Chiese di Calabria
La politica dell’etica delle parole
Monsignor Savino ha presentato a Mendicino il volume "Spiritualità e politica". L'esempio di La Pira, Moro e Dossetti.
“In politica bisogna recuperare l’etica delle parole perché esse hanno un’ecologia”. Lo ha detto monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, presentando nella parrocchia di Mendicino (CS) il volume “Spiritualità e politica. Aldo Moro, Giorgio La Pira, Giuseppe Dossetti”. “La politica deve recuperare la sua dignità, la ragione del suo servizio. La politica ha bisogno della spiritualità, di una disposizione dell’anima al bene e al giusto”. “Viviamo il tempo dell’individualismo dell’indifferenza, della negazione dell’alterità e ognuno pensa a se stesso – ha detto il presule –. Con la post modernità inizia anche il tempo della politica liquida che ha consentito tutto e il contrario di tutto, il tempo in cui la politica è diventata affarismo e pragmatismo, al servizio dei tanti potentati”. Per mons. Savino, “in questo tempo di crisi di senso e spirituale, prima di essere antropologica e culturale ed economico – finanziaria, siamo ancorati ai social network, a facebook e instagram, a un’eccedenza comunicativa che ci fa vivere la non comprensione: noi non ci capiamo più. Siamo nel tempo dell’eccedenza comunicativa che, nel tempo della post – verità, ci porta all’incomunicabilità e ad essere solitudini in massa. Stiamo vivendo il tempo dell’ossimoro e del paradosso anche in politica”. Il presule riflette sul termine “populismo”. “Il magistero inclusivo di papa Francesco ci fa capire come per costruire un nuovo umanesimo dobbiamo recuperare la categoria del popolo nella sua espressione più bella come soggetto attivo di costruzione della società e come Chiesa. Torniamo a ragionare, torniamo a pensare, attiviamo processi di cittadinanza attiva e responsabilità. Per i nostri figli, guai a noi se non seminiamo oggi. Torniamo alla politica, torniamo ad abitare il territorio”. Mons. Savino considera come in questo periodo “la fantascienza diventa scienza e la politica soggiace all’economia e l’economia soggiace all’imperialismo. Oggi chi detta l’agenda è la tecnologia che stabilisce tutto e ciò che conta non sono le persone, ma la logica del profitto, che però genera avanzi e scarti”.