Un fondo di 400 milioni per contrastare la povertà educativa minorile

In Italia quasi la metà dei minori in età scolare non ha mai letto un libro al di fuori di quelli scolastici, il 55 per cento non ha mai visitato un museo, il 45 per cento non svolge alcuna attività sportiva e il 70 per cento non ha mai visitato un sito archeologico. Il protocollo d’intesa, firmato a Roma alcuni giorni fa dalle Fondazioni di origine bancaria e il Governo, sarà attivo per il triennio 2016/2018 con l’obiettivo di “sostenere interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori”.

In Italia quasi un milione di minori è costretto a vivere in condizioni di povertà assoluta, con l’aggravante che la miseria economica è il più delle volte frutto della miseria educativa. Entrambe si alimentano parallelamente e si trasmettono di generazione in generazione. Come ricorda Save the Children, nel nostro Paese quasi la metà dei minori in età scolare non ha mai letto un libro al di fuori di quelli scolastici, il 55 per cento non ha mai visitato un museo, il 45 per cento non svolge alcuna attività sportiva e il 70 per cento non ha mai visitato un sito archeologico. Per questo motivo, alcuni giorni fa le Fondazioni di origine bancaria e il Governo hanno firmato a Roma un protocollo d’intesa per creare un Fondo da 400 milioni di euro desinato al contrasto della povertà educativa minorile. Il programma, che sarà attivo per il triennio 2016/2018, è contenuto nella Legge di Stabilità di quest’anno e ha l’obiettivo di “sostenere interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori”.

Beni sottratti alla mafia. Le Fondazioni, che sosterranno l’iniziativa con circa 120 milioni di euro l’anno, lavoreranno a stretto contatto con il Governo per contrastare un fenomeno, quello della povertà minorile, che non accenna a decrescere. Il protocollo d’intesa, non a caso, è stato firmato pochi giorni fa in un luogo simbolico della Capitale: la biblioteca Collina della Pace nella borgata Finocchio a Roma. La struttura, costruita sulle macerie di un edificio appartenuto alla Banda della Magliana, è stata al centro di un lungo percorso di partecipazione iniziato nel 2001, quando gli abitanti del quartiere Finocchio hanno iniziato la loro battaglia per permettere a quel luogo, sottratto alla mafia, di trasformarsi in un centro di incontro, inclusione e partecipazione. Accanto alle migliaia di libri e di documenti, sulla Collina della Pace è nato poco tempo fa anche un parco dedicato a Peppino Impastato, il giornalista ucciso dalla mafia 38 anni fa, e un centro per gli anziani. “Insieme con il mondo del volontariato, del terzo settore e alla Fondazione con il Sud, le Fondazioni di origine bancaria partecipano con risorse, competenze ed esperienza al grande piano di contrasto alla povertà nel nostro Paese – ha affermato il presidente di Fondazione Cariplo e dell’Acri, Giuseppe Guzzetti – contribuendo a dare, così, sempre più sostanza all’articolo 3 della nostra Costituzione in base al quale tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Il Fondo sarà alimentato dai versamenti effettuati ogni anno su un apposito conto corrente dalle Fondazioni, a cui verrà riconosciuto un contributo sotto forma di credito di imposta pari al 75 per cento dei versamenti.

Futuro. L’accesso ai fondi sarà gestito mediante una serie di bandi e a breve sarà nominato un comitato di indirizzo strategico del Fondo, composto da quattro componenti del governo, quattro delle Fondazioni bancarie e da quattro membri del Forum del Terzo Settore. Inoltre, sebbene non avranno diritto di voto, ci saranno anche un rappresentante per l’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori e uno per l’Ente Einaudi. Con l’estate, infine, prenderanno il via i primi bandi per i progetti da finanziare, con la conditio sine qua non che abbiano sempre come “capofila” una realtà del Terzo settore e che coinvolgano sul territorio sia i soggetti pubblici (come le scuole, le biblioteche e i teatri) sia quelli privati. “Un Paese civile – ha concluso Guzzetti – deve preoccuparsi del futuro di questi bambini e ragazzi. Il nostro compito è quello di alleviare le loro sofferenze e quelle delle loro famiglie, altrimenti le conseguenze saranno pesanti per la società del futuro”.