo in opera per poi proseguirlo con rinnovato impegno. Troveremo un cumulo di opere buone, che abbiamo già compiuto e che dobbiamo mantenere”. Nel documento l’Ufficio Migrantes reggino individua le esperienze di accoglienza già portate avanti nella Chiesa locale. Tra queste, i Centri di ascolto, “molti dei quali sono l’espressione della carità di parrocchie e comunità religiose”; il servizio di mensa, “in alcuni centri esso è anche quotidiano, in altri in giorni stabiliti, in particolare di domenica per la gente che vive per la strada”; l’Help Center, “che accoglie quanti, nel loro girovagare continuo per la strada, sentono il bisogno di un momento di sosta”. L’Ufficio ricorda come “in un’ala del Seminario viene data ospitalità a numerosi senza tetto. In altre parrocchie è data ospitalità, anche se provvisoria, a chi non ha un tetto dove ripararsi”. Tra le altre cose, “esistono in città e in periferia quattro centri che possono ospitare una cinquantina di minori”, considerate “strutture ecclesiali fatte su misura per una loro crescita globale verso una effettiva maturità”. “Queste sono iniziative già intraprese e non in uno o due giorni di emergenza – conclude l’Ufficio – ma in maniera stabile e continua per tutto l’anno. È un servizio che viene reso alla comunità cittadina nel silenzio richiesto dalla carità evangelica: non sappia la tua destra quello che fa la tua sinistra”.